— Il minimo — convenne lui. — Hai vinto duecentomila orsi con… venti orsi?
— Un dollaro. Le ho lasciato il resto.
— Più o meno. Hai vinto quasi ottomila dollari.
— Settemilaquattrocento e sette dollari, più qualche cent.
— Non è una fortuna, ma una somma rispettabile.
— Piuttosto rispettabile — convenni. — Per una donna che ha iniziato la giornata affidandosi al buon cuore degli amici. A meno che non fossi in credito di qualcosa per la mia performance «sufficiente» della notte scorsa.
— Mio fratello Ian esigerebbe un labbro gonfio, per una frase del genere. Volevo aggiungere che per quanto settemilaquattrocento dollari siano una somma rispettabile mi ha colpito molto di più il fatto che col solo ausilio di un biglietto della lotteria tu abbia convinto una banca tanto conservatrice ad aprirti un credito di un milione di dollari circa, calcolati in oro. Come ci sei riuscita, tesoro? Non hai battuto ciglio. Non hai messo nemmeno un pizzico di veleno nella voce.
— Georges, sei stato
— Non credo. Sì, ho cercato di reggerti il gioco… Ma tutte le mosse le hai iniziate tu.
— Non la mossa per quell’orribile questionario! Da
— Oh. Quell’asino non aveva motivo di sottoporti a un quiz. Il suo boss gli aveva già ordinato di darti la carta.
— Mi hai salvata. Stavano per saltarmi i nervi. Georges, caro Georges! lo so che mi hai detto che
— Non posso aspettarmi che ti passi da un giorno all’altro. Ci lavoreremo su. Di certo non ti sono saltati i nervi quando si è trattato di chiedere credito.
— Be’, una volta ho sentito qualcuno dire… — (Boss) — che è molto più facile avere in prestito un milione che dieci. Per cui, quando me lo hanno chiesto, non ho preteso
— Non cavillerò. Io sono rimasto senza fiato quando abbiamo superato i novecentomila. Ragazza sufficiente, lo sai qual è lo stipendio di un professore?
— Ha importanza? Da quello che so della tua professione, un modello di successo di creatura sintetica può rendere milioni. Persino milioni di grammi d’oro, non di dollari. Tu non hai creato nessun modello di successo? O è una domanda scortese?
— Cambiamo argomento. Stanotte dove si dorme?
— Potremmo essere a San Diego in quaranta minuti o a Las Vegas in trentacinque. Tutti e due i posti hanno i loro vantaggi e svantaggi per chi voglia raggiungere l’Impero. Georges, adesso che ho soldi a sufficienza, mi presenterò a rapporto, a dispetto di tutti i fanatici che vanno in giro a uccidere pezzi grossi. Però prometto su quello che ho di più caro che farò un salto a Winnipeg appena avrò qualche giorno di ferie.
— Può darsi che io non possa rientrare a Winnipeg.
— Allora verrò a trovarti a Montréal. Senti, amore, ci scambieremo tutti gli indirizzi che abbiamo. Non voglio perderti. Tu mi assicuri che sono umana e mi dici che sono sufficiente. Fai bene al mio morale. Adesso scegli, perché per me è lo stesso. San Diego e parlare ispaninglese, o Vegas e guardare belle donne nude.
17
Scegliemmo tutti e due i posti e finimmo a Vicksburg.
Il confine tra Texas e Chicago era chiuso su entrambi i lati in ogni punto, così decisi di tentare per prima la carta del fiume. Ovviamente Vicksburg è ancora Texas, ma per i miei scopi quello che contava era la sua posizione di maggior porto fluviale all’esterno dell’Impero; soprattutto la sua posizione di porto di partenza per i contrabbandieri in tutte e due le direzioni.
Come l’antica Gallia, Vicksburg è divisa in tre parti. C’è la città bassa, il porto, a livello dell’acqua e talora allagata, e c’è la città alta che Sorge su un ripido di un centinaio di metri d’altitudine e che a sua volta si divide in città vecchia e città nuova. La città vecchia è circondata dai campi di battaglia di una guerra dimenticata da secoli (ma non da Vicksburg!). I campi di battaglia sono sacri; sopra non ci si può costruire nulla. Così la città nuova sorge all’esterno di questi terreni sacri, e sopravvive perché è collegata alla città vecchia, e a se stessa, da un sistema di tunnel e sotterranee. La città alta è collegata alla bassa da scale mobili e funivie che arrivano fino alle mura esterne.