Micuccio guardò prima dalla parte donde veniva quel ronfo, ma non poté discernere nulla; guardò poi in cucina, dove il cuoco, assistito da un guattero, apparecchiava da cena. L’odor misto delle vivande in preparazione lo vinse: n’ebbe quasi un’ebbrietà vertiginosa: era poco men che digiuno dalla mattina; veniva dalla provincia di Messina; una notte e un giorno intero in ferrovia.
Il cameriere recò il lume
(камердинер принес светильник;– Chi è
(кто это)?– Ehi, Dorina, su
(эй, Дорина, скорей;– Bonavino
(Бонавино), – corresse Micuccio (поправил Микуччо), che stava a soffiarsi su le dita (который дул себе на пальцы;Il cameriere recò il lume, e quello che ronfava nella stanza, dietro una cortina sospesa a una funicella da una parete all’altra, borbottò tra il sonno:
– Chi è?
– Ehi, Dorina, su! – chiamò il cameriere. – Vedi che c’è qui il signor Bonvicino.
– Bonavino, – corresse Micuccio, che stava a soffiarsi su le dita.
– Bonavino, Bonavino, conoscente della signora
(Бонавино, Бонавино, знакомый синьоры). Tu dormi della grossa (ты спишь как убитая;– Bonavino, Bonavino, conoscente della signora. Tu dormi della grossa: suonano alla porta e non senti. Io ho da apparecchiare, non posso far tutto io, capisci? Badare al cuoco che non sa, alla gente che viene.