— Siccome però, — ribattè pronto Ciliegino, — siccome io non vi ho informato che sarei tornato al Castello da questa parte, e al Castello in questo momento non ci siete che voi, immagino che vi abbia guidati fin qui l'idea di qualche marachella. Ma non me ne importa niente. Permettetemi invece di presentarvi i miei amici.
E scostandosi, Ciliegino fece passare, uno dopo l'altro, tutti i suoi amici: Cipollino, Ravanella, Mastro Uvetta, il sor Zucchina, l'avvocato, eccetera eccetera eccetera (lo sapete anche voi che erano tanti).
— Ma questa è un'invasione! — esclamò Mandarino, spalancando gli occhi.
Era proprio un'invasione, e l'idea era stata di Ciliegino. Facendo il girotondo intorno alla foresta i nostri amici avevano finito col ricongiungersi e avevano anche potuto costatare che tutti i loro avversari si trovavano fuori del Castello: una bella occasione per impadronirsi della fortezza nemica. Ciliegino pensò alla galleria segreta che collegava il Castello alla foresta e fece da guida alla spedizione.
L'impresa, come avete visto, era perfettamente riuscita. Il Duchino fu rinchiuso nella sua camera e Fagiolino fu messo a fargli da guardiano.
Il Barone invece restò in cantina, perché nessuno aveva voglia di portarlo su per le scale. Fu proprio una magnifica serata.
Capitolo XXI
Lancia il Duchino l'esse-o-esse, si tingon di nero le Contesse
Quando scese la notte i nuovi castellani cominciarono a preoccuparsi.
— Che cosa faremo? — s'inquietava la sora Zucca. — Non potremo mica restare qui per sempre! Questa non è casa nostra. Abbiamo le nostre case, il nostro lavoro.
— Non vogliamo restare qui per sempre, — rispose Cipollino, — vogliamo trattare con i nostri nemici. Chiediamo solo la libertà per tutti. Quando saremo certi che non sarà fatto del male a nessuno, usciremo dal Castello.
— Ma come ci difenderemo? — interloquì il sor Pisello. — La difesa di un castello come questo è una operazione bellica assai difficile. Occorre la conoscenza della strategia, della tattica e della balistica.
— Che cos'è la balistica? — domandò la sora Zucca. — Avvocato, non cominciate a imbrogliarci con le parole difficili.
— Voglio dire, — concluse l'avvocato arrossendo, — che tra noi non c'è nessun generale. Senza un generale come si fa a difendersi?
— Nel bosco ci sono almeno quaranta generali, — disse Cipollino, — eppure non sono stati capaci di prenderci.
— Staremo a vedere, — brontolò il sor Pisello. L'idea di sostenere un lungo assedio senza un generale che si intendesse di strategia, di tattica e di balistica, gli metteva in corpo una terribile tremarella.
— Non abbiamo cannoni, — intervenne timidamente il sor Zucchina.
— Non abbiamo mitragliatrici, — aggiunse Pirro Porro.
— Non abbiamo fucili, — rincarò Mastro Uvetta.
— Ci penseremo domani, — decise Cipollino.
Andarono a dormire. Nel letto del Barone Melarancia ci entrarono in sette e c'era ancora posto. Il sor Mirtillo e il sor Zucchina, invece, andarono a dormire nella loro Casina, giù vicino al cancello.
Il Mastino che vi si era insediato li salutò con un ringhio, ma siccome era un cane rispettoso delle leggi, quando gli fu dimostrato che quella casa non gli apparteneva si rassegnò a traslocare nel suo vecchio canile.
Zucchina si mise seduto e si affacciò al finestrino, mentre il sor Mirtillo gli si sdraiava sui piedi.
— Che bella notte, — diceva Zucchina, — che notte tranquilla. Ci sono perfino i fuochi artificiali.
Nel bosco, difatti, il Principe Limone faceva i fuochi artificiali per divertire le Contesse. Come faceva? Legava un paio di Limoncini alla bocca dei cannoni e li sparava nel cielo. I Limoncini volando con una fiaccola per mano facevano un bellissimo vedere.
Ad un certo punto, tuttavia, Pomodoro si accostò al Principe e gli bisbigliò all'orecchio:
— Altezza! State consumando tutto l'esercito.
Il Principe, a malincuore, fece sospendere i fuochi.
— Ecco, — disse Zucchina guardando dal suo finestrino, — i fuochi artificiali sono finiti.
Il Principe contò i soldati che gli rimanevano per continuare nella caccia dei prigionieri. Gliene restavano sempre abbastanza, ma era prudente aspettare il mattino.
Fece preparare una bella tenda per le Contesse, che per la curiosità e per l'eccitazione non riuscirono a dormire.
Verso mezzanotte Pomodoro uscì in esplorazione. Salì su una collinetta pensando che di lì avrebbe scorto il fuoco del bivacco degli evasi, se per caso ne avessero fatto uno. Invece, con sua grande sorpresa, vide le finestre del Castello illuminate.
— Il Barone e il Duchino fanno baldoria, — pensò contrariato. — Quando gli evasi saranno catturati e sarà risolto l'affare Cipollino, bisognerà pensare anche a quei due mangiapane a ufo.
Rimase per un pezzo ad osservare il Castello, e la rabbia gli cresceva di minuto in minuto.
— Fannulloni, — pensava irritato, — banditi da strada. Ridurranno in miseria le mie signore e a me non resteranno che gli ossi da leccare.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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