Читаем La velocità del buio полностью

Alle 20.21 ambedue le ruote di scorta sono montate nel retro della mia macchina, che ha un aspetto buffo con le gomme anteriori a terra e quelle posteriori gonfie. Le ruote inservibili sono nel portabagagli dell'auto di Danny e io sono seduto accanto a lui. Di nuovo lui accende la radio e una musica violentemente ritmica mi scuote i nervi. Vorrei balzar fuori, i suoni sono troppo rumorosi e sono sbagliati. Danny mi parla, ma io non riesco a capire ciò che dice: i suoni e la sua voce si confondono.

Quando arriviamo alla rivendita di gomme, lo aiuto a portare le ruote sgonfie nel negozio. L'impiegato mi guarda quasi senza espressione. Prima che io possa cominciare a spiegargli cosa voglio, lui scuote la testa.

— È troppo tardi — dice. — Non possiamo cambiare gomme a quest'ora.

— Ma siete aperti fino alle nove — obietto.

— Il negozio sì; ma non cambiamo gomme così tardi. — Guarda verso la porta del negozio, dove un uomo dinoccolato in calzoni blu scuro e camicia avana con un taschino sta appoggiato allo stipite e si sta pulendo le mani con uno straccio rosso.

— Non sono potuto arrivare prima — spiego. — E comunque voi siete aperti fino alle nove.

— Senta, signore — dice l'impiegato. Ha sollevato un angolo della bocca, ma non in un sorriso e nemmeno in un mezzo sorriso. — Gliel'ho detto: è arrivato troppo tardi. Anche se volessimo metterle gomme nuove alle ruote, dovremmo trattenerci qui fino a dopo le nove. E scommetto che lei non si trattiene fino a tardi solo per finire un lavoro che qualche idiota le ha appiccicato all'ultimo momento.

Apro la bocca per dire che io ho davvero fatto tardi al lavoro ed è per questo che sono arrivato tardi qui, ma Danny ha fatto un passo avanti. L'uomo dietro il bancone di colpo si raddrizza e pare allarmato; comunque Danny sta guardando l'uomo accanto alla porta.

— Ciao, Fred — dice con voce lieta, come se avesse incontrato un amico. Ma in sottofondo c'è uno strano filo di acciaio nella sua voce. — Come te la passi di questi tempi?

— Ah… bene, signor Bryce. Mi mantengo pulito.

A me non pare. Ha macchie nere sulle mani e le unghie sporche; anche i suoi calzoni e la camicia sono macchiati.

— Bravo Fred, bravo. Guarda, a questo mio amico hanno vandalizzato la macchina ieri notte. E ha dovuto far tardi al lavoro perché era arrivato tardi stamattina. Io speravo proprio che tu potessi dargli una mano.

L'uomo alla porta guarda quello dietro il bancone e le loro sopracciglia vanno su e giù. Poi l'uomo dietro il bancone si stringe nelle spalle. — Dovrai chiudere tu — dice; poi si rivolge a me. — Suppongo lei sappia che genere di gomme vuole.

Certo che lo so. Ho comprato gomme qui solo pochi mesi fa, perciò so cosa dire.

Sono le 21.17 quando io e Danny ce ne andiamo con due ruote rimesse a nuovo. Fred le fa rotolare fuori e le mette nel portabagagli della sua macchina. Io mi sento stanchissimo. Non so perché Danny mi stia aiutando. Non mi piace l'idea della sua ruota di scorta sulla mia macchina; è una cosa sbagliata, come un pezzo di pesce in uno spezzatino di carne. Quando arriviamo a casa lui mi aiuta a montare le gomme nuove al posto delle ruote anteriori della mia auto e a mettere le due ruote ancora sgonfie nel portabagagli. Solo allora mi rendo conto che domani mattina potrò andare in macchina al lavoro e a mezzogiorno potrò sostituire tutt'e due le gomme tagliate.

— Grazie tante — dico. — Adesso posso usare l'auto.

— Certo che puoi — dice Danny e sorride, un sorriso autentico stavolta. — Ascolta un suggerimento: cambia posto alla tua macchina. Mettila verso il retro del parcheggio.

— Buona idea — dico. Sono talmente stanco che mi costa molto dirlo.

— Por nada - risponde Danny, mi fa un cenno di saluto ed entra in casa.

Salgo in macchina. L'aria è un poco stantia, ma il sedile è a posto. Sto tremando un poco. Accendo il motore e poi la musica… la mia musica… e lentamente faccio marcia indietro, giro di fianco alle altre macchine e vado a fermarmi al posto che Danny mi ha indicato. È vicino alla sua auto.


Stento ad addormentarmi, anche se sono così stanco, o forse proprio a causa di questo. Mi fanno male le gambe e la schiena. Continuo a pensare di udire rumori e a svegliarmi di soprassalto. Infine metto di nuovo la mia musica, Bach stavolta, e finalmente mi addormento cullato dalla sua armonia.

Al mattino faccio colazione, mi preparo il pranzo ed esco. Per le scale incontro Danny.

— A mezzogiorno farò sostituire le gomme tagliate — gli dico. — Ti restituirò la ruota di scorta stasera.

— Non c'è fretta — risponde. — Oggi non userò la macchina.

Io però gli restituirò la ruota ugualmente, perché non la voglio sulla mia auto. È una stonatura perché non è la mia.


Arrivo al lavoro con cinque minuti di anticipo e trovo nell'atrio il signor Crenshaw e il signor Aldrin che parlano. Il signor Crenshaw mi guarda. Ha gli occhi lucidi e duri. Non mi piace guardarli, ma non abbasso i miei.

— Niente gomme a terra oggi, Arrendale?

— No, signor Crenshaw — dico.

— La polizia ha poi trovato quel vandalo?

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