Siate molto prudenti se vi imbattete in individui la cui tecnologia non è uguale alla nostra. Ricordate tutte le culture sterminate nei sette secoli passati. Ricordate tutti i milioni di individui che sono morti sulla Terra: intere tribù e nazioni, gruppi linguistici, religioni, tutti spariti, annientati. Ricordate gli altri ominidi che non sono più con noi. Ricordate l’Homo sapiens di Neandertal.
Ora pensiamo di capire il processo. Siamo convinti che non ripeteremo gli stessi errori. Ma non ne siamo sicuri.
Muovetevi molto adagio. Pensate a quello che state facendo.
Lao Zi e Zhuang Zi ci ricordano i pericoli dell’azione.
I maestri del Chan e dello Zen ci avvertono che quando facciamo delle discriminazioni, quando facciamo una distinzione fra "bene" e "male, "alto" e "basso", ci allontaniamo dalla vera comprensione.
Carlo Marx ci dice che l’azione è inevitabile e che dobbiamo fare delle distinzioni per comprendere.
Avete la vostra scelta di saggi.
Tuttavia, ricordate che, secondo Marx, il fine del socialismo è l’azione
Ricordate, anche, che le categorie non sono fisse. "Bene" e "male" cambiano il loro significato. "Alto" e "basso" sono relativi. È possibile che le distinzioni — le discriminazioni — che portate con voi nel vostro viaggio non siano utili quando arriverete.
Buona fortuna.
Copie di questo promemoria sono state inserite nel Sistema di Informazioni con Libero Accesso, negli Archivi dell’Alleanza delle Comunità Umane e negli Archivi della Quinta, Sesta e Ottava Internazionale.
Appendice A: Su possibile/i significato/i di "più" o "meno" progredito.
Appendice B: Perché riteniamo più probabile che incontriate individui con una tecnologia meno progredita.
Appendice C: Relazione di minoranza sui rischi dello sciovinismo culturale.
Appendice D: Relazione di minoranza sui rischi della paura.
Appendice E: Relazione di minoranza sulla pertinenza dei concetti taoisti e buddisti.
Appendice F: Relazione di minoranza sulla pertinenza di Carlo Marx.
Appendice G:
Appendice H:
PARTE PRIMA
Anasu
Sua madre era stata una lavoratrice del ferro, una seguace della Signora della Fucina. Ma era morta giovane, una primavera durante la stagione degli accoppiamenti. Succedeva, a volte. Una donna lasciava il villaggio e non vi faceva più ritorno.
Le vecchie dicevano: "L’ha uccisa un balordo. Ah! È ben difficile il destino delle donne!".
In ogni caso, Nia e suo fratello erano rimasti soli. Fu Suhai, una delle sorelle di sua madre, a prenderli con sé. Era un donnone burbero con un pelame così scuro che pareva più nero che bruno.
Insieme a loro, si prese anche le cose di sua madre: la tenda, il carro, i sei castrati di cornacurve e tutti gli utensili di ferro, bronzo e pietra.
— Un giusto compenso — disse loro Suhai. — Mi costerete parecchio negli inverni a venire. Ho anche delle figlie mie a cui pensare.
Suo fratello Anasu, che a quel tempo aveva otto anni, disse: — Sei sempre stata un’arraffona.
Suhai gli rivolse un’occhiata torva. — Vattene fuori. Non voglio averti sotto gli occhi.
Anasu fece il cenno dell’assenso, quindi si alzò. Il lembo della tenda era sollevato e Nia riusciva a vedere chiaramente il fratello. Aveva una figura slanciata e armoniosa. La sua pelliccia era di un bruno rossiccio e splendeva come rame alla luce del sole. In seguito le sembrava di ricordare che quel giorno lui portasse un gonnellino di tessuto blu scuro, alti stivali e una cintura dalla fibbia d’argento.
Anasu se ne andò. Nia guardò Suhai, seduta curva presso il fuoco, che era spento.
— Grazie alla Madre delle Madri, non ho figli maschi. Bene, intendo fare quel che è giusto. Lo crescerò, anche se non mi aspetto che sia piacevole neppure per un momento. Tu, Nia, mi darai meno disturbo, ne sono certa. Le donne della nostra famiglia sono sempre state di carattere tranquillo.
Nia non rispose.
Le cose andarono proprio come aveva previsto Suhai. Crescere Anasu non le procurò mai alcuna gioia, nonostante lui fosse intelligente e abile. Nessun ragazzo della sua età sapeva ricamare meglio. Era abile con l’arco ed era anche di carattere amabile, fuorché nelle vicinanze di Suhai. Loro due non facevano che bisticciare.
Nia si teneva fuori dagli alterchi. Scoprì di essere una persona timorosa. Quasi buona a niente, diceva a se stessa. Non era in grado di aiutare Anasu, sebbene si sentisse più vicina a lui che a chiunque altro; e non era capace di tenere testa a Suhai. Faceva sempre e soltanto quello che voleva sua zia.