Cari figli di Dio, oggi il mio sermone sarà brevissimo. Voglio soltanto che voi ponderiate e meditiate il profondo significato e mistero di alcune righe che intendo estrarre dal santo Tom Eliot, una guida su cui meditare in tempi di turbamento. Miei diletti, oriento la vostra attenzione sui suoi
State dunque in una buona disposizione di spirito in questo giorno di Nostro Signore, carissimi, e non disponete trappole in cui potreste cadere voi stessi, e neppure concedetevi indulgenti peccati di miseria; non fate nessuna falsa distinzione tra inizio e fine, andate invece avanti, anche se a tentoni, verso nuove estasi, verso nuove comunioni, verso nuovi mondi, e non lasciate spazio nelle vostre anime alla paura, ma conservatevi nella Pace di Cristo e aspettate quello che deve venire. Nel Nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.
Adesso arriva un oscuro equinozio fuori stagione. La luna sbiancata brilla come uno spregevole vecchio teschio. Le foglie avvizziscono e cadono. Le fiamme si estinguono. La colomba, affaticata, vola rasente terra. L’oscurità si allarga. Tutto viene soffiato via. Il sangue purpureo trema nelle vene che si restringono; il freddo si insinua nel cuore sotto sforzo; l’anima deperisce; persino dei piedi non ci si può più fidare. Le parole vengono meno. Le nostre guide ammettono che ci siamo perduti. Quello che un tempo era solido si è fatto trasparente. Le cose passano, i colori sbiadiscono. Questo è un tempo di grigio, e io ho paura che sarà ancora più grigio, uno di questi giorni. La casa occupata solo da pensieri di un cervello inaridito in una stagione inaridita.
18
Quando Toni sloggiò dal mio appartamento sulla 114a
io aspettai due giorni senza fare niente. Avevo supposto che sarebbe tornata indietro una volta che si fosse calmata; mi ero immaginato che avrebbe telefonato, tutta pentita, dalla casa di qualche amico dicendo che le spiaceva di essersi lasciata prendere dal panico e che potevo andarle incontro con un tassi. Per di più, in quei giorni io non ero in grado di prendere nessuna iniziativa, perché ero ancora sotto l’effetto dei postumi di quel mio viaggio vicario; mi sentivo come se qualcuno mi avesse spaccato la testa e poi me l’avesse ricucita, tirandomi il collo quasi fosse un elastico e alla fine lasciandolo andare al posto di colpo con un secco