— Va bene. Come ricorderai dagli studi intensi fatti sui fenomeni elettrici, hai stabilito che il problema fondamentale nella costruzione di un congegno cronomotore era l’abolizione delle Leggi di Kirchoff. Ti interessava in modo particolare la seconda legge e il fatto che la somma algebrica delle forze elettromotrici, in qualsiasi circuito chiuso, equivale alla somma algebrica dei prodotti della resistenza di ciascuna componente…
— Cerca di essere più semplice. Non riesco a capire — lo interruppe Jack Breton.
— D’accordo. E, del resto, manca il tempo. Partiremo dalla legge della conservazione dell’energia. L’universo è un sistema completamente chiuso, e deve obbedire al principio fondamentale che la somma della sua massa e della sua energia debbono restare costanti. Fin quando tu non lo hai lasciato, l’universo del Tempo A conteneva tutta la massa e tutta l’energia che aveva e avrebbe sempre posseduto. — Breton Senior parlava sempre più in fretta. — Ma tu, Jack, sei una creatura composta di massa e di energia e, abbandonando l’universo di Tempo A, hai provocato una perdita a cui è assolutamente impossibile porre rimedio. Ed entrando nell’universo di Tempo B hai creato un sovrappiù, un sovraccarico nel tessuto dello spazio-tempo. Squilibri simili sono tollerati solo per pochissimi istanti…
— Ah, dunque è cosi — s’intromise John Breton, partecipando per la prima volta alla conversazione. — È per questo che si sono verificati i cambiamenti nella costante gravitazionale. Così si spiega la pioggia di stelle cadenti, e tutto il resto. — Guardò Jack con aria indagatrice. — Tutto ha avuto inizio la sera del tuo arrivo. Adesso lo ricordo. Vidi un paio di stelle cadenti, quando accompagnai alla porta Gordon e Miriam. E quella stessa sera, Carl mi telefonò per dire…
— Il tempo a mia disposizione è quasi finito — tagliò corto Breton Senior, che s’era accasciato sul banco e con la voce ridotta a un roco sussurro. — Jack, più rimani fuori del tuo universo, e più si accentueranno gli squilibri che finiranno col distruggere tutte e due le correnti temporali. Devi tornare subito!
— Continuo a non capire — dichiarò Jack Breton, traendo un profondo sospiro, mentre si sforzava di far funzionare il cervello. — Dici che restando qui distruggerò l’universo, eppure tu, a quanto pare, sei tornato in questo tempo, da un futuro che non dovrebbe esistere.
— Quanto credi che sia lontano questo futuro?
— Non lo so. — Jack cominciava ad aver paura.
— Vent’anni? Trent’anni? — insisté Breton Senior.
— Immagino di si.
— No. Solo quattro anni.
— Ma… — Jack era sbigottito, e si accorse che lo era anche John.
— Io ho solo quattro anni più di voi — disse Breton Senior, facendo uno sforzo per raccogliere le poche energie che gli restavano. — Ma vedo che non avete ancora completamente afferrato la situazione. È colpa mia. Non sono stato abbastanza chiaro, ma pensavo che avreste capito… Non vedi, Jack? Io sono quello che tu diventerai se uccidi il tuo te stesso del Tempo B e continui a vivere in questa corrente temporale con Kate. Io ho passato quello che passerai tu, se resterai qui, e ne porto le conseguenze. Ne porto le conseguenze! — ripeté con una risata quale Jack Breton non aveva mai udito; e poi continuò a parlare, ma non ai due uomini che gli stavano davanti… le sue frasi spezzate delineavano i lineamenti della faccia di Armageddon.
“…quando i legami della forza di gravità si allentarono, i pianeti si allontanarono dal sole, seguendo nuove orbite adeguate all’equilibrio alterato delle forze radiali e gravitazionali. Ma non si mossero abbastanza in fretta, perché il sole li seguì come una madre impazzita decisa a uccidere i propri figli. Dilatato, trasudando nell’universo il pus nucleare della propria dissoluzione, bombardò i pianeti figli con un’inimmaginabile quantità di radiazioni letali.
“Breton Senior visse per quattro anni in un mondo che era diventato l’arena di due diverse forme di morte, in lotta tra di loro per accaparrarsi la maggior quantità di carcasse umane. Gli antichi flagelli della fame e della peste si trovarono a combattere contro nuovi contendenti: il cancro epidemico e la mutazione epidemica sterilizzante.
“Quando Kate morì di un male senza nome, Breton scoprì in sé qualcosa che mancava fino dal suo primo viaggio nel tempo: il potenziale cronomotore, che nei comuni mortali è il rimorso. Si accinse a costruire un nuovo cronomotore, anche se intralciato dalla perdita di un occhio, e riuscì a finirlo in poche settimane. Era sua intenzione persuadere Breton a tornare nella propria corrente temporale, in modo da ricostruire l’equilibrio universale prima che fosse troppo tardi.