Ma proprio mentre pronunciava queste nobili parole, Mister Carotino si sentì afferrare alla vita da qualcosa che lo stringeva fino a farlo soffocare: udì il rumore di una molla che scattava e costatò che stava volando a sua volta tra i rami degli alberi. Anzi, notò che si trattava della stessa quercia sulla quale si era arrampicato Segugio, e quando il volo finì egli si trovò a due palmi dalla coda del suo cane, bene assicurato al tronco da una solida fune.
— Ve l'avevo detto, — disse il cane, nel suo solito tono lamentoso. — Ve l'avevo molto, molto detto.
Carotino faceva sforzi terribili per mantenere la sua dignità in quella scomoda posizione.
— Tu non mi hai detto un bel niente. Il tuo dovere sarebbe stato di avvertirmi che stavo per cadere in un tranello, invece di farmi perdere il tempo in chiacchiere.
Segugio si morse la lingua per non rispondere. Capiva benissimo lo stato d'animo del suo padrone, e non desiderava procurargli altri dispiaceri.
— Eccoci dunque in trappola, — riflette Carotino. — Pensiamo ora come uscirne.
— Non vi sarà tanto facile, — disse una vocina ai loro piedi.
— Ma questa, — pensò Carotino, — questa è la voce della bella prigioniera.
Guardò in basso, aspettandosi di vedere comparire una schiera di terribili pirati col coltello fra i denti, e in mezzo a loro una principessa in lacrime: vide invece un gruppetto di ragazzini che si rotolavano per terra dalle risa.
Ravanella, Patatina, Fagiolino e Tomatino si abbracciavano ridendo, poi improvvisarono un gaio girotondo attorno alla quercia.
— Lor signori, — cominciò con aria severa l'investigatore, — lor signori avranno la bontà di spiegarmi che scherzo è questo.
— Noi non siamo signori, — rispose Fagiolino — siamo pirati.
— E noi siamo principesse prigioniere.
— Mi facciano subito scendere di qui, altrimenti sarò costretto a prendere severi provvedimenti.
— Prenderemo molti, molti provvedimenti, — aggiunse il cane agitando rabbiosamente il suo mozzicone di coda.
— Non credo che potrete prendere né molti né pochi provvedimenti fin che starete in quella posizione, — disse Ravanella.
— E noi cercheremo di lasciarvi lassù il più a lungo possibile, — rincarò Tomatino.
— La situazione mi sembra chiara, — bisbigliò Carotino nell'orecchio di Segugio.
— Molto, molto chiara, — approvò tristemente Segugio.
— Siamo prigionieri di una banda di ragazzi, — continuò l'investigatore. — Quale disonore per me. Inoltre si tratta quasi certamente di ragazzi assoldati dagli evasi per farci perdere le loro tracce.
— Si tratta molto, molto certamente di ragazzi assoldati, — ammise il cane. — Solo mi meraviglio della bravura con cui ci hanno preparato questa trappola.
Segugio si sarebbe meravigliato anche di più se avesse saputo che la trappola era stata preparata da Ciliegino in persona. Il Visconte aveva letto molti libri di caccia grossa e conosceva ogni sorta di avventure di viaggio. Una volta tanto, aveva deciso di risolvere da solo la situazione, senza ricorrere all'aiuto di Cipollino e c'era riuscito brillantemente.
Nascosto dietro un cespuglio, osservava la scena, soddisfatto del suo lavoro.
— Ecco due avversari, — pensava, — immobilizzati per un pezzo.
E fregandosi le mani si allontanò.
Ravanella e gli altri si diressero verso la grotta per dar l'annuncio dell'impresa a Cipollino. Ma giunti alla grotta non trovarono più nessuno. La grotta era deserta. Le ceneri del focolare erano fredde.
Capitolo XVII
Cipollino fa amicizia con un Orso senza malizia
Torniamo, come si dice, un passo indietro, altrimenti non riusciremo a sapere che cosa è accaduto nella grotta.
Zucchina e Mirtillo non si potevano dar pace per la perdita della casetta. Si erano tanto affezionati a quei centodiciotto mattoni, che li consideravano come centodiciotto figli. La sventura li aveva fatti diventare amici, anzi, Zucchina aveva perfino promesso al sor Mirtillo:
— Se riusciremo a rientrare in possesso della nostra casina, verrete ad abitare con me.
Mirtillo aveva accettato con le lacrime agli occhi. Ormai Zucchina, come avrete notato, non diceva più la
Una volta litigarono perfino per stabilire chi dei due volesse più bene alla casina. Il sor Zucchina sosteneva che Mirtillo non poteva volerle bene quanto lui:
— Io ho sudato tutta la vita per costruirla.
— Ma ci avete abitato così poco: io invece ci ho abitato quasi una settimana.
Questi litigi però finivano presto. Presto infatti scendeva la sera e c'era troppo da pensare a tenere indietro i lupi per stare a discutere di proprietà immobiliari.
In quel bosco c'erano lupi, orsi ed altre fiere selvagge, ed ogni sera bisognava accendere un gran fuoco attorno alla grotta per sventarne gli assalti.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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