Tanajin parlò in tono iroso. — Voi persone del nord siete così ignoranti! Pensate che il fiume sia come la pianura. Pensate che tutto ciò che importa sia in superficie, dove qualunque sciocco può vederlo.
Nia tenne i denti stretti. Un’insegnante aveva sempre diritto almeno a qualche insulto. Tutti lo sapevano. Era vero fra tutti i popoli.
Finalmente Tanajin disse: — Non sei ancora esperta, e non sai abbastanza sul fiume, ma credo che tu sia in grado di farcela. Ora posso lasciarti.
Nia fece il gesto dell’intesa.
L’indomani mattina Tanajin ammucchiò le sue cose sulla nuova zattera. Nia l’aiutò a spingere nel fiume la zattera. Tanajin vi salì e fece il gesto dell’addio.
Nia agitò la mano in risposta.
La zattera si allontanò. Tanajin incominciò ad azionare il remo. Nia restò a osservarla. La donna diventò sempre più piccola finché non sparì. La zattera divenne un puntino sul fiume ampio e splendente. Nia si riparò gli occhi con la mano. Anche la zattera era sparita.
Nia trasportò le proprie cose nella tenda vuota, ma non vi dormì. Aveva l’odore di Tanajin e le pareti erano sostenute da pezzi di legno. Erano troppo robuste. Una casa come si deve doveva muoversi al vento, non troppo, ma abbastanza perché le persone all’interno potessero sapere che cosa succedeva sulla pianura.
Ogni sera portava fuori una coperta davanti alla tenda. Si coricava presso il fuoco e guardava in su. Incominciò a notare delle cose.
Una di queste era una luce che si muoveva come una luna, ma era del colore sbagliato: un bianco argenteo. Seguiva una nuova traiettoria, diversa da qualunque delle vecchie lune. Notte dopo notte attraversava il cielo sopra di lei. Non aveva idea di che cosa fosse. Forse era tornata una delle Due Donne Disperse?
C’era anche una nuova stella. Appariva nello stesso punto ogni sera: al centro del cielo. Le altre stelle si muovevano tutt’attorno, ma quella non si muoveva affatto.
C’erano altre luci: rosse, bianche e verdi. Si trovavano quasi tutte a sud, vicino all’orizzonte. Si spostavano rapidamente in tutte le direzioni.
Nia incominciò a sentirsi inquieta. Una cosa era che le persone senza pelo creassero un nuovo genere di nuvola. C’erano molti diversi tipi di nuvole e mutavano sempre. Era improbabile che un tipo in più causasse guai. Ma una nuova stella! Una nuova luna! Luci che vagavano come insetti! Qui! Là! Su! Giù!
Dall’altra parte del fiume si alzò del fumo. Nia vi andò. C’era un uomo in attesa. Un tipo grande e grosso dalla pelliccia color grigio ferro.
— E tu chi sei? — chiese. — Dov’è Tanajin? — Parlava con un accento che Nia non riconosceva.
— Se ne è andata. Mi occupo io del traghetto.
— Uh! — disse l’uomo.
Nia lo traghettò sull’altra sponda insieme a due cornacurve. Lui le diede del sale in un sacchetto di pelle. La pelle era morbida e sottile. Nia non sapeva da che specie di animale provenisse. L’uomo non le spiegò chi fosse né perché viaggiasse attraverso il territorio del Popolo del Ferro. Nia decise di non chiederglielo.
Trascorsero altri giorni. La nuova luna continuava a viaggiare nel cielo. La nuova stella restava al centro del cielo. Di quando in quando vedeva un’altra di quelle lunghe nuvole.
Tornarono le Donne dei Canestri. La loro guida disse che il Popolo dell’Ambra non era stato di grande aiuto. — Sono impegnate a eseguire cerimonie di prevenzione e propiziazione. Qualcosa è andato storto. Non hanno voluto spiegarci che cosa, a parte dirci che dietro tutto questo c’era l’Imbroglione.
"È uno spirito che non conosciamo, sebbene somigli un po’ alla nostra Donna dalla Faccia di Uccello. Una sobillatrice! Una spiona e una bugiarda! Anche se devo riconoscere che dobbiamo molto alla Donna dalla Faccia di Uccello. Lei ci ha dato il fuoco e ci ha insegnato a intrecciare canestri."
Un’altra donna disse: — Non dovremmo esserle troppo grate. Ha convinto lei la Prima Gente che non c’era niente di sbagliato nell’incesto. E ha lasciato libero nel mondo il piccolo insetto nero della morte.
La guida si accigliò. — Le donne del Popolo dell’Ambra hanno continuato a parlare di questo spirito. Questo Imbroglione. Ci hanno detto che le persone senza pelo non sono il problema. L’Imbroglione è il problema. È lui che sta causando cambiamenti nel cielo.
— Le persone senza pelo hanno fatto una visita laggiù? — s’informò Nia. Puntò il dito verso est.
La guida fece il gesto che significava "no". — Non sono sicura che ci abbiano creduto quando abbiamo raccontato loro delle persone senza pelo e della barca che poteva volare. Forse pensavano che fossimo delle bugiarde, come l’Imbroglione.
—
Ormai la foresta lungo il fiume aveva finito di cambiare colore. Gli alberi erano gialli e arancione. Le canne nelle paludi erano rosse. Stormi di uccelli viaggiavano nel cielo come nuvole.