Читаем Operazione Domani полностью

A me questa pare una violazione della legge della conservazione dell’energia. Sono stata cresciuta nella convinzione che ci si deve lavare regolarmente e che il cibo gratis non esiste; gliel’ho detto. Lui è diventato un tantino impaziente e mi ha assicurato che è proprio la legge della conservazione dell’energia a permettere la cosa. Dice che è come una funicolare: quella che prima immetti poi ti torna indietro.

Non lo so: qui non ci sono cavi; non può essere una funicolare. Però funziona.

La navigazione di questa nave è ancora più incomprensibile. Solo che non la chiamano navigazione, e nemmeno astrogazione; la chiamano «cosmonautica». Ora, forse qualcuno ha voluto prendere in giro la povera Friday, perché gli ufficiali che stanno sul ponte (non è un ponte) e si occupano della cosmonautica sono ufficiali cosmetici, perché stanno lì solo per bellezza; è il computer che fa tutto il lavoro; e il signor Lopez, l’ufficiale in seconda, dice che la nave deve avere ufficiali tecnici perché lo impone il sindacato, ma è il computer a fare tutto.

Non conoscendo le rispettive competenze, mi sento come se fossi andata a una conferenza senza conoscere la lingua del conferenziere.

Una cosa l’ho imparata: a Las Vegas pensavo che tutti i Grandi Giri Turistici fossero Terra, Proxima, Avamposto, Paese di Cuccagna, Foresta, Botany Bay, Alcione, Mezzavia, il Regno, e ritorno alla Terra, perché così sta scritto sui cartelli dei reclutatori. Sbagliato. Ogni viaggio è tagliato su misura. Di solito vengono toccati tutti e nove i pianeti, ma gli unici due punti fissi della sequenza sono che la Terra sta a un’estremità e il Regno, lontano quasi un centinaio di anni luce (98,7 +), all’estremità opposta. Le sette stazioni intermedie possono essere raggiunte all’andata o al ritorno. Comunque, esiste una regola generale per la successione delle soste: all’andata, la distanza dalla Terra deve essere sempre più grande a ogni sosta; al ritorno, la distanza deve decrescere. Non è complicato come sembra; significa solo che la nave non torna mai sui suoi passi, esattamente come fareste voi nel programmare un giro di compere che prevede molti negozi.

Ma questo lascia spazio a una notevole flessibilità. Le nove stelle, i soli dei pianeti, sono più o meno allineati lungo una retta. Guardate lo schizzo col Centauro e il Lupo. Viste dalla Terra, come potete vedere, tutte le stelle si trovano o nella metà anteriore del Centauro o lì vicino, nel Lupo. (So che il Lupo ha un’aria un po’ sofferente, ma il Centauro lo sta infilzando da migliaia d’anni. D’altra parte, io non ho mai visto un lupo, un lupo a quattro zampe, e meglio di così non so fare. Adesso che ci penso, non ho mai visto nemmeno un centauro.)

Le stelle sono raggruppate a quel modo nel cielo notturno della Terra. Per vederle bisogna trovarsi abbastanza a sud, diciamo in Florida o a Hong Kong, e anche così, a occhio nudo si vede solo Alpha Centauri.

Ma Alpha Centauri (Rigil Kentaurus) brilla parecchio; per luminosità è la terza stella del cielo terrestre. In realtà si tratta di tre stelle: una molto brillante che è gemella del nostro sole, una meno brillante che sta in coppia con la prima, e un terzo compagno lontano, fioco, piccolo, che ruota attorno alle altre due a un quindicesimo circa di anno luce di distanza. Anni fa, Alpha Centauri ora nota come Proxima. Poi qualcuno si prese la briga di misurare la distanza da questo terzo, insignificante cugino e scoprì che era più vicino a noi di un pelo, per cui il titolo di «Proxima» (più vicina) passò a questo insignificante corpo celeste. Poi, quando insediammo una colonia sul terzo pianeta di Alpha Centauri A (la gemella del nostro sole), i coloni chiamarono il pianeta Proxima.


Dopo un po’ gli astronomi che avevano cercato di passare il titolo alla stella fioca erano tutti morti, e i coloni continuarono a usare quel nome. Meglio così, perché quella stellina, che oggi ci è più vicina di un pelo, presto si allontanerà; trattenete il respiro per qualche millennio. Essendo «balisticamente unita», la sua distanza media dalla Terra è più o meno la stessa delle altre due del terzetto.

Adesso guardate il secondo schizzo, quello con «ascensione retta» in alto e «anni luce» di lato.

Devo essere l’unica persona, fra le centinaia che si trovano su questa nave, che non sapeva che la prima tappa del viaggio non sarebbe stata Proxima. Il signor Lopez, che mi stava facendo vedere il ponte, mi guardò come se fossi una bambina ritardata che aveva appena fatto un’altra delle sue infelici gaffes. (Ma la cosa non ha importanza perché a lui non interessa il mio cervello.) Non osai spiegargli che ero stata trascinata a bordo all’ultimo momento; avrei mandato all’aria la mia copertura.

Comunque, Miss Dollaro Facile non è tenuta a essere intelligente.

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