Pensai che forse Blondie ci sarebbe rimasta male, ma non fu così. Andammo a letto, ridacchiammo sul posto impossibile da cui erano usciti i piccioni, e ci addormentammo. Blondie russava piano quando io chiusi gli occhi.
Mi svegliò di nuovo Anna, ma quel mattino non era seria; era raggiante. — Buongiorno, tesori! Fate la pipì e lavatevi i denti. La colazione arriva in due secondi. Burt sta uscendo dal bagno, quindi non perdete tempo.
Verso la seconda tazza di caffè Burt disse: — Allora, amore?
Anna disse: — Devo?
— Forza, tesoro.
— Va bene. Blondie, Friday… Spero che stamattina abbiate un po’ di tempo libero da concederci, perché vogliamo bene a tutte e due e vogliamo avervi con noi. Stamattina ci sposiamo.
Blondie e io inscenammo ottime esibizioni di stupore totale e grande piacere, e saltammo su e li baciammo tutti e due. Nel mio caso, il piacere era sincero; la sorpresa era finta. Per Blondie mi parve che potesse essere il contrario, ma tenni per me i miei sospetti.
Blondie e io uscimmo a comperare fiori, con l’accordo di trovarci più tardi alla cappella Gretna Green; e io fui sollevata e soddisfatta nello scoprire che Blondie sembrava felice della cosa sia in loro presenza sia in loro assenza. Mi disse: — Quei due sono perfetti l’uno per l’altra. Il progetto di Anna di diventare nonna professionista non mi è mai sembrato un granché. È una forma di suicidio. — Aggiunse: — Spero che tu non te la sia troppo presa.
Ribattei: — Eh? Io? Perché diavolo dovrei prendermela?
— L’altra notte Burt ha dormito con te. Stanotte con Anna, e oggi la sposa. Per certe donne sarebbe un colpo tremendo.
— Cristo santissimo,
— Hai ragione, Friday, ma non sono molte le donne della tua età capaci di pensare con tanta chiarezza.
— Oh, non lo so. A me pare ovvio. Nemmeno tu ti sei sentita ferita. Stessa cosa.
— Eh? Come sarebbe a dire?
— Che è la stessa identica cosa. L’altra notte Anna ha dormito con te, stanotte con lui. Non mi sembri sconvolta.
— Perché dovrei esserlo?
— Non c’è motivo. Ma i casi sono paralleli. — (Blondie, non prendermi per un’idiota, tesoro. Non solo ho visto il tuo volto; l’ho anche intuito). — A dire il vero, mi hai un po’ sorpresa. Non credevo avessi certe inclinazioni. Naturalmente sapevo di Anna, e lei mi ha sorpresa portandosi a letto Burt. Non sapevo le piacessero. Gli uomini intendo. Nessuno mi ha mai detto che è stata sposata.
— Oh. Sì, immagino che tu possa vederla così. Ma più o meno è come hai detto tu per Burt. Anna e io ci amiamo, da anni, e a volte lo esprimiamo a letto. Però non siamo
— Aspetta un momento. — La fermai all’esterno del negozio di fiori. — Blondie… Qualcuno, mettendo in pericolo la propria vita, si è catapultato nella camera da letto di quella fattoria tirandosi dietro una barella. Per me.
Blondie si irritò: — Qualcuno parla troppo.
—
26
Forse, in un certo senso, sposai Blondie. Dopo che Anna e Burt furono formalmente sposati, tornammo tutti all’hotel; Burt si trasferì con la moglie nell’«appartamento nuziale» (niente specchio sul soffitto, decorazioni interne in bianco e rosa anziché nero e rosso, per il resto la stessa zuppa; però molto più costoso), e Blondie e io lasciammo l’hotel e subaffittammo una piccola scatola da cracker nella zona dove la Charleston sfocia nella Freemont. Da lì potevamo raggiungere a piedi il marciapiede mobile che portava al Centro Lavoro, e Blondie aveva a disposizione mezzi di trasporto per tutti gli ospedali, e per me era facile fare compere; se no avremmo dovuto comperare o noleggiare cavallo o calesse, oppure biciclette.