Ma per il povero boscaiolo le sorprese della giornata non finirono lì. Al tramonto, infatti, un gran concerto di campanelli gli fece alzare la testa. Sopraggiungeva il Principe Limone in persona, il quale, preoccupato perché le sue guardie non tornavano, si era messo in campagna per rintracciarle. Le Contesse del Ciliegio lo seguivano in calesse: erano contente e allegre come se andassero a caccia.
Il boscaiolo tentò di nascondersi: difatti sapeva che i poveri non devono mai farsi vedere dal Principe, per non guastargli la digestione.
Ma un Limone di primo grado, che sedeva alla destra del Principe sulla carrozza, lo vide e lo chiamò:
— Vieni qua, pezzente!
— Comandi, Eccellenza, — balbettò il boscaiolo.
— Hai visto passare un plotone di guardie?
Il boscaiolo, come sapete, aveva visto ben altro che un plotone eli guardie. Ma quando si parla con il Principe Limone, è sempre meglio non sapere niente.
E così rispose che non aveva visto nessuno. Se avesse detto:
— Sì, le ho viste, — gli avrebbero fatto delle altre domande, e magari lo avrebbero punito e messo in prigione.
Siccome non sapeva niente, non gli poterono far niente. Il corteo del Principe si allontanò con un fragoroso scampanio.
La sera scendeva rapidamente, anzi, nell'interesse della nostra storia facciamola scendere di colpo, così abbiamo subito il buio. Al buio le storie sono molto più divertenti. E non solo le storie, ma anche gli inseguimenti.
In questo momento, infatti, mentre il buio scende sulla foresta, la nostra storia è diventata una corsa a inseguimento, nella quale i campioni ciclisti potrebbero fare una bellissima figura: peccato che non ci possano essere anche loro!
Invece abbiamo: Carotino che investiga; le guardie che cercano Carotino; il Principe che cerca le sue guardie; Mastro Uvetta che guida la spedizione in cerca di Cipollino; Cipollino e Ciliegino che vanno in cerca di Mastro Uvetta; Ravanella che va in cerca di Cipollino; Pomodoro e don Prezzemolo che vanno in cerca di Ciliegino.
E sottoterra, per chi non lo avesse ancora immaginato da solo, la Talpa che va in cerca di tutti. La Talpa, il giorno prima, aveva fatto una capatina alla grotta nella quale si erano rifugiati i prigionieri e vi aveva trovato un biglietto che diceva:
Subito dopo aver letto il biglietto, la Talpa si era messa febbrilmente a scavare in tutte le direzioni. Sopra il suo capo, sentiva passare continuamente della gente: isolata, a piccoli gruppi, a gruppi numerosi. E passavano a una tale velocità, che quando la Talpa risaliva alla superficie per osservarli, erano già scomparsi.
Mancavano solo i lupi.
I lupi non si fecero vedere: credevano che ci fosse una battuta di caccia grossa e se ne stettero rintanati nei loro rifugi.
Capitolo XX
Grazie a un Leone e a un ficcanaso il Castello viene invaso
Con la partenza delle Contesse, in vena di avventure di caccia, il Barone Melarancia e il Duchino Mandarino erano rimasti padroni assoluti del Castello.
Il primo ad accorgersene fu il Duchino. Il quale, secondo il suo solito, ad un certo punto si era arrampicato su una finestra e minacciava di gettarsi nel vuoto e di sfracellarsi sul pavimento se… Ma il «se», non c'era nessuno ad ascoltarlo.
— Strano, — meditò Mandarino mettendosi un dito nel naso. — Possibile che nessuno si faccia vivo? Forse non ho gridato abbastanza forte.
Gridò ancora un paio di volte senza convinzione, poi andò a trovare il Barone Melarancia.
— Cugino carissimo, — lo salutò.
— Hum, — mugolò il Barone, sputando un'ala di pollo che gli era andata per traverso.
— Sapete la novità?
— Hanno messo delle galline nuove nel pollaio? — domandò il Barone, che il giorno prima aveva costatato di aver dato fondo alle riserve di pennuti del Castello e del villaggio.
— Macché galline, — rispose il Duchino, — siamo soli. Siamo stati abbandonati. Il Castello è deserto.
Il Barone fu molto preoccupato.
— Chi preparerà la cena?
— Voi vi preoccupate per la cena. E se invece approfittassimo dell'assenza delle nostre amate cugine per fare un'ispezione alle cantine del Castello? Ho sentito dire che sono molto ben fornite di vini di marca.
— Impossibile, — rispose il Barone, — a tavola non servono che acqua sporca e vino di cavoli.
— Appunto, — disse il Duchino, — a voi danno i vini cattivi, e in cantina tengono le bottiglie buone per scolarsele quando sarete partito.
Il Duchino non ci teneva molto alle buone bottiglie: gli premeva invece di dare un'occhiata ai sotterranei, senza essere disturbato, perché aveva sentito dire che in una delle pareti le Contesse avevano murato il tesoro del Conte Ciliegione, per non doverlo spartire con nessuno.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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