Sento la centrifuga di una delle lavatrici cambiar rumore e torno in lavanderia. So che per arrivare alla lavatrice mi ci vuole esattamente il tempo che impiega la centrifuga a fermarsi. È come un gioco fare l'ultimo passo mentre la centrifuga compie l'ultimo giro. L'asciugatrice di sinistra sta ancora brontolando. Io prendo i miei panni bagnati e li metto nell'asciugatrice di destra. L'ho appena caricata e controllato che nella lavatrice non sia rimasto niente quando anche la seconda lavatrice finisce il suo ciclo.
Tolgo la mia roba anche da questa macchina e in fondo trovo la mia moneta tutta lucida e pulita. La intasco, metto i panni nell'asciugatrice, inserisco le monete e accendo.
La signorina Kimberly ritorna proprio nel momento in cui l'asciugatrice con la sua roba si arresta. Mi sorride. Porta un piatto con sopra alcuni biscotti. — Grazie, Lou — dice, e mi porge il piatto. — Prendine qualcuno. So che ai ragazzi… volevo dire ai giovanotti come te… piacciono i biscotti.
Ne porta quasi tutte le settimane. A volte alcuni tipi di biscotti che lei fa non mi piacciono molto, ma non glielo dico. Questa sera sono biscottini al limone, che mi piacciono moltissimo: ne prendo tre. La signorina mette il piatto sul tavolo pieghevole e tira fuori il suo bucato dall'asciugatrice mettendolo direttamente nel cestino: non ripiega i panni quaggiù. — Quando avrai fatto riportami il piatto, Lou — chiede. Aveva detto la stessa cosa la settimana scorsa.
— Grazie, signorina Kimberley — dico.
— Di nulla, di nulla — risponde lei, come sempre. Finisco i biscotti, lascio cadere le briciole nel cestino della spazzatura e ripiego i miei panni prima di salire in casa. Lascio il piatto alla signorina Kimberley e vado nel mio appartamento.
Il sabato mattina io vado al Centro. Uno dei consulenti è a nostra disposizione dalle 8.30 alle 12.00, e una volta al mese c'è un programma speciale. Oggi non c'è programma, ma quando arrivo vedo Maxine, una consulente, andare verso il suo studio. Bailey non mi ha detto se è a lei che hanno parlato la settimana scorsa. Penso se sia il caso di parlarle, ma qualcuno entra da lei prima che io abbia potuto prendere una decisione.
I consulenti sanno come trovarci assistenza legale o un appartamento, ma non so se saranno capaci di capire il problema che dobbiamo affrontare adesso. Loro c'incoraggiano sempre a fare tutto il possibile per diventare più normali. Ora, credo, diranno che dovremmo desiderare questo nuovo trattamento anche se è troppo pericoloso da tentare mentre si trova ancora alla fase sperimentale. Una volta o l'altra io dovrò parlare con qualcuno qui, ma sono contento che un altro mi abbia preceduto. Non devo farlo per forza adesso.
Sto guardando il cartellone degli annunci con le notizie delle riunioni dei vari gruppi che si radunano al Centro quando Emmy mi si avvicina. — Bene, come va la tua ragazza?
— Io non ho una ragazza — rispondo.
— Io l'ho vista — insiste lei. — Lo sai che l'ho vista. Non dire bugie.
— Tu hai visto una mia amica — dico. — Non la mia ragazza. Un'amica può diventare la propria ragazza quando acconsente a esserlo, ma lei non ha acconsentito. — Non sono proprio onesto e questo non è bello, però io continuo a non voler parlare con Emmy di Marjory.
— Tu gliel'hai domandato? — continua lei.
— Non desidero parlare di lei con te — dico, e mi volto per andarmene.
— Perché sai che ho ragione — dice Emmy e mi gira intorno, piantandosi di nuovo di fronte a me. — Lei è una di quelle persone che si definiscono normali e ci usano come cavie. Tu stai sempre appiccicato a loro, Lou, e questo non è bene.
— Non so cosa tu voglia intendere — dico. Io vedo Marjory solo una volta alla settimana, perciò come si può dire che sto "appiccicato" a lei? Se venissi al Centro tutte le settimane e ci trovassi Emmy, questo significherebbe che sto appiccicato a lei? L'idea mi disgusta.
— Sono mesi che non partecipi a nessuno degli eventi speciali — insiste lei. — Il tuo tempo lo passi con i tuoi amici
Non ho partecipato a nessuno degli eventi speciali da mesi perché non m'interessano. Una conferenza su come educare i figli? Ma io non ho figli. Un ballo? La musica che vi suonerebbero non è quella che piace a me. La presentazione di un corso per ceramisti? Io non voglio confezionare oggetti di creta. Adesso che ci penso, mi rendo conto che ormai il Centro offre davvero pochissime cose che m'interessino. Fa comodo per incontrare altri autistici, ma non tutti sono come me, e trovo più persone che condividano i miei interessi : Internet o in ufficio. Cameron, Bailey, Eric, Linda… tutti andiamo al Centro per incontrarci prima di andare da qualche parte, ma è solo un'abitudine. Non abbiamo davvero bisogno del Centro tranne di tanto in tanto per parlare con i consulenti.
— Se vai in cerca di ragazze, dovresti cominciare da quelle che ti somigliano — torna alla carica Emmy.