L'Europa si sta lentamente riprendendo dalle conseguenze dello tsunami. Le epidemie in America orientale continuano a infuriare, anche se il loro effetto si sta indebolendo e pare che una nuova serie di vaccini cominci a funzionare. Queste sono le buone notizie. Di contro, il mondo è precipitato in un vortice di rabbia. Come possiamo convivere con la montagna di macerie in cui si è sgretolata la nostra autostima? Le religioni rivelate ci sono debitrici di una spiegazione, in particolare il cristianesimo: Adamo ed Eva, gli archetipi della nostra specie, hanno già lasciato il campo da tempo agli elementi costituivi della biochimica. La Chiesa è stata costretta ad accettare l'idea che Dio abbia iniziato la creazione con proteine e aminoacidi. È un principio accettabile. La cosa importante è che Lui
Il cristianesimo ha dovuto adattarsi anche all'esistenza d'intelligenze extraterrestri. Perché Dio non avrebbe dovuto ripetere la sua creazione, se gli andava? Anche ammesso che gli altri esseri abbiano un aspetto diverso, sono comunque frutto della volontà divina. Il modello umano rientra perfettamente nella cornice dei princìpi che Lui ha stabilito con la forza della sua volontà. Sugli altri pianeti, Dio ha creato nella cornice di altri princìpi e quindi sono nate forme di vita diverse. In un modo o nell'altro, Dio ha creato secondo la sua immagine, perché il concetto di «ritratto» è da intendersi in senso metaforico: la creazione non corrisponde all'immagine riflessa di Dio, ma all'immagine che Lui aveva in mente quando si è messo all'opera.
La Chiesa non ha faticato a elaborare questi concetti, ma il problema che le si presentava era di altra natura: se è vero che il cosmo è abitato da altre forme intelligenti, tutte create da Dio, deve esserci anche una storia legata al figlio di Dio su ogni pianeta? Gli abitanti di ogni mondo sono necessariamente peccatori, redenti dal sacrificio divino?
Si potrebbe anche ribattere che una specie creata da Dio non debba inevitabilmente diventare peccatrice. Su un pianeta lontano, se gli abitanti seguono le leggi divine, allora non è necessario un redentore. In tal caso si aprirebbe un problema complesso: se quest'altra specie ha sempre vissuto secondo la parola di Dio, allora, nella mente di Dio, è quella la specie migliore? Si sarebbe dimostrata più degna degli uomini, quindi Dio dovrebbe darle la precedenza. In questo modo, però, l'umanità diventerebbe una creazione di seconda classe, con precedenti penali, visto che è già stata espulsa una volta per indegnità morale. In maniera più drastica, si potrebbe dire: con l'umanità, Dio non ha fatto il suo capolavoro. Ha sbagliato. Non ha potuto impedire che l'umanità diventasse peccatrice, così si è visto costretto a sacrificare il figlio per cancellare la colpa. Una sorta di credito pagato col sangue. Quale padre fa una cosa simile a cuor leggero? Dio stesso deve essere arrivato alla conclusione che con l'umanità aveva fallito.
Gli scienziati postulano l'esistenza nell'universo di migliaia e migliaia di civiltà. Trovare galassie popolate esclusivamente da ragazzi modello sembra un po' inverosimile, quindi possiamo ipotizzare che almeno qualcuna delle altre specie sia peccatrice, e quindi che avrebbe bisogno di un redentore. Nella religione, problemi di questo genere non sono robetta, ma dogmi e princìpi. Non importa quanta colpa si porti su di sé, ma che la colpa ci sia. In altre parole: con Dio non si può mercanteggiare. Il tradimento della fiducia è il tradimento della fiducia. La pena è la pena e la redenzione è la redenzione.
Di conseguenza, la storia della redenzione si sarebbe dovuta ripetere molte volte. Ma si può essere certi che Dio, altrove, non abbia trovato altre strade per rimediare ai difetti della sua creazione? Magari senza far morire suo figlio? E così si presenta un nuovo problema: la morte di Cristo è stata dolorosa, ma imprescindibile perché è stata la via scelta da Dio e quindi l'unica possibile. Ma, se ci fossero state alternative, quella sarebbe rimasta l'unica via giusta? Come si può rappresentare l'infallibilità di Dio se Lui, su un pianeta, ritiene necessario il sacrificio del figlio per purificare la creazione e su un altro no? Sacrificare il figlio è stato un errore che Dio non voleva ripetere su altri pianeti? E che senso ha pregare un Dio che non tiene le cose saldamente in mano?
In senso stretto, dunque, il cristianesimo potrebbe accettare solo intelligenze che rivelano una storia della Passione. In caso contrario, a uscirne male sono o l'umanità o Dio. Ma neppure i custodi della dottrina cristiana possono immaginare un universo pieno di storie della Passione. E allora cosa resta?
La nostra unicità sulla Terra.