Più tardi il mio ospite era stato aiutato dal nuovo arrivato, ora ricordavo. Non sorprende mai che una donna in preda a un subbuglio emotivo possa avere bisogno di essere calmata da più di un uomo; però non ricordavo come si fosse svolta la transazione. Uno scambio di partner? Non ficcare il naso, Friday! Una Pa non può provare o capire i diversi tabù umani legati alla copula; però io ne avevo mandato a memoria con estrema cura i molti, molti tipi durante l’addestramento di base come etera, e sapevo che questo è uno dei più forti, uno dei tabù che gli umani coprono anche quando tutto il resto è allo scoperto.
Così decisi di evitare anche il minimo accenno d’interesse.
Freddie smise di russare e aprì gli occhi. Sbadigliò e si stirò, poi mi vide e sembrò perplesso, poi all’improvviso sorrise e allungò le mani verso di me. Io risposi al sorriso e alle mani, pronta a collaborare di tutto cuore, quando entrò Ian. Disse: — Giorno, Marj. Freddie, mi ripugna interromperti, ma sotto c’è già un taxi che aspetta. Marj deve alzarsi e vestirsi. Partiamo subito.
Freddie non mi mollò. Sghignazzò un attimo, poi recitò:
— Capitano, il tuo senso del dovere e la preoccupazione per il benessere della nostra ospite ti fanno onore. Per quando devi essere al porto? Due ore prima del decollo? E parti al mezzogiorno di fuoco, al primo rintocco dell’orologio. No?
— Sì, però…
— Però Helen… ti chiami Helen?… Può benissimo presentarsi al cancello cosiddetto d’imbarco non più tardi dell’ora X meno trenta minuti. E a questo penserò io.
— Fred, non voglio fare il rompiscatole, ma lo sai che trovare un taxi qui può richiedere un’ora. E sotto ce n’è uno che mi aspetta.
— Com’è vero. I tassisti ci evitano; ai loro cavalli non piacciono le nostre colline. Per questo motivo, caro cognato in amore, la sera scorsa ho noleggiato un calesse, impegnando una borsa d’oro. In questo momento il vecchio e fedele Ronzinante si trova sotto questa casa in una delle stalle del custode, a recuperare le forze con pannocchiette di granturco per l’ardua prova che l’attende. Quando telefonerò giù, il suddetto custode, ben imbottito del mio denaro, aggiogherà la cara bestia e porterà calesse e cavallo all’ingresso. Dopo di che scorterò Helen al cancello non più tardi dell’ora X meno trentun minuti. Mi impegno solennemente sul grumo di carne più vicino al tuo cuore.
— Il
— Ho articolato la frase con la massima attenzione.
— Allora… Marj?
— Be’… A te va bene, Ian? Non ho voglia di lasciare il letto subito. Però non voglio nemmeno perdere la tua nave.
— Non la perderai. Freddie è affidabile; è solo che non lo sembra. Però partite da qui alle undici. Se fosse necessario, potreste arrivare a piedi. Posso tenerti il posto prenotato anche dopo l’imbarco. Un capitano gode di qualche privilegio. Okay, riprendete quello che stavate facendo. — Ian guardò l’orologio da dito. — Le nove. Ciao.
— Ehi! Il bacio dell’addio!
— Perché? Ti rivedrò alla nave. E abbiamo un appuntamento a Winnipeg.
— Baciami, porca miseria, o perderò la fottuta nave!
— Allora sganciati da quel grassone di romano e stai attenta a non macchiare la mia uniforme immacolata.
— Non correre rischi, vecchio mio. Bacerò io Helen per te.
Ian si chinò e mi baciò con molta competenza, e io non gli sporcai la sua linda uniforme. Poi baciò la testa di Freddie al centro della pelata e disse: — Divertitevi, ragazzi. Ma portala al cancello in tempo. Ciao. — Betty diede un’occhiata in camera in quel momento; suo fratello la raccolse da terra con un braccio e la trascinò via.
Io riportai l’attenzione su Freddie. Lui disse: — Helen, preparati. — Mi preparai, pensando allegramente che Ian e Betty e Freddie erano proprio quello che ci voleva a Friday per rimettersi in pari dopo aver vissuto tanto, troppo a lungo con quegli ipocriti puritani.
Betty arrivò col tè del mattino al momento esatto, dal che dedussi che aveva origliato. Si mise nella posizione del loto sul letto e bevve una tazza con noi. Poi ci alzammo a fare colazione. Io presi porridge con panna, due magnifiche uova, prosciutto di Canterbury, una grossa braciola, patate fritte, tartine calde con marmellata di fragole e il miglior prosciutto del mondo, e un’arancia, il tutto annaffiato con tè nero forte e zucchero e latte. Se tutto il mondo facesse colazione come si fa in Nuova Zelanda, non ci sarebbero tensioni politiche.
Freddie per mangiare si mise un lava-lava, ma Betty no, e quindi nemmeno io.
Essendo cresciuta in un laboratorio, non ne saprò mai abbastanza di usanze umane ed etichetta, però so che un ospite di sesso femminile deve vestirsi o svestirsi, come la padrona di casa.