Più di mille anni fa, ancor prima dell'arrivo degli spagnoli, gli antenati di Ucañan, gli yunga e i moche, usavano barche di giunchi. Avevano popolato la regione costiera dall'estremo nord fino alla zona dell'odierna città di Pisco, e rifornivano di pesce la grande capitale Chan Chan. Allora, il territorio era ricco di wachaques
, acquitrini prossimi alla costa, alimentati da fonti sotterranee di acqua dolce. Lì un tempo cresceva lussureggiante la canna di palude, con cui Ucañan e quelli che erano rimasti nelle sue stesse condizioni legavano ancora i loro caballitos, non diversamente da come avevano fatto i vecchi. Costruire un caballito richiedeva abilità e calma interiore. Erano imbarcazioni singolari. Lunghe dai tre ai quattro metri, con la prua a punta, ricurva verso l'alto, quei fasci di giunchi erano leggeri come piume e praticamente inaffondabili. Una volta ce n'erano a migliaia a solcare le onde della zona costiera: era il tempo della «pesca d'oro», perché anche nelle giornate peggiori i pescatori tornavano a casa con un bottino molto più ricco di quello che gli uomini come Ucañan neppure osavano sognare.Ma gli acquitrini erano spariti e, con loro, anche i giunchi.
Il Niño almeno era prevedibile. Ogni due anni, nel periodo di Natale, la corrente di Humboldt, di solito fredda, si riscaldava a causa dell'assenza degli alisei e il mare s'impoveriva di sostanze nutritive, quindi sgombri, bonitos
e acciughe non arrivavano. Visto il periodo in cui si manifestava, gli antenati di Ucañan avevano chiamato quel fenomeno El Niño, «Gesù Bambino». A volte, Gesù Bambino si limitava a portare un po' di confusione nella natura senza gravi conseguenze, ma ogni quattro o cinque anni scatenava una punizione divina sugli uomini, come se volesse eliminarli dalla faccia della Terra: uragani, temporali trenta volte più violenti del solito e valanghe di fango costavano la vita a centinaia di persone. Il Niño andava e veniva, era sempre stato così. Non ci si poteva fidare di lui, ma in qualche modo ci si poteva arrangiare. Tuttavia, da quando la ricchezza del Pacifico era stata depredata dalle reti a strascico, la cui dimensione era tale da poter contenere dodici jumbo jet uno di fianco all'altro, le preghiere non servivano più a niente.Forse, mentre i flutti facevano ondeggiare il suo caballito
, Ucañan pensava: Sono davvero stupido. Stupido e colpevole. E forse sono colpevoli anche le associazioni dei pescatori e quelli che hanno firmato gli accordi internazionali. Tutti noi ci siamo affidati alla protezione di un santo cristiano che non può nulla contro El Niño.Un tempo in Perú c'erano gli sciamani
, rifletté. Ucañan aveva sentito raccontare di ciò che gli archeologi avevano trovato nel tempio precolombiano nei pressi della città di Trujillo, immediatamente alle spalle della Piramide della Luna: novanta scheletri, uomini, donne e bambini, uccisi a pugnalate. In un tentativo disperato di fermare la devastante marea del 560, il sommo sacerdote aveva sacrificato la vita di novanta persone, e il Niño se n'era andato.Chi bisognava sacrificare per fermare l'overfishing?
Ucañan rabbrividì a quel pensiero. Era un buon cristiano, amava Gesù Cristo e san Pedro, il protettore dei pescatori. Aveva sempre partecipato con devozione ai festeggiamenti per il giorno di san Pedro, in cui la statua di legno del santo veniva portata in barca di villaggio in villaggio. Al mattino erano tutti in chiesa, ma di notte bruciavano i sacri fuochi. Lo sciamanesimo era in piena fioritura. Ma quale dio poteva venire in soccorso, visto che lo stesso «Gesù Bambino» non era responsabile della miseria dei pescatori, sopraffatto com'era dalla confusione delle forze della natura e dagli interventi di politici e lobbysti?
Ucañan guardò il cielo e socchiuse le palpebre.
Prometteva di essere una bella giornata.
Il nord-ovest del Perú aveva un aspetto idilliaco. Da giorni non si vedeva una nuvola in cielo. A quell'ora i surfisti erano ancora a letto. Prima che il sole facesse capolino, Ucañan aveva portato in mare il suo caballito
a colpi di pagaia, solcando le dolci onde in compagnia di una dozzina di pescatori. Adesso il sole iniziava lentamente a spuntare dietro le montagne scure e il mare aveva una luce pastello. L'infinita distesa, poco prima argentea, aveva assunto una delicata tonalità di blu. All'orizzonte s'intravedevano le sagome di gigantesche navi da carico che si dirigevano verso Lima.