— Questo è abbastanza vero — disse Eddie. — Quello che abbiamo raggiunto è un maledetto compromesso. Non reggerà. Una volta che saremo quaggiù…
La Ivanova disse: — Una volta tanto sono d’accordo con Eddie. Dobbiamo poter viaggiare. Abbiamo fatto tanta strada. — Esitò. — Forse potremo trovare un altro popolo che stabilirà meno restrizioni.
— Non questa notte — replicò il signor Fang.
Arrivammo al fiume. C’erano luci su una sola delle imbarcazioni. Tatiana e Yunqi sedevano insieme sul ponte. Aiutarono il signor Fang a salire a bordo. Eddie e la Ivanova li seguirono.
L’oracolo disse: — Voglio dormire. È stata una lunga giornata.
— Su questo hai ragione — osservai.
Lo accompagnammo sull’altra barca e gli preparammo un letto nella cabina.
Uscii sul ponte insieme a Derek e ad Agopian. L’aria del fiume era fresca e brulicava di insetti che sciamarono attorno alle luci del ponte non appena le accendemmo. Agopian e io ci sedemmo. Derek andò a prendere delle birre.
Bevemmo, senza parlare. Sentivamo le voci che provenivano dall’altra imbarcazione: Eddie e la Ivanova che descrivevano a Tatiana e Yunqi quanto era successo.
Agopian disse: — Non so per quanto tempo andrà avanti quella conversazione.
— Per ore, con ogni probabilità.
— Forse. — Mise giù la bottiglia. — C’è qualcosa di cui devo parlarvi.
Lo guardai. — Il tuo segreto. La tua complicazione etica.
— Sì.
— Non può aspettare?
— Non sono certo che riuscirò a trovarmi ancora da solo con voi. Questo è il momento perfetto, se avrò abbastanza tempo.
Derek disse: — Sono pronto ad ascoltare.
Agopian guardò verso di me.
Feci cenno di sì col capo.
— Cercherò di raccontarvi questa cosa il più rapidamente possibile. Non so quando finirà quella conversazione e Tatiana tornerà. Ci sono informazioni che sono state tenute nascoste e menzogne che sono state dette. Penso che sia venuto il momento di correggere questa situazione.
Derek si protese in avanti. — Che genere di informazioni?
— Storia. Ciò che è successo sulla Terra durante gli ultimi cento anni.
— Abbiamo i messaggi provenienti dalla Terra — dissi.
— Sono tutte menzogne.
— Lo sai per certo? — chiese Derek.
— Le ho scritte io… con l’aiuto di altri, naturalmente. È un lavoro troppo grosso per una sola persona.
— Perché? — chiesi.
Derek domandò: — Quando?
— Sapete che ci sono stati problemi per arrivare in questo sistema.
Derek fece il gesto dell’assenso.
Agopian assunse un’aria perplessa e continuò. — Ci sono stati detriti in quantità assai maggiore di quanto avessimo previsto, e gran parte di questi erano a notevole distanza. Una specie di supernuvola. E ci sono stati problemi col sistema di navigazione spaziale. I computer hanno stabilito che si trattava di un’emergenza e hanno svegliato in anticipo l’equipaggio. Abbiamo guidato noi la nave in questo sistema.
"Non avevamo il tempo di svegliare nessun’altra persona, ma ne avevamo per controllare i messaggi che erano arrivati dalla Terra. Erano assurdi."
— Che cosa vuoi dire? — chiesi.
— Voglio dire esattamente quello. I messaggi erano assurdi. La Terra era cambiata moltissimo. — Fece una pausa. — Noi pensavamo che la storia si sarebbe fermata solo perché la nostra vita si era fermata, perché dormivamo un sonno magico come bambini in una fiaba.
"Non era vero. La storia era andata avanti e aveva preso un corso…" Esitò di nuovo. "Il progresso non è inevitabile. Questo è un errore che fanno i marxisti volgari. Mi è sempre piaciuto quel termine. Immagino un uomo con una grossa e folta barba, che scoreggia a tavola mentre spiega il feticismo delle merci o la teoria socialista del valore. E naturalmente sbaglia la teoria.
— Di che cosa stai parlando? — chiesi.
— Del progresso. Non c’è nessuna legge che dica che la società deve sviluppare forme sociali sempre più elevate. Il crollo è sempre possibile. Il regresso o la stagnazione. Questo è in sostanza quanto è successo dopo il Ventesimo Secolo. Non il regresso, ma la stagnazione. Credevamo che fosse una caratteristica delle società post-capitalistiche: estrema stabilità, rispetto all’estrema instabilità del capitalismo, il ritmo folle del cambiamento durante il Diciannovesimo e il Ventesimo Secolo.
"Ora credo che la stabilità fosse frutto del terribile caos creato nel Ventesimo Secolo, la scarsità di risorse e lo stato precario dell’ambiente. Abbiamo passato duecento anni a ripulire tutto, cercando di riportare il pianeta al suo stato precedente, di disfare ciò che avevano fatto quei criminali e i loro epigoni. Non avevamo il tempo per le innovazioni."
— Abbiamo costruito le colonie L-5 — dissi.
— E la nave — aggiunse Derek.
— Quelli erano nuovi oggetti. Io sto parlando di nuove idee. Quasi tutta la nostra ideologia e la nostra tecnologia provengono… provenivano… dalla vecchia società. La maggior parte di ciò che abbiamo fatto si basa su quanto le persone sapevano già prima del crollo.
— Questo non è del tutto vero — dissi.