Ho un galoppo nel cuoree onde al guinzaglioDi questo mare insepoltoimpaster`o vento e sabbiaper costruire i tuoi piedi rumorosie sentirli danzare dentro i miei occhiPer raggiungerti salgodal mare alla collinaLa mia testa si ridisegna stellaper chiamare le tue vociLe mie labbra si arcuano stanchein sorrisi autunnabondi e distrattiE io sono qui,su questo autobus che scuote il mio corpocome un dadocome un tappetoarrancando su polverose straderese mute dalla pioggia improvvisaLe farfalle applaudono al mio passaggiosbattendo le alisopra le pozzanghere che ingoiarono NarcisoHo un galoppo di ondenel mio cuore al guinzaglio.Portami dove si possa dimenticarequesto secolo che ci vede esiliati,questi temporaliche non riescono pi`u a rinfrescarci,queste celebrazioni e abbracciche sembrano inutili corone di fiori.Il mare `e laggi`ulontano come un progetto abbandonatole ruote sparano sassi e ricordisulla salita che la tua casa mi srotola davantiSono l’intagliatore di foglie di carciofoe ti porto in dono sagome di nubiA te,bicchiere dall’orlo sbeccatoche non posso baciare senza ferirmiA te,orecchio reciso e gettato su un pratoper ascoltare i segreti delle formicheA te,porto in dono la mia giacca logora,la mia resistenzae questa poesia smarrita di Pablo Neruda.
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Tua assenza: prato, spiaggia e autostrada
Appoggiato ad un prato verticaleaspetto una farfalla che mi porti in suC’`e un palazzo col labbro leporinocon i balconi feriti dai geraniHo impastato cuori e fili d’erba ho trovato un nido di frullinifra poco il vento mi parler`a di teHo trovato un passaggio segretodentro le tasche dei miei calzoniSpiagge deserte e scogli turchesie ciuffi di candelabri accesiIl tuo corpo inghiottito dalla sabbia i tuoi occhi diventano giriniadesso il mare appartiene a teLa tua schiena `e una calda ipotenusache porta ad un’area di servizioIl mio braccio una netta tangenzialeche sfiora i tuoi cavalcaviaSon rinchiuso in un’oliva con le ruote e respiro finti aromi di foresta – non riesco ancora a far senza di te