Читаем La velocità del buio полностью

Per le acciughe, molta. Se ognuno amasse le acciughe, molte più acciughe morirebbero. Per le persone che vendono acciughe, molta. Se ognuno amasse le acciughe, quelle persone farebbero molti più soldi vendendole. Ma per me, il me che sono ora o il me che potrei diventare, che differenza farebbe? Sarebbe più o meno salubre, più o meno piacevole, più o meno intelligente da parte mia amare le acciughe? Io ho visto altra gente a cui piacciono o non piacciono le acciughe e ho visto che la cosa non incide molto sulla loro personalità. Sotto molti rispetti non importa quali cose piacciano alla gente, quali colori, quali sapori, quale musica.

Chiedermi se desidero essere guarito è come chiedermi se voglio farmi piacere le acciughe. Non riesco a immaginare cosa significherebbe per me amare le acciughe, quale gusto sentirei ad averle in bocca. Gente che ama le acciughe mi dice che hanno un gusto gradevole; gente normale mi dice che essere normale dà una bella sensazione. Ma non possono descrivere quel gusto e quella sensazione in un modo che abbia senso per me.

Ho davvero bisogno di essere guarito? A chi faccio male se non sarò guarito? A me, però solo se mi sentissi a disagio essendo quello che sono, mentre io non mi sento a disagio tranne quando gli altri dicono che non sono uno di loro, che non sono normale. Si suppone che agli autistici non importi ciò che gli altri pensano di loro, ma non è vero. A me importa, e mi ferisce che la gente provi antipatia per me perché sono autistico.

Perfino i fuggiaschi che scappano con null'altro che gli abiti che hanno indosso non perdono i loro ricordi. Possono essere confusi e spaventati, ma hanno sempre se stessi come termine di paragone. Forse non assaggeranno mai più i cibi che amavano, ma possono ricordare quanto erano buoni. Forse non rivedranno mai più la terra che conoscevano, ma possono ricordare di averci vissuto. Possono giudicare se la loro vita è migliore o peggiore paragonandola con le proprie memorie.

Io vorrei sapere se Cameron ricorda il Cameron che era, se pensa che la terra dove ha messo piede è migliore di quella che ha lasciato.

Questo pomeriggio avremo di nuovo una riunione per discutere gli effetti del trattamento. Chiederò chiarimenti su questo.

Guardo l'orologio. Sono le 10.37.18 e finora non ho combinato niente. Ma non voglio portare a termine il progetto al quale sto lavorando. È il progetto di un venditore di acciughe e non il mio.

19

Il signor Aldrin viene nel nostro edificio. Bussa alla mia porta e dice: — Per favore, esci. Voglio parlare a tutti voi nella palestra. — Il mio stomaco si annoda. Lo sento bussare alle altre porte. Escono tutti, Linda e Bailey e Chuy ed Eric e gli altri, e ci dirigiamo verso la palestra con facce contratte dall'inquietudine. La palestra è abbastanza grande da contenerci tutti. Forse vogliono che cominciamo subito il trattamento? A prescindere da quanto possiamo decidere?

— La questione è complicata — inizia il signor Aldrin. — Ci penseranno altri a spiegarvela più dettagliatamente, ma io tengo a dirvi una cosa adesso, subito. — Ha l'aria eccitata e non tanto triste come era pochi giorni fa. — Ricordate quando dissi che pensavo fosse sbagliato da parte loro cercare di costringervi a sottoporvi al trattamento? Quando vi chiamai al telefono?

Lo ricordo, e ricordo anche che lui non fece niente per aiutarci e più tardi ci disse che avremmo dovuto acconsentire per il nostro bene.

— La compagnia ha deciso che il signor Crenshaw non ha agito bene — dice il signor Aldrin. — Perciò vuole sappiate che non ci sono minacce al vostro lavoro, qualunque sia la decisione che prenderete. Potrete rimanere come siete e lavorare qui con le stesse misure di sostegno che avete ora.

Devo chiudere gli occhi: è troppo, non riesco a sopportarlo. Contro il buio delle palpebre si formano sagome multicolori, luccicanti di gioia. Non sarò obbligato a farlo. E se la compagnia ha deciso di rinunciare al trattamento, non dovrò neanche decidere se lo desidero o no.

— E Cameron? — domanda Bailey.

Il signor Aldrin scuote la testa. — Mi dicono che ha già iniziato il trattamento — dice. — Non credo che si possa interrompere a questo punto. Ma verrà risarcito in pieno…

Questa è una grossa sciocchezza. Come si può risarcire qualcuno al quale avete cambiato il cervello?

— Per quanto riguarda il resto di voi — dice il signor Aldrin — se volete sottoporvi al trattamento, la compagnia ve lo fornirà come aveva promesso.

Non era stato promesso, ma minacciato; però non lo dico.

— Non perderete nulla quanto a stipendio e anzianità di servizio durante la durata del trattamento e successiva riabilitazione.

— Quindi sarà volontario? Interamente volontario? — chiede Linda senza alzare gli occhi.

— Interamente, sì.

— Non capisco per quale ragione il signor Crenshaw abbia cambiato parere — dice lei.

— Non è stato proprio lui a cambiare parere — spiega Aldrin. — Altre persone… al di sopra di lui… hanno deciso che il signor Crenshaw ha commesso uno sbaglio.

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