Gabrielle lo guardò dubbiosa. «Stop alla spesa, cominciamo la ripresa?»
Herney ridacchiò. «Qualcosa del genere.»
«Presidente, sappiamo tutti e due che, al momento, io costituirei più che altro un intralcio.»
Herney alzò le spalle. «Lasci passare qualche mese e tutto sarà dimenticato. Tanti grandi uomini, e grandi donne, hanno sofferto momenti difficili sulla via della gloria.» Le strizzò l'occhio. «Alcuni sono diventati addirittura presidenti degli Stati Uniti.»
Gabrielle sapeva che aveva ragione. Disoccupata solo da poche ore, quel giorno aveva già respinto due offerte di lavoro: una di Yolanda Cole della ABC, un'altra della casa editrice St Martin's Press, che le aveva offerto uno scandaloso anticipo per scrivere un'autobiografia molto esplicita. "No grazie."
Mentre si avviava con il presidente lungo il corridoio, Gabrielle pensò alle sue foto, che in quel momento venivano sbattute su tutti gli schermi televisivi.
"Il danno sarebbe stato peggiore per il paese" si disse. "Molto peggiore."
Gabrielle, dopo essere andata alla ABC per recuperare le foto e prendere in prestito il lasciapassare della stampa, si era intrufolata di nuovo nell'ufficio di Sexton per assemblare i duplicati delle buste e stampare copie degli assegni che attestavano i finanziamenti illeciti. Poi, dopo l'incontro al Washington Monument, aveva consegnato le copie degli assegni allo sbalordito senatore insieme alle sue richieste. "Dia al presidente la possibilità di spiegare i suoi errori sul meteorite, altrimenti verrà divulgato anche il resto." Sexton aveva dato un'occhiata al fascio di prove, poi si era chiuso nella sua limousine per allontanarsi in fretta. Da quel momento, era scomparso dalla circolazione.
Ora, mentre giungeva con il presidente alla porta sul retro della sala stampa, Gabrielle sentì il mormorio della folla in attesa. Per la seconda volta in ventiquattr'ore, il mondo si riuniva per ascoltare un messaggio speciale del presidente.
«Cosa dirà?» chiese Gabrielle.
Herney sospirò. La sua espressione era straordinariamente calma. «Col passare degli anni, ho notato più volte che…» Le mise una mano sulla spalla e sorrise. «… La verità è sempre la cosa migliore.»
Inaspettatamente, Gabrielle si sentì riempire d'orgoglio mentre lo guardava avanzare a grandi passi verso il podio. Zach Herney stava per ammettere il più grande errore della sua vita, eppure, stranamente, non era mai apparso tanto autorevole.
133
Quando Rachel si svegliò, la stanza era buia.
Le ventidue e quattordici, segnalava la scritta luminosa dell'orologio. Non era nel suo letto. Rimase immobile per alcuni momenti, chiedendosi dove si trovasse. Lentamente, tutto cominciò a tornarle alla memoria. Il megapennacchio… la mattinata al Washington Monument… l'invito del presidente di rimanere alla Casa Bianca.
"Sono alla Casa Bianca" si disse. "Ho dormito qui tutto il giorno."
L'elicottero della guardia costiera, su ordine del presidente, aveva trasportato gli esausti Michael Tolland, Corky Marlinson e Rachel Sexton dal Washington Monument alla Casa Bianca, dov'erano stati rifocillati con una sontuosa colazione, sottoposti a visita medica e avevano potuto scegliere di riposare in una delle quattordici camere da letto a disposizione degli ospiti.
Tutti e tre avevano accettato.
Rachel stentava a credere di avere dormito tanto. Accese la televisione e rimase sbalordita nel constatare che il presidente Herney aveva già concluso la conferenza stampa. Rachel e gli altri gli avevano offerto di stare al suo fianco mentre annunciava al mondo la deludente vicenda del meteorite. "Abbiamo commesso questo errore tutti insieme." Ma Herney aveva insistito per caricare l'intero fardello sulle proprie spalle.
«È triste» stava dicendo un analista politico alla televisione «ma purtroppo sembra confermato che la NASA non ha scoperto tracce di vita proveniente dallo spazio. Questa è la seconda volta, in dieci anni, che l'agenzia spaziale proclama erroneamente di avere identificato tracce di vita extraterrestre in un meteorite. In questa occasione, peraltro, sono incorsi nell'equivoco anche parecchi autorevoli scienziati civili.»
«In circostanze normali» intervenne un altro analista «un inganno delle dimensioni che il presidente ha qui descritto questa sera avrebbe un effetto devastante per la sua carriera… tuttavia, considerando gli avvenimenti di questa mattina al Washington Monument, devo dire che le probabilità di Zach Herney di assicurarsi la presidenza non sono mai apparse migliori.»
Il primo analista annuì. «Non c'è vita nello spazio, ma non c'è più vita neanche nella campagna elettorale del senatore Sexton. Infatti, continuano a emergere nuove informazioni sui finanziamenti al senatore, che fanno ipotizzare guai seri…»
Qualche colpetto alla porta attirò l'attenzione di Rachel.