Gliene servì una porzione più che generosa, e il gatto nero grande e grosso iniziò a masticare lentamente, per gustarli bene. Che biscottini deliziosi, croccanti, al sapore di pesce!
<
<
Zorba, il gatto nero grande e grosso, aveva degli ottimi motivi per pensarla così di quel bambino che spendeva i soldi della sua paghetta in quei deliziosi croccantini, che teneva sempre pulita la lettiera dove lui faceva i suoi bisogni, e che lo istruiva parlandogli di cose importanti.
Avevano l'abitudine di passare molte ore assieme sul balcone osservando l'incessante traffico del porto di Amburgo, e lì, per esempio, il bambino gli diceva:
<
Come tutti i ragazzi di porto, anche quel bambino sognava viaggi in paesi lontani. Il gatto nero grande e grosso lo ascoltava facendo le fusa, e si vedeva anche lui a bordo di un veliero che solcava i mari.
Sì. Il gatto nero grande e grosso nutriva molto affetto per il bambino, e non aveva dimenticato che gli doveva la vita.
Zorba aveva contratto quel debito il giorno stesso in cui aveva abbandonato la cesta che faceva da casa a lui e ai suoi sette fratelli.
Il latte di sua madre era tiepido e dolce, ma Zorba voleva assaggiare una di quelle teste di pesce che la gente del mercato dava ai gatti adulti. Non che pensasse di mangiarla tutta lui, no, la sua idea era di trascinarla fino alla cesta e là miagolare ai fratelli:
<
Pochi giorni prima che abbandonasse la cesta, sua madre gli aveva miagolato molto seriamente: