Il giovane tenne a freno il proprio istinto. Non poteva permettersi di perdere le staffe davanti a quei due. Gli venne un'idea, e con un sorriso affettato rispose: «Oh, no, sono io che vi devo rendere omaggio. Senza la vostra approvazione, non avrei mai potuto entrare nel Farthen Dùr.» Fece un inchino per ciascuno, mettendoci quanto più veleno possibile.
Gli occhi dei Gemelli lampeggiarono d'irritazione, ma i due ricambiarono il sorriso e dissero: «Siamo onorati che uno così.... importante... come te abbia tanta stima di noi. Ti siamo debitori per le tue parole gentili.»
Questa volta toccò a Eragon sentirsi irritato. «Me ne ricorderò se ne avrò bisogno.» Saphira s'intromise nei suoi pensieri.
I Gemelli si avvicinarono, con un lieve fruscio dei manti sul pavimento. Le loro voci suonarono più cordiali. «Ti cercavamo anche per un'altra ragione. Cavaliere. I pochi maghi che vivono a Tronjheim hanno formato un gruppo. Ci chiamiamo Du Vrangr Gata, ossia il...»
«Il Tortuoso Cammino, lo so» li interruppe Eragon, ricordando quello che aveva detto Angela in proposito.
«La tua conoscenza dell'antica lingua è sorprendente» disse un Gemello in tono lusinghiero. «Come dicevamo. Du Vrangr Gata ha sentito parlare delle tue gesta potenti, e siamo venuti a portarti l'invito di entrare a far parte del gruppo. Saremmo molto onorati di avere uno della tua levatura come membro. E credo che potremmo essere in grado di assisterti.»
«In che modo?»
L'altro Gemello rispose: «Noi due abbiamo acquisito molta esperienza nelle cose magiche. Potremmo guidarti….mostrarti gli incantesimi che abbiamo scoperto e insegnarti parole di potere. Nulla ci renderebbe più felici che poterti assistere, in piccola parte, nel tuo cammino verso la gloria. In cambio non ci devi niente, ma nel caso che lo ritenessi opportuno, potresti condividere con noi qualche frammento delle tue conoscenze.»
Il volto di Eragon si oscurò quando capì che cosa gli stavano chiedendo. «Credete che io sia uno sciocco?» esclamò infuriato. «Non accetterò mai di diventare vostro allievo perché possiate imparare le parole che Brom mi ha insegnato! Ah, chissà che rabbia avete provato, quando non siete riusciti a rubarmele dalla mente.»
I Gemelli gettarono all'improvviso la maschera di cordialità. «Non si scherza con noi, ragazzo! Noi siamo quelli che esamineranno le tue capacità magiche. E potrebbe essere molto spiacevole. Ricorda, basta un semplice incantesimo mal formulato per uccidere qualcuno. Sarai anche un Cavaliere, ma noi siamo più forti di te.»
Eragon rimase imperturbabile, anche se il suo stomaco si torceva dolorosamente. «Prenderò in considerazione la vostra off erta, ma,..»,
«Aspettiamo la tua risposta per domani. E fa' in modo che sia quella giusta.» Si congedarono con un sorriso gelido e si allontanarono.
Eragon restò dov'era, torvo.
Il nano infilò il manico dell'ascia in un passante di pelle che aveva alla cintura, poi scortò Eragon al cancello, dove lo attendeva Saphira. Intorno a lei si era già radunato un folto gruppo di curiosi. Eragon li ignorò, si arrampicò sul dorso della dragonessa, e insieme volarono verso la rocca.