La Ivanova annuì. — Occupatene tu, Lixia. — Si raddrizzò. — Non ho molto da aggiungere. Ciò che ha descritto Eddie non è la natura dell’umanità, ma la natura del capitalismo, e i differenti sistemi politici ed economici sorti in risposta al capitalismo, alcuni dei quali, lo so, si sono definiti proletari. La questione relativa a che cosa fossero effettivamente queste società…
Agopian disse qualcosa in russo.
La Ivanova annuì col capo e continuò: — Non è rilevante in questa sede. Il sistema dominante era il capitalismo. Se ne stava acquattato come un drago al centro del Ventesimo Secolo. I suoi tentacoli arrivavano ovunque.
Una bellissima metafora, e la Ivanova non avrebbe potuto rinnegarla. Avevamo troppi registratori accesi.
— Quell’epoca è finita, almeno per la maggioranza della popolazione della Terra. — Fece una pausa.
Dissi: — Ivanova sostiene che i nostri antenati non erano cattive persone. Avevano brutte abitudini, e abbiamo abbandonato quelle abitudini.
— Abbiamo imparato nel modo più difficile, attraverso terribili sofferenze, che una società basata sull’avidità individuale è molto pericolosa. Per sopravvivere dobbiamo pensare in termini più ampi. Dobbiamo pensare alle specie e al pianeta. Se non lo facciamo, moriremo, o moriranno i nostri figli, o i loro figli. Non abbiamo scelta! Dobbiamo collaborare!
Dissi — Abbiamo imparato che non possiamo essere avidi o egoisti.
— Bene! — esclamò la vecchia dal pelame grigio, quella che aveva parlato prima.
— Una società proletaria si basa sulla collaborazione. Le persone non si sfruttano a vicenda, e non sfruttano neppure i loro vicini. Quando si incontrano con membri di altre società, lo fanno con rispetto per i diritti degli altri e preoccupazione per il vantaggio di tutti.
Dissi: — Adesso lavoriamo insieme. Non rubiamo. Quando incontriamo persone di altri villaggi, scambiamo doni.
La Ivanova guardò Angai. — Vorremmo trascorrere un po’ di tempo nel vostro paese per imparare qualcosa sulla tua gente e su questo pianeta. In cambio vi insegneremo qualcosa sulla nostra gente e sulla Terra. Credo francamente che questo scambio di informazioni non causerà alcun danno. Al contrario, tornerà a vantaggio di tutti.
— Lei sostiene che la nostra gente vuole venire a fare visita e a scambiare storie. È convinta che sarà un bene per tutti.
— Sta dicendo la verità? — domandò Angai.
— È convinta di quello che ti ha detto. E anche Eddie.
— Il vecchio ha qualcosa da aggiungere?
Tradussi la domanda.
— Soltanto questo — disse il signor Fang. Guardò la sciamana. — Questo è il vostro pianeta e la decisione spetta a voi. Lasceremo a voi la decisione. Se, in futuro, vorrete che ce ne andiamo, lo faremo.
— Lui sostiene che questo è il vostro paese. Potete dirci di restare. Potete dirci di andare, adesso o in qualsiasi momento.
Angai si accigliò. — Tutto questo lo so. Crede che sia una stupida? — Si alzò in piedi. — Adesso termineremo. Io andrò a riflettere su tutto ciò che ci hanno detto queste persone. Chiederò consiglio agli spiriti e alle donne anziane del villaggio. Domani vi riferirò la mia decisione. — Fece il gesto che significava "è finita" ed entrò nella propria tenda.
Le donne del villaggio incominciarono a smontare i loro ripari.
Io aiutai il signor Fang ad alzarsi in piedi.
— Non sono completamente d’accordo con i Taoisti — disse. — Ma forse ci addossiamo troppi compiti. Fare la storia è un’ardua impresa, e può essere pericoloso. Credo che prenderò una tazza di tè, guarderò il fiume e rifletterò sull’inazione.
Attraversammo il villaggio. Il vecchio si appoggiava al mio braccio. Mi resi conto di quanto fosse esile e fragile.
— D’altra parte — continuò il signor Fang — c’è la storia di Yu l’ingegnere. Stava viaggiando per affari di governo e doveva attraversare un fiume. Un grosso drago giallo urtò contro l’imbarcazione.
"I barcaioli erano terrorizzati. Yu si mantenne calmo. Disse: ’Sto facendo il massimo nell’interesse della gente, assolvendo i miei doveri in obbedienza al Cielo. Da vivo, sono un ospite. Da morto, vado a casa. Perché dovrei essere preoccupato? Il drago non è molto più di una lucertola’.
"Il drago appiattì le orecchie, lasciò cadere la coda e si allontanò nuotando. Yu proseguì il suo viaggio. Mi è sempre piaciuta quella storia."
Scendemmo lungo la scogliera del fiume. Lo aiutai a salire sulla barca della Ivanova e a sistemarsi in una poltroncina sul ponte. La cabina era vuota. Yunqi doveva essere andata a trovare Tatiana. Preparai il tè e lo portai fuori. Lapsang Souchong. Lo sorseggiammo e osservammo gli uccelli che pescavano nel fiume.
Yunqi tornò e preparò il pranzo. Fettuccine fredde e verdure sottaceto. Mangiammo insieme sul ponte. I sottaceti erano deliziosi.
Dopo un po’ Derek ci raggiunse e bevve una birra, con i piedi appoggiati sul parapetto, le scarpe nuove che luccicavano. — Molto meglio! Non mi piacciono i discorsi. Non hanno niente a che vedere con la vita. Se la vita ha a che vedere con qualche cosa.
Feci il gesto dell’approvazione.