Lo schermo occupava quasi tutta la parete sul fondo della sala. Ci sorbimmo una mezz’ora di premi minori, e in quei trenta minuti il maestro di cerimonie non fece altro che scambiare battutacce a doppio senso col suo assistente, battutacce imperniate quasi esclusivamente sulle doti fisiche della ragazza che estraeva i numeri. Era chiaro che la ragazza era stata scelta per le doti fisiche, piuttosto notevoli; nonché per la disponibilità a indossare un costume che non solo metteva in mostra ogni possibile dote, ma dava al pubblico la certezza che lei non nascondesse niente. Tutte le volte che tuffava un braccio nel canestro girevole ed estraeva un numero, era vestita soprattutto della benda sugli occhi. Doveva essere un lavoro piuttosto gradevole, se il riscaldamento nello studio era buono.
A metà delle cerimonie si alzarono urla dalle prime file: un’impiegata della MasterCard aveva vinto mille orsi. Chambers rifece il suo sorriso gigante. — Non succede spesso, ma quando succede alza il morale di tutti per giorni e giorni. Vogliamo andare? No, voi avete ancora un biglietto che potrebbe vincere, giusto? Per quanto è improbabile che il fulmine cada qui due volte di seguito.
Alla fine, tra squilli di trombe, arrivammo al primo premio della settimana: il «Super-Premio Colossale, Enorme, Tutto Californiano!!!» La ragazza in pelle d’oca estrasse prima due premi di consolazione: una scorta di un anno di Ukiah Gold con una pipa per hashish, e una cena con la grande sensistar Bobby «Il Bruto» Pizzarro.
Poi venne estratto il biglietto iperfortunato. Il maestro di cerimonie lesse, a uno a uno, i numeri che apparvero fiammeggianti sopra la sua testa. — Signor Zee! — urlò. — Il proprietario ha depositato il biglietto in banca?
— Un momento… No, non è stato depositato.
— Abbiamo una Cenerentola! Un vincitore sconosciuto! Da qualche parte, nella nostra grande e meravigliosa Confederazione qualcuno è più ricco di duecentomila orsi! Questo figlio prediletto della fortuna ci sta ascoltando? Vorrà telefonarci e parlare in diretta con tutti voi prima che il programma termini? O si sveglierà domani mattina per sentirsi dire che è ricco? Il numero è questo, gente! Lo leggerete sullo schermo fino alla fine del programma, dopo di che sarà ripetuto a ogni notiziario, finché questa persona baciata in fronte dalla buona sorte non reclamerà ciò che le spetta! E adesso un messaggio…
— Friday — sussurrò Georges — fammi vedere il tuo biglietto.
— Non è necessario, Georges — gli mormorai in risposta. — È quello. Il numero vincente.
Il signor Chambers si alzò. — Lo show è finito. Sono lieto che un membro della nostra piccola famiglia abbia vinto qualcosa. È stato un piacere avervi con noi, signorina Baldwin e signor Karo. E non esitate a interpellarmi se potessimo esservi d’aiuto.
— Signor Chambers — chiesi — la MasterCard potrebbe incassare per me? Non voglio farlo di persona.
Il signor Chambers è un caro uomo, ma un po’ lento. Dovette confrontare i numeri sul mio biglietto coi numeri che lampeggiavano ancora sullo schermo tre volte prima di convincersi. Poi Georges dovette fermarlo quando schizzò via in tutte le direzioni per chiamare un fotografo, telefonare alla direzione della Lotteria Nazionale, convocare una squadra dell’olovisione; ed è un bene che sia stato Georges a fermarlo, perché io avrei anche potuto usare le maniere forti. I signori uomini che non danno retta alle mie obiezioni mi irritano.
— Signor Chambers! — disse Georges. — Non l’avete sentita?
— Cosa? Ma i vincitori finiscono sempre nei notiziari. È routine! Non ci metteranno più di un momento ad arrivare, se è questo che vi preoccupa. Ricordate la ragazza che ha vinto prima? In questo istante la stanno fotografando con J.B. e la sua torta. Andiamo nell’ufficio del vecchio J.B. e…
— Georges — dissi io. — American Express.
Georges
Il volo planante di Chambers si interruppe di colpo. —
— Potete darci l’indirizzo dell’American Express? La signorina Baldwin porterà là il suo biglietto vincente per l’incasso. Li chiamerò prima e mi assicurerò che ci garantiscano nel modo più assoluto il segreto bancario.
— Ma
— Possiamo, e lo faremo. La signorina