— Il nuovo dirigente? — chiede Tom.
— Sì. A lui non piace la nostra sezione… non gli piacciono le persone autistiche.
— Ah, probabilmente lui è… — attacca Lucia, ma Tom le lancia un'occhiata e lei non continua.
— Non capisco perché tu creda che a lui non piacciono gli autistici — dice Tom.
Mi rilasso. È tanto più facile parlare con Tom quando lui fa domande in forma indiretta. Non so perché, ma le domande sembrano meno minacciose.
— Lui dice che noi non dovremmo aver bisogno di un ambiente speciale — spiego. — Dice che costa troppo e quindi non dovremmo avere la palestra e… le altre cose. — Mi ricordo di non aver mai descritto a Tom e a Lucia le facilitazioni di cui godiamo sul lavoro.
— Ma questo… — Lucia fa una pausa, guarda Tom e poi riprende: — Questo è ridicolo. Ciò che lui pensa non ha importanza. La legge afferma che i datori di lavoro sono obbligati a fornire ai lavoratori handicappati un ambiente favorevole.
— Finché siamo produttivi come gli altri impiegati — dico. È difficile parlare di questo, mi fa paura. Sento che la gola mi si stringe e che la mia voce ha un suono aspro e meccanico. — E finché le nostre condizioni sono conformi alle categorie diagnostiche contemplate dalla legge…
— L'autismo è una condizione chiaramente più che conforme — dice Lucia. — E sono sicura che siete produttivi, o non vi avrebbero tenuti tanto a lungo.
— Lou, il signor Crenshaw minaccia forse di licenziarvi? — chiede Tom.
— No… non esattamente. Vi ho parlato di quel trattamento sperimentale. Non l'hanno più menzionato per un poco, ma adesso loro… il signor Crenshaw, la compagnia… vogliono che noi ci sottoponiamo a esso. Ci hanno spedito una lettera, in cui si diceva che gli impiegati facenti parte di un protocollo di ricerca erano immuni dai tagli di personale. Il signor Aldrin ha parlato col nostro gruppo. Dovremo tenere una riunione sabato prossimo. Io pensavo che non avrebbero potuto costringerci a sottoporci al trattamento, ma secondo il signor Aldrin il signor Crenshaw può abolire la nostra sezione e rifiutarsi di riassumerci per qualche altro lavoro perché non sappiamo far altro. Secondo lui possono far questo perché non sarebbe un licenziamento ma solo un cambiamento nella configurazione della compagnia.
Tom e Lucia sembrano ambedue molto in collera, hanno i visi contratti e la pelle lucida. Non avrei dovuto parlare di quelle cose, non era il momento adatto.
—
— Non avrei dovuto dirvi questo — mi scuso, ancora incerto.
— Sì che avresti dovuto — ribatte lei. — Noi siamo tuoi amici e dovremmo saperlo se qualcosa non va nella tua vita, in modo da poterti aiutare.
— Lucia ha ragione — dice Tom. — Gli amici devono aiutarsi reciprocamente. Come hai fatto tu quando ci hai aiutati a costruire le rastrelliere.
— Quelle le usiamo tutti — obietto. — Il mio lavoro invece riguarda solo me.
— Sì e no — dice Tom. — Il tuo problema è individuale, ma ha un interesse generale. Potrebbe riguardare ogni handicappato che lavori in qualsiasi altro posto. Cosa succederebbe se una ditta decidesse che una persona su una poltrona a rotelle non ha bisogno di rampe? A voi serve un legale, Lou. Non avevi detto che il Centro poteva trovarvene uno?
— Prima che arrivino gli altri, Lou, perché non ci dici qualcosa di più su questo signor Crenshaw e sui suoi piani? — chiede Lucia.
Mi accomodo sul sofà e cerco di riferire la storia più chiaramente che posso.
— Esiste un trattamento che loro… cioè qualcuno… ha usato su scimmie adulte — comincio. — Io non sapevo che le scimmie potessero essere autistiche, ma il fatto è che queste scimmie autistiche sono diventate più normali dopo aver ricevuto il trattamento. Adesso il signor Crenshaw vuole che lo facciamo anche noi.
— E voi non volete? — domanda Tom.
— Io non capisco come funzioni o in che modo possa migliorare le nostre condizioni — dico.
— Il tuo dubbio è ragionevole — approva Lucia. — Sai chi ha condotto la ricerca, Lou?
— Non ne ricordo il nome — dico. — Un mio amico mi spedì un'e-mail sull'argomento alcune settimane fa. Mi mandò un articolo e io lo lessi, ma non ne capii un gran che. Non ho studiato mai quel genere di argomenti.
— Hai ancora l'articolo? — chiede lei. — Posso domandare informazioni in proposito.
— Davvero?
— Certo. Almeno al dipartimento potranno dirmi se i ricercatori sono considerati persone affidabili o no.
— Noi avevamo avuto un'idea — dico.
— Noi chi? — domanda Tom.
— Io e le persone con le quali lavoro.
— Gli altri autistici?