Saru Argentu, inteso Tararà
(Сару Ардженту, прозванный Тарара;Saru Argentu, inteso Tararà, appena introdotto nella gabbia della squallida Corte d’Assise, per prima cosa cavò di tasca un ampio fazzoletto rosso di cotone a fiorami gialli, e lo stese accuratamente su uno dei gradini della panca, per non sporcarsi, sedendo, l’abito delle feste, di greve panno turchino. Nuovo l’abito, e nuovo il fazzoletto.
Seduto, volse la faccia e sorrise a tutti i contadini
(сев, он повернул лицо и улыбнулся всем крестьянам;Seduto, volse la faccia e sorrise a tutti i contadini che gremivano, dalla ringhiera in giù, la parte dell’aula riservata al pubblico. L’irto grugno raschioso, raso di fresco, gli dava l’aspetto d’uno scimmione. Gli pendevano dagli orecchi due catenaccetti d’oro.
Dalla folla di tutti quei contadini
(из толпы всех этих крестьян) si levava denso (поднимался густой), ammorbante (отравляющий;