— Ti farò avere mie notizie, — bisbigliò Cipollone.
— Ma come?
— Vedrai. Sta di buon animo, Cipollino.
— Arrivederci, babbo.
E il vecchio sparì in un corridoio. La cella di Cipollino era nel sotterraneo, ma adesso che aveva rivisto il suo babbo, non gli sembrava più tanto buia. Del resto, a guardarci bene, dal finestrino che dava sul corridoio un pochino di luce veniva. Ma un pochino tanto pochino, che bastava solamente per veder sfilare avanti e indietro gli stivali dei Limoncini.
Il giorno dopo, mentre si divertiva a contare e ricontare i tacchi di quegli stivali per far passare il tempo, Cipollino si sentì chiamare da una vocina strana, che non si capiva da che parte venisse.
— Chi mi chiama? — domandò stupito.
— Guarda sul muro.
— Ho un bel guardare, non vedo nemmeno il muro.
— Guarda vicino al finestrino.
— Ora ti ho visto. Ma tu sei un ragno. Che cosa cerchi quaggiù? Alle mosche non piace stare all'umido.
— Ho la mia rete al piano di sopra. Quando ho fame ci vado a guardare e qualcosa ci trovo sempre.
Un Limonacelo picchiò violentemente la porta.
— Silenzio, lì dentro. Si può sapere con chi parli?
— Sto dicendo le orazioni che mi ha insegnato la mia mamma, — rispose Cipollino.
— Dille sottovoce, — ribattè la guardia, — ci fai sbagliare il passo.
Il ragno scese più in basso e bisbigliò con la sua vocina vellutata:
— Ho un messaggio per te, da parte del tuo babbo.
Difatti lasciò cadere un biglietto, che Cipollino aprì e lesse d'un fiato. Diceva solamente:
— Hai finito di leggere? — domandò il ragno.
— Sì, ho finito.
— Bene, allora metti in bocca il biglietto, masticalo e inghiottilo. Le guardie non lo devono trovare.
— Ecco fatto, — disse Cipollino, masticando il foglietto.
— E adesso, — disse il ragno, — arrivederci.
— Dove vai?
— Vado a distribuire la posta.
Cipollino notò solo allora che il ragno aveva al collo una borsa come quelle dei portalettere, gonfia di biglietti.
— A chi porti tante lettere?
— Da cinque anni faccio questo mestiere: tutte le mattine faccio il giro delle celle e raccolgo la posta, poi la distribuisco. Le guardie non mi hanno mai scoperto, e non hanno mai trovato nemmeno un bigliettino. Così i prigionieri possono scambiarsi le notizie.
— Ma come si procurano la carta?
— Non scrivono mica sulla carta, scrivono su un pezzetto della loro camicia.
— Adesso mi spiego lo strano sapore di quel biglietto, — fece Cipollino.
— L'inchiostro, — proseguì il ragno, — si fa con l'acqua della zuppa, grattandoci dentro qualche briciola di mattone dal muro.
— Ho capito, — disse Cipollino, — domattina passa dalla mia cella. Avrò della posta da consegnarti.
— Senz'altro, — promise il ragno. E si avviò. Cipollino si accorse che zoppicava.
— Ti sei fatto male?
— Macché, sono i reumatismi. Stare all'umido non mi fa bene affatto. Sono vecchio, avrei tanto bisogno di andare un poco in campagna. Ho un fratello che abita in un campo di granoturco: stende la sua rete tra due fili d'erba e tutto il giorno si gode il sole e l'aria pura. Mi ha scritto tante volte invitandomi ad andarlo a trovare, ma ormai mi sono preso questo incarico. Io dico che quando uno si prende un incarico lo deve mantenere. E poi ce l'ho col Principe Limone, perché il suo servitore ha ucciso mio padre. Lo ha schiacciato sul muro della cucina, povero vecchio. C'è ancora la macchia su quel muro. Ogni tanto la vado a rivedere e dico così: spero che un giorno anche il Principe finisca su un muro, e che non resti nemmeno la sua macchia. Dico bene?
— Non ho mai trovato un ragno così generoso, — disse Cipollino, gentilmente.
— Si fa quello che si può, — rispose modestamente il ragno. E zoppicando raggiunse il finestrino, passò sotto il naso di un Limonaccio e continuò il suo giro.
Capitolo XXIV
Servizio postale ma non troppo con laiuto del Ragno Zoppo
Cipollino si strappò un lembo di camicia e lo ritagliò in tanti pezzettini.
— Ecco pronta la carta da lettere, — pensò soddisfatto. — E adesso aspettiamo che ci portino l'inchiostro.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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