Читаем La velocità del buio полностью

La donna è più alta e più grossa di Lucia; porta un costume di fantasia con la gonna lunga. Tiene nelle mani un piccolo telaio e le sue dita vanno avanti e indietro. Sta tessendo una stretta striscia di tessuto con un disegno geometrico in bianco e marrone. Lo schema è semplice ma io non avevo mai visto nessuno tessere, e così la guardo con attenzione finché non ho capito come fa la donna a lavorare quel disegno.

— Tom mi ha detto di Don — dice Lucia lanciandomi un'occhiata. Rabbrividisco. Non voglio ricordare quanto era in collera. — Tutto bene? — domanda.

— Tutto bene — rispondo.

— Don il superuomo? — domanda l'altra donna a Lucia.

Lucia fa una smorfia. — Già. Si comporta davvero come un cretino, a volte.

— Cos'ha combinato di nuovo?

Lucia mi guarda. — Oh… niente di nuovo. Ha parlato a vanvera come al solito.

Sono lieto che lei non abbia spiegato. Non credo che Don sia cattivo come deve averlo definito Tom. Mi sento infelice all'idea che Tom sia ingiusto con qualcuno.

Tom ritorna e mi dice che ho un altro incontro alle 13.45. — Ti batterai con un altro novellino — aggiunge. — Ha perso il suo incontro questa mattina presto. Tu dovresti mangiare qualcosa. — Mi tende un panino imbottito di carne. Ha un buon profumo e io ho fame. Ne assaggio un boccone e il sapore mi piace, perciò lo mangio tutto.

Nel terzo incontro, il mio avversario è tutto vestito di nero con guarnizioni rosse e porta anche lui una di quelle maschere col davanti trasparente. Non si muove bene: è lento e non conclude mai un assalto. Agita la spada avanti e indietro senza mai avvicinarsi. Lo tocco una volta e lui non lo riconosce; lo tocco una seconda volta più duramente e stavolta lo riconosce. Dalla sua espressione si vede che è preoccupato e irritato. Io mi sento piuttosto stanco, ma so che posso vincere se voglio.

Non è bello far andare in collera la gente, però mi piacerebbe vincere. Gli giro intorno e lui reagisce con troppa lentezza. Lo tocco un'altra volta. Vedo che ha la bocca semiaperta e la fronte aggrottata. Non è bello far sì che la gente si senta stupida. Rallento di parecchio, ma lui non ne approfitta. Il suo schema di combattimento è molto semplice, come se avesse imparato solo due parate e due attacchi. Però è noioso star qui a scambiarsi colpi senza costrutto. Siccome lui non cerca nemmeno di combinare qualcosa, io esco in tempo da una delle sue deboli parate e vado a fondo. Toccato. L'uomo diventa rosso in faccia e dice un sacco di brutte parole. So che dovrei stringergli la mano e ringraziarlo, ma lui se n'è già andato. L'arbitro si stringe nelle spalle.

— Bravo — dice Tom. — Ho visto che rallentavi per offrirgli una possibilità… peccato che l'idiota non sapesse cosa farsene. Adesso capisci perché non mi va che i miei studenti partecipino ai tornei troppo presto. Quello non era pronto.

Non era pronto davvero.

Quando vado a far convalidare la mia vittoria vedo che ora faccio parte di un gruppo che ha un record di 2:1. Solo otto non hanno subito alcuna sconfitta. Adesso mi sento molto stanco, ma non voglio deludere Tom e perciò non mi ritiro. Il mio nuovo incontro avviene quasi subito, con una donna alta e bruna, che porta un semplice costume azzurro cupo e una maschera con il frontale di rete. Attacca immediatamente e dopo pochi colpi il primo tocco è suo. Io tocco a mia volta, poi lei, poi di nuovo io. Il suo schema di combattimento non è facile da scoprire. Sento gli spettatori commentare che il nostro è un bel combattimento. Mi sento di nuovo leggero e felice. Poi avverto il tocco della donna sul petto e l'incontro è finito. Non me ne dispiace: sono proprio stanco e sudato.

— Buon combattimento! — dice lei, e mi stringe il braccio.

— Grazie — rispondo.

Tom è contento di me, lo vedo da come sorride. C'è anche Lucia: non mi ero accorto che era venuta a vedermi. I due si tengono a braccetto e io mi sento ancora più contento. — Vediamo a che punto della classifica ti trovi adesso — dice lui.

— Classifica?

— Tutti gli schermidori sono classificati a seconda dei risultati ottenuti — mi spiega. — I novellini hanno una classifica a parte. Credo che tu abbia conseguito un buon punteggio. Ci sarà ancora qualche altro incontro, ma penso che i novellini ormai abbiano finito tutti.

Questo non lo sapevo. Sul cartellone il mio nome è al diciannovesimo posto, ma nell'angolo in basso a destra, dove c'è l'elenco di quelli che hanno gareggiato per la prima volta, il mio nome è al primo posto. — Lo sapevo! — dice Tom. — Claudia… — Una delle donne intente a scrivere nomi sul cartellone si volta. — I novellini hanno finito tutti?

— Sì… è questo Lou Arrendale? — chiede guardandomi.

— Sì — rispondo. — Sono Lou Arrendale.

— Per un principiante lei è stato davvero bravo — si complimenta.

— Grazie — rispondo.

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