Quella macchina enorme probabilmente veniva alimentata a gas, o magari a vapore; di certo non era stata costruita per gli Shipstone. Esistono parecchie attrezzature obsolete che sono ancora utili alle colonie ma non vengono più usate ovunque siano disponibili gli Shipstone. Non ne so nulla, comunque il funzionamento di quella cosa non m’interessava; a me importava solo il fatto che metà del turbogeneratore era una specie di tronco di cono gigante disposto in orizzontale. Al centro del turbogeneratore, sotto l’estremità più stretta del tronco, si formava uno spazio vuoto, uno spazio alto più di un metro. Quanto bastava per un corpo. Il mio. Anche per due, con un po’ di fortuna, visto che avevo questo ospite indesiderato che non potevo né uccidere né abbandonare sulla nave.
Lo spazio era un posticino molto intimo perché gli uomini di Tom, prima di legare saldamente quel mostro, lo avevano ricoperto con un telone incerato. Dovetti strisciare dentro fra un cavo e l’altro, poi dovetti compiere sforzi diabolici per far entrare anche Pete. Ci riuscii. Dopo aver detto addio a qualche brandello di carne.
Controllai di nuovo il mio ospite, poi lo sbucciai. Se non ero del tutto scalognata, avrei potuto dormire un po’ il che sarebbe stato impossibile, se mi fossi lasciata dietro una delle mie guardie.
Pete portava calzoni, cintura, camicia, mutande, calzini, scarpe da ginnastica e un maglione. Gli tolsi tutto, poi gli legai i polsi dietro la schiena con la camicia, le caviglie con le gambe dei pantaloni, e infine con la cintura gli incatenai le caviglie ai polsi, sempre dietro la schiena: una posizione maledettamente scomoda, che mi hanno insegnato all’addestramento di base come tattica per scoraggiare i tentativi di fuga.
Poi cominciai a imbavagliarlo, usando mutande e maglione. Lui disse piano: — Non ce n’è bisogno, signorina Friday. Sono sveglio da un po’. Parliamo.
Mi fermai. — Mi sembrava che avessi ripreso conoscenza. Ma avrei continuato a fingere di non saperlo, se fingevi anche tu. Ho pensato che non mi avresti dato guai. Devi esserti reso conto che sono pronta a tagliarti le gonadi e infilartele giù per la gola.
— Avevo immaginato qualcosa del genere. Ma non credevo poteste essere tanto drastica.
— Perché no? Ho già incontrato le tue gonadi in passato. E non nel migliore dei modi. Se ne ho voglia, ho il diritto di tagliarle. Obiezioni?
— Signorina Friday, mi lasciate parlare?
— Sicuro, perché no? Ma un solo strillo più forte di un sospiro, e ti strappo quei giocattolini. — Feci in modo che capisse bene a cosa alludevo.
— Ahi! Piano, per favore. Stanotte il commissario di bordo ha fatto raddoppiare la sorveglianza. Io…
— Raddoppiare? In che senso?
— Di solito è Tilly, Shizuko, l’unica di turno da quando vi ritirate in cabina a quando vi alzate. Quando voi vi svegliate, lei preme un pulsante e io so che devo montare la guardia. Ma il commissario di bordo, o forse il capitano, è molto in ansia per voi. È preoccupato che possiate tagliare la corda a Botany Bay…
Sgranai gli occhi. — Numi santissimi! Chi può nutrire pensieri tanto maligni sulla povera vecchia Friday?
— Non so immaginarlo — rispose solennemente lui. — Ma perché siamo su questa scialuppa?
— Io voglio farmi un giretto turistico. E tu?
— Anch’io. Spero. Signorina Friday, ho capito che se avevate intenzione di fuggire a Botany Bay, era probabile che tentaste qualcosa stanotte. Non sapevo come pensaste di salire sulla scialuppa, ma avevo fiducia in voi… E vedo che la mia fiducia era giustificata.
— Grazie. Almeno un pochettino. Chi sta di guardia alla scialuppa di babordo? O non c’è nessuno?
— Graham. Il tipo biondo. Forse lo avrete notato.
— Troppo spesso.
— Io ho scelto questa scialuppa perché ieri avete fatto un giro qui col signor Udell. Oppure ieri l’altro, dipende da come tenete i conti del tempo.
— Non me ne frega niente dei conti del tempo. Pete, cosa succede quando si accorgono che sei scomparso?
— Potrebbero anche non accorgersene. Joe Stupid… chiedo scusa, Jospeh Steuben… l’altro è il nome che gli ho affibbiato io… ha istruzioni di darmi il cambio dopo colazione. Se conosco Joe, non se la prenderà se non mi trova al portello. Si metterà a sedere sul ponte con la schiena contro il portello e dormirà finché non arriverà qualcuno ad aprire. Poi resterà lì finché la scialuppa non sarà partita, dopo di che tornerà in cabina e si metterà a letto, aspettando che io vada a cercarlo. Joe è fedele come un cane ma non è furbo. È su questo che ho fatto affidamento.
— Pete, da come lo dici sembra che avessi previsto tutto.
— Non avevo previsto di rimediarci un collo indolenzito e un’emicrania. Se mi aveste dato il tempo di parlare, non sareste stata costretta a trascinarmi.
— Pete, se stai cercando di convincermi a slegarti con le tue chiacchiere dolci, hai sbagliato uomo.
— Non sarebbe meglio dire che ho sbagliato donna?