Sette e mezzo volle a tutti i costi fermarsi a spiegare al grillo la sua opinione sulla campagna. Il grillo rispose, Sette e mezzo ribattè, il grillo esclamò, Sette e mezzo gridò, non la finivano più di chiacchierare, e il tempo passava.
Molta gente si era intanto radunata ad ascoltare: grilli, coccinelle, e, a debita distanza, perfino qualche moscerino temerario. Un passero che fungeva da vigile urbano notò l'assembramento e si abbassò per disperderlo, adocchiando subito Sette e mezzo.
— Ecco un buon boccone per i miei piccoli, — borbottò tra sé. Fu il moscerino a dare l'allarme:
— Attenzione, la polizia!
In un attimo non si vide più nessuno, sembrava che la terra li avesse inghiottiti. Ragno Zoppo e Sette e mezzo si rifugiarono nella tana del Grillo, che chiuse precipitosamente la porta e rimase di guardia.
Sette e mezzo tremava come una foglia, e Ragno Zoppo cominciava a pentirsi di aver preso con sé un compagno così chiacchierone, che gli faceva perdere del tempo e attirava su di loro l'attenzione della polizia.
— Eccomi segnalato, — pensava tra sé il vecchio postino, — il passero ha certamente preso nota della mia presenza nel suo registro. E quando si è segnati là sopra è facile finir male.
Si rivolse a Sette e mezzo e gli disse:
— Compare, come vedi, il viaggio è pericoloso. Che ne diresti se a questo punto ci dividessimo?
— Mi meraviglio molto di te, — esclamò Sette e mezzo, — prima mi convinci a seguirti per mare e per terra, poi mi vuoi lasciare nelle peste. Bell'amico, in fede mia.
— Sei stato tu a volermi seguire. Ma il punto non è questo. Io ho una commissione da fare al Castello e non intendo passare la giornata in questo buco, pur ringraziando il Grillo per la sua ospitalità.
— Ed io verrò con te, — dichiarò Sette e mezzo, — ho promesso a tuo cugino di andarlo a trovare e voglio tener fede alle mie promesse.
— Allora andiamo, — concluse Ragno Zoppo.
— Aspettate un minuto, guardo se c'è la polizia, — fece il Grillo. Aprì cautamente la porta: il passero era ancora lì sopra. Volava basso scrutando diligentemente l'erba filo per filo.
Sette e mezzo tirò un lungo sospiro preoccupato e dichiarò che in quelle condizioni non avrebbe mosso un passo, e avrebbe impedito anche a Ragno Zoppo di muoversi.
— Non ti permetterò di arrischiare la vita, — disse, — ho conosciuto tuo padre e mi sento responsabile verso di lui della tua salvezza.
Non rimaneva che aspettare. E siccome il passero non diminuì per un istante la sorveglianza, tutta la giornata se ne andò in quella vana attesa. Solo al tramonto la polizia si ritirò nella sua caserma, ossia su un cipresso accanto al cimitero, e i nostri due viaggiatori poterono rimettersi la strada fra le zampe.
Ragno Zoppo era molto contrariato per aver perso tutto quel tempo.
Durante la notte poterono compiere un bel po' di strada, ma ad un certo punto Sette e mezzo dichiarò che era stanco e desiderava riposare.
— Non possiamo, — protestò Ragno Zoppo, — non possiamo assolutamente. Io non mi fermerò.
— Vorresti dunque lasciarmi a mezza strada, e per di più di notte? Così tratti i vecchi amici di tuo padre? Ah, come vorrei che quel povero vecchio fosse qui per poterti rimproverare come meriti.
Tanto disse e tanto fece che Ragno Zoppo dovette rassegnarsi. Si cercarono un posticino sotto la grondaia di una chiesa e si accomodarono per dormire.
Ragno Zoppo, è inutile dirlo, non potè chiudere occhio e passò il tempo a guardare con rabbia il suo vecchio compagno di viaggio che russava beatamente.
— Se non fosse per lui a quest'ora sarei già arrivato e forse sarei già sulla strada del ritorno.
Appena il cielo cominciò a schiarirsi ad oriente lo destò senza tanti complimenti.
— In cammino, — ordinò.
Ma dovette ancora aspettare che Sette e mezzo si facesse una accurata pulizia. Il vecchio chiacchierone si lavò coscienziosamente le sue sette zampe e mezza, e solo dopo questa operazione dichiarò che era pronto a proseguire.
La mattina passò senza ulteriori incidenti. Verso mezzogiorno, per nascondersi alla vista di un altro passero che si avvicinava minacciosamente, si infilarono in una specie di galleria. Quando ne uscirono, dopo essersi assicurati che il pericolo era passato, si trovarono in una larga radura senz'erba, pesticciata in tutti i sensi da impronte irriconoscibili.
— Strano posto, — osservò Sette e mezzo, — si direbbe che un intero esercito sia passato da queste parti.
Da un lato del piazzale si ergeva una costruzione bassa, dalla quale uscivano voci sospette.
— Io non sono curioso, — dichiarò ancora Sette e mezzo, — ma darei un pezzettino della mia ottava zampa per sapere dove ci troviamo, e che gente abita là dentro.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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