— Tutt'altro, — disse Cipollino, — si tratta di un viaggio molto importante, di una missione delicatissima. Pensa che dall'esito del tuo viaggio può dipendere la libertà per i prigionieri.
— Per tutti?
— Per tutti, — promise Cipollino, — tranne che per i ladri e gli assassini, si capisce.
— In questo caso, appena terminato il giro mi metto in viaggio.
— Non so come ringraziarti.
— Oh, non ci pensare nemmeno, — rispose Ragno Zoppo — se la prigione si vuota potrò finalmente andare a starmene in campagna.
Mise le tre lettere nella borsa, se la gettò a tracolla e si avviò zoppicando verso il finestrino.
— Arrivederci, — bisbigliò Cipollino, mettendo il naso tra le sbarre. — E buon viaggio.
Dal momento che lo vide sparire nel buio, Cipollino cominciò a contare le ore e i minuti della sua assenza. Il giorno dopo pensava:
— A quest'ora Ragno Zoppo, dev'essere nelle vicinanze del Castello.
Gli pareva di vedere il piccolo, vecchio ragnetto arrampicarsi zoppicando fino al solaio, farsi indicare la camera di Ciliegino, scendere giù per la parete, avvicinarsi al letto del Visconte e svegliarlo con un bisbiglio per consegnargli i messaggi.
Poi Cipollino non ebbe più pace. Da un'ora all'altra ormai il Ragno poteva essere di ritorno. Ma passa un giorno, ne passano due, il ragno non si vede comparire. Passarono tre giorni. I prigionieri erano preoccupati per la mancanza di posta. Siccome il Ragno non aveva svelato a nessuno il segreto della sua missione, ma aveva detto che si prendeva qualche giorno di ferie, alcuni ergastolani, in cuor loro, temevano che il Ragno li avesse ormai abbandonati al loro destino per andare a starsene in campagna, come aveva sempre sognato. Cipollino non sapeva che pensare.
Il quarto giorno era giorno di passeggiata, ma Cipollino non vide suo padre e nessuno seppe dargliene notizie. Rientrò nella cella piuttosto scoraggiato e si gettò sul tavolaccio. Aveva quasi perso ogni speranza.
Capitolo XXV
Per colpa di un pollo senza giudizio un postino cade in servizio
Che cos'era successo al Ragno postino?
Vi narrerò in due parole la sua storia.
Appena uscito dal carcere egli si avviò giù per il corso, camminando rasente al marciapiede per non essere travolto dalle carrozze. La ruota di una bicicletta lo sfiorò, minacciando di schiacciarlo: fece appena in tempo a scansarsi.
— Mamma mia, — pensò spaventato, — a momenti il mio viaggio finisce prima di incominciare.
Per fortuna trovò un tombino e si calò nella fogna. Non aveva ancora messo dentro tutta la testa che si sentì chiamare.
Era un vecchio conoscente, un po' parente di suo padre, che anche lui, una volta, viveva nella cucina del Castello. Si chiamava Sette e mezzo, perché aveva sette zampe e mezza: l'altra metà l'aveva perduta per un colpo di scopa male assestato.
Ragno Zoppo lo salutò con molto rispetto e Sette e mezzo gli si mise al fianco, cominciando a parlare dei bei tempi.
Ogni tanto si fermava, per spiegare come erano andate le cose quella volta della scopa, ma Ragno Zoppo tirava via, senza cedere alla tentazione di una bella chiacchierata.
— Ma dove vai con tanta fretta? — chiese infine Sette e mezzo.
— Vado a trovare mio cugino, — rispose evasivamente Ragno Zoppo, che non voleva stargli a raccontare tutta la storia di Cipollino, del Visconte e della Talpa.
— Quello che sta al Castello del Ciliegio? Mi ha giusto invitato a passare una settimana nel suo solaio. Quasi quasi vengo anch'io: in questo momento non ho affari urgenti.
Ragno Zoppo non sapeva se essere contento o no della compagnia. Ma poi pensò che in due il tempo passa prima e ci si aiuta se capita qualche inconveniente.
— Ben volentieri, — rispose, — se sei disposto a camminare un poco più in fretta, perché ho una commissione da fare e non vorrei arrivare in ritardo.
— Fai sempre il postino in prigione? — domandò Sette e mezzo.
— Oh, adesso sono in licenza, — rispose Ragno Zoppo. Sette e mezzo era un amico, ma certe cose non le devono sapere nemmeno gli amici.
Così chiacchierando, giunsero finalmente fuori di città e poterono uscire dalla fogna. Ragno Zoppo tirò un respiro di sollievo, perché là sotto c'era un cattivo odore che gli dava il voltastomaco. In breve furono tra il verde dei campi. Era una bella giornata, e il vento agitava dolcemente l'erba profumata. Sette e mezzo spalancava la bocca come se volesse respirare tutto il vento in una volta.
— Che delizia, — esclamava, — da tre anni non mettevo il naso fuori della mia fogna, ma adesso credo che non ci tornerò mai più e mi stabilirò in campagna.
— La campagna è già molto popolata, — osservò Ragno Zoppo, indicando al suo compagno una lunga fila di formiche, affaccendatissime a trascinare un bruco nel formicaio.
— A lor signori non piace la compagnia della gente, — malignò un grillo, affacciato sulla soglia del suo buco.
Дарья Лаврова , Екатерина Белова , Елена Николаевна Скрипачева , Ксения Беленкова , Наталья Львовна Кодакова , Светлана Анатольевна Лубенец , Юлия Кузнецова
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