Ecco dunque il
«Buon giorno a tutti» disse la voce del maggiore. «Immagino che a quest’ora siate svegli e abbiate assistito a quanto è successo. Il Presidente è sulla via del ritorno dal suo viaggio interspaziale e vorrebbe parlarvi. Gli cedo il microfono.»
S’intese uno scatto metallico, poi qualcuno disse sottovoce: «Siete in comunicazione con Porto Lowell.» Un attimo dopo dagli altoparlanti uscì la voce di Hadfield. Era stanca ma trionfante: era la voce di un uomo che aveva combattuto una battaglia di importanza vitale e l’aveva vinta con tutti gli onori.
«Salve, amici» disse. «È Hadfield che vi parla. Mi trovo ancora nello spazio ma sto tornando da voi. Atterrerò fra un’ora. Spero che il vostro nuovo sole vi piaccia. Secondo i nostri calcoli dovranno trascorrere quasi mille anni prima che si spenga. Abbiamo bombardato Phobos quando era ancora molto basso rispetto al vostro orizzonte, per timore che la fase iniziale della irradiazione fosse troppo forte. La reazione si è ora stabilizzata al livello esatto che noi desideravamo, anche se potrà aumentare di qualche centesimo nella prossima settimana. Nel complesso si tratta di una reazione a risonanza mesonica, molto efficace ma non eccessivamente violenta, e dato il materiale che compone Phobos non c’è pericolo che si verifichi un’esplosione atomica vera e propria.
«Il vostro nuovo sole vi darà un decimo del calore solare, il che farà salire la temperatura di Marte a un livello quasi pari a quello della temperatura terrestre. Ma questa non è la ragione per la quale abbiamo bombardato Phobos, o perlomeno non è la ragione principale. Assai più che di calore Marte ha bisogno di ossigeno. Ebbene tutto l’ossigeno necessario a fornirgli un’atmosfera respirabile quasi quanto quella terrestre giace sotto i vostri piedi, imprigionato nella sabbia marziana. Due anni fa è stata scoperta una pianta che riesce a disintegrare la sabbia e a liberarne l’ossigeno. È una pianta tropicale che può esistere soltanto all’equatore e non dappertutto riesce a fiorire. Ma se ci fosse calore sufficiente, potrebbe propagarsi su tutta la superficie del nostro pianeta, naturalmente sollecitata dal nostro intervento, e fra cinquant’anni qui ci sarebbe un’atmosfera respirabile per l’uomo. È a questo che puntiamo, e quando avremo raggiunto lo scopo, potremo girare per Marte come ci parrà e piacerà senza bisogno di città incapsulate in cupole e maschere per respirare. È un sogno che molti di voi vedranno realizzato, e significherà che avremo dato un mondo nuovo al genere umano.
«Fin da questo momento, però, ne trarremo benefici tangibili. Prima di tutto farà più caldo, almeno quando Phobos e il Sole splenderanno insieme, e gli inverni saranno più miti. Anche se Phobos non sarà visibile oltre i settanta gradi di latitudine, i nuovi venti di convezione scalderanno anche le regioni polari, e impediranno che l’umidità, tanto preziosa per noi, resti imprigionata nelle calotte glaciali per la durata di sei mesi.
«Naturalmente ci saranno anche alcuni svantaggi, perché le stagioni e le notti diventeranno molto complicate, adesso, ma saranno largamente superati dai vantaggi. E ogni giorno, quando vedrete salire nel cielo il faro che abbiamo appena acceso, ripenserete al nuovo mondo a cui abbiamo dato vita. In questo momento, ricordatevelo, stiamo creando una nuova èra storica, perché questa è la prima volta che l’Uomo si è cimentato a mutare la faccia di un pianeta. Se noi ci siamo riusciti qui, altri riusciranno altrove, e nei secoli futuri civiltà intere, su mondi che oggi neppure conosciamo, dovranno la loro esistenza a quanto è stato fatto questa notte.
«È questo che volevo dirvi. Può darsi rimpiangiate il sacrificio che siamo stati costretti a compiere per ridare vita a questo pianeta. Ma rammentate una cosa: Marte ha perso una luna ma ha guadagnato un sole. Chi metterebbe in dubbio quale dei due beni sia il più prezioso? E adesso… buona notte a tutti!»