Читаем Operazione Domani полностью

Georges apparve con la perfetta scelta di tempi di un gatto; in questo caso di mamma gatta, che seguì Georges precedendolo. I micini vennero espulsi per editto di Janet, perché Jan era troppo indaffarata per stare attenta a non pestarli. Inoltre Janet decretò che mentre mangiavamo avrebbe escluso il notiziario e che l’emergenza non sarebbe stata argomento di conversazione a tavola. L’idea mi andava benissimo, perché quegli eventi strani e cupi avevano continuato a ronzarmi nel cervello da che erano iniziati, anche mentre dormivo. Come fece notare Janet mentre dettava quell’ordine, solo una bomba H poteva penetrare le nostre difese, e dell’esplosione di una bomba H non ci saremmo accorti; quindi, rilassiamoci e godiamoci la colazione.

Io me la godetti, e anche mamma gatta, che si mise a pattugliare ai nostri piedi in senso antiorario, informandoci a turno quando era il momento di darle un po’ di pancetta. Credo che la pancetta l’abbia mangiata quasi tutta lei.


Dopo che io ebbi lavato i piatti (recuperati anziché riciclati; in certe cose Janet era all’antica) e Janet ebbe preparato un’altra brocca di caffè, lei riaccese il terminale e noi sedemmo a guardare e discutere le notizie; in cucina invece che nel salone dove avevamo cenato, perché la cucina era de facto il loro soggiorno. Janet possedeva quella che si chiama «cucina di campagna», anche se nessun campagnolo ne ha mai avuta una così bella: un grosso camino, una tavola rotonda per i pasti della famiglia con robuste sedie di legno, grandi sdraio molto comode, un sacco di pavimento libero e nessun problema di traffico perché la preparazione del cibo avveniva al lato opposto della stanza. I micini furono riammessi, il che mise fine alle loro proteste; entrarono tutti code e attenzione. Ne presi uno, un affarino morbido e bianco, con macchie nere; le sue fusa erano più grosse di lui. Chiaramente, la vita amorosa di mamma gatta non era stata limitata da nessun codice; non c’erano due cuccioli identici.

La maggioranza delle notizie erano vecchie, ma nell’Impero si era verificato un nuovo sviluppo.

I democratici venivano arrestati, giudicati da corti marziali riunite all’aperto (tribunali militari, le chiamavano) e giustiziati sul posto: laser, fucilate, qualche impiccagione. Dovetti costringermi a un rigoroso controllo mentale per guardare. Le condanne a morte colpivano fino a quattordici anni di età. Vedemmo una famiglia in cui i due genitori, già condannati, insistevano a sostenere che il figlio aveva solo dodici anni.

Il presidente della corte, un caporale della Polizia Imperiale, mise fine alla discussione togliendo la pistola dal fodero, sparando al ragazzo, e poi ordinando ai suoi uomini di finire i genitori e la sorella maggiore del ragazzo.

Ian tolse il video, passò ai soli flash in audio, e abbassò il volume. — Ho visto tutto quello che voglio vedere — ringhiò. — Credo che chiunque sia al potere dopo la morte del presidente stia liquidando tutti quelli che sono sulla lista dei sospetti.

Si morse il labbro, con aria cupa. — Marj, sei ancora della stupida idea di tornare subito a casa?

— Non sono una democratica, Ian. Sono apolitica.

— Credi che quel ragazzo avesse opinioni politiche? Quei cosacchi ti ucciderebbero solo per divertimento. Comunque, non puoi andartene. Il confine è chiuso.

Non gli dissi che ero certa di poter superare qualunque confine del globo. — Credevo fosse chiuso solo per chi cerca di trasferirsi al Nord. Non lasciano tornare a casa i sudditi dell’Impero?

Lui sospirò. — Marj, non hai più cervello del gattino che tieni in grembo? Non capisci che le ragazzine carine possono farsi male, se insistono a giocare coi ragazzi cattivi? Se fossi a casa, sono sicuro che tuo padre ti direbbe di non uscire. Ma ti trovi qui in casa nostra, e questo dà a Georges e me l’obbligo morale di proteggerti. Eh, Georges?

— Mais oui, mon vieux! Certainement!

— E io ti proteggerò da Georges. Jan, vuoi convincere questa bambina che sarà la benvenuta finché vorrà restare? Credo sia il tipo deciso di donna che cerca sempre di pagare il conto.

— Non è vero!

Janet disse: — Marjie, Betty mi ha detto di prendermi cura di te. Se pensi di approfittare troppo, puoi fare un’offerta alla Croce rossa del Canada Britannico. O a una casa di riposo per gatti indignati. Ma si dà il caso che noi tre guadagnamo tutti cifre assurde, e non abbiamo figli. Tenerti qui ci sarà di peso quanto tenere un altro micino. Allora, ti fermi? Oppure devo nasconderti i vestiti e sculacciarti?

— Non voglio essere sculacciata.

— Peccato, ci speravo. La questione è sistemata, gentili signori. Lei resta, Marj, ti abbiamo truffata. Georges ti chiederà di posare per un numero insopportabile di ore, è un bruto, e ti avrà per una manciata di cibo invece delle tariffe sindacali che deve sborsare di solito. Ci speculerà su.

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