E così fecero. L'inganno funzionò a meraviglia. Fragoletta chiamò "Aiuto!" con tanta passione nella voce che perfino le piante si sarebbero scrollate dalle radici per correre a salvarla. Le guardie schizzarono via come palle di schioppo, incoraggiate da Ciliegino che gridava loro dietro:
— Presto, per carità. Ci sono i banditi!
Rimasto solo, egli aprì la prigione e quale non fu la sua sorpresa nel vedere tra gli altri prigionieri anche Cipollino.
— Cipollino, tu qui! Non eri fuggito?
— Ti racconterò poi. La via è libera?
— Per di qua, — fece cenno Ciliegino. E indicò loro un sentiero che portava dritto dritto nella foresta. — Le guardie sono andate da quell'altra parte.
La sora Zucca, che era troppo grassa per correre, fu fatta rotolare a tutta velocità.
Cipollino si trattenne a salutare affettuosamente Ciliegino, che aveva e lacrime agli occhi per la gioia.
— Sei stato bravo, — gli disse, — sei stato il più bravo di tutti.
— Scappa, altrimenti ti riprenderanno.
— Ci rivedremo presto, e ti prometto che per Pomodoro ci saranno delle belle sorprese.
In due salti raggiunse gli altri, ed aiutò a far rotolare la sora Zucca. Ciliegino, invece, andò a rimettere la chiave al suo posto, ossia nella calza destra di Pomodoro.
Le guardie intanto avevano trovato Fragoletta in lagrime. La servetta si era tagliuzzata il grembiule e si era graffiata le guance per far credere di essere stata aggredita dai banditi.
— Da che parte sono scappati? — domandarono le guardie, trafelate.
— Di là, — rispose Fragoletta indicando la strada del villaggio. Le guadie, giù di corsa. Fecero due o tre volte il giro del villaggio e arrestarono un gatto, malgrado le sue vivaci proteste.
— Questo è un paese libero, — miagolava il gatto, in tono risentito. — Non avete il diritto di arrestarmi. E poi, siete arrivati proprio nel momento in cui il topo che stavo spiando da un paio d'ore si decideva ad uscire dal suo nascondiglio.
— In prigione potrai trovare tutti i topi che vorrai, — rispose il comardante delle guardie.
Dopo una mezz'ora tornarono al Castello e trovarono la prigione vuota come la loro testa.
Chiusero in fretta il gatto nella cella, si tolsero spade e fucili e ne fecero un mucchio, lasciarono tutto lì e se la diedero a gambe per paura delle ire di Pomodoro.
Il quale il mattino dopo si alzò e si guardò allo specchio.
— Il naso è guarito, — constatò, — posso togliermi il cerotto. Dopo andrò ad interrogare i prigionieri.
Prese con sé il sor Pisello, come avvocato, e dòn Prezzemolo per fargli scrivere le risposte dei prigionieri, e tutti e tre in fila indiana, con aspetto grave, come si addice a dignitosi magistrati, si diressero verso la prigione. Pomodoro tirò fuori le chiavi dalla calza destra, aprì la porta e diede un balzo indietro, mandando a rotolare per terra don Prezzemolo che gli stava incollato alla schiena. Dalla cella uscì un lamentoso — Miao! Miao! — che avrebbe mosso le pietre a compassione.
— Che cosa fai qui? — domandò Pomodoro al gatto, quando si fu rimesso dalla sorpresa.
— Ho il mal di pancia! — si lamentava il gatto. — Per favore, fatemi trasportare all'infermeria, o almeno mandatemi un dottore.
Il gatto aveva passato la notte a dar la caccia ai topi, e ne aveva fatto una tale scorpacciata che gli uscivano di bocca non meno di duecento code.
Il Cavaliere, impressionato, rimise il gatto in libertà, ma lo pregò ili tornare in prigione, di quando in quando, a dare la caccia ai topi; anzi gli disse:
— Se terrai da parte le code, per documentare la tua benefica attività, l'Amministrazione del Castello ti passerà una piccola pensione, un tanto a topo.
Subito dopo, Pomodoro mandò al Governatore un telegramma, che diceva così: «Al Castello del Ciliegio, situazione gravissima. Urge vostra presenza con un battaglione di Limoncini».
Capitolo XII
Non c'è boia che non si stracchi se a Pirro Porro tira i mustacchi
Il Principe Limone fece il suo ingresso nel villaggio la mattina seguente, accompagnato da quaranta Limoni di corte e da un battaglione di Limoncini. Come sapete, alla corte del Principe Limone portavano tutti un campanello in cima al berretto e facevano un concerto straordinario.
All'udire quel fracasso, Pirro Porro, che si stava pettinando i baffi davanti allo specchio, si affacciò alla finestra, lasciando a mezzo la sua operazione. Così fu arrestato e condotto via, con un baffo all'in su e un baffo all'in giù.
— Lasciatemi almeno il tempo di pettinare anche il baffo sinistro! — supplicava Porro mentre le guardie lo portavano in prigione.
— Fate silenzio, altrimenti vi taglieremo il baffo sinistro e poi anche quello destro, risparmiandovi la fatica di pettinarli.
Pirro Porro se ne stette zitto per paura di perdere la sua unica ricchezza. Fu arrestato anche il sor Pisello.
— C'è un errore. Io sono un avvocato, sono al servizio del Cavalier Pomodoro. C'è un equivoco, lasciatemi subito in libertà.
Ma era come parlare col muro.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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