Georges usò su se stesso più trucco di quanto avesse usato su di me, più quel profumo schifoso (che non mi chiese di mettere), più un foulard arancio shocking al collo che prima io tenevo come cintura. Mi chiese di gonfiargli i capelli con le mani e spruzzarli di spray, in maniera che restassero gonfi. Tutto qui… più un cambiamento radicale al suo modo di muoversi. Era ancora Georges; però
Riempii la sacca e uscimmo. La vecchia befana della bancarella sgranò gli occhi e trattenne il fiato quando mi vide. Ma non disse niente, perché un uomo che se ne stava appoggiato alla bancarella si tirò su, puntò un dito su Georges e disse: — Tu. Il Capo ti vuole. — Poi aggiunse, quasi tra sé: — Non ci credo.
Georges si fermò, gesticolò alla disperata con tutte e due le mani. — Oh, misericordia! Deve esserci un errore.
Il gorilla morse lo stuzzicadenti che stava succhiando e rispose: — Lo penso anch’io, cittadino. Però non lo dirò, e non lo dirai nemmeno tu. Andiamo. Non tu, sorellina.
Georges disse: — Io di certo non vado da nessuna parte senza la mia cara sorellina! Punto e basta!
La befana disse: — Morrie, lei può restare qui. Tesoruccio, vieni a sederti qui dietro con me.
Georges accennò un no impercettibile con la testa, ma non era necessario. Se mi fossi fermata o quella mi avrebbe riportato diritta allo spogliatoio, o io l’avrei infilata nel suo cestino dei rifiuti. Avrei scommesso la testa che sarei stata io ad agire. Se il lavoro lo richiede, non mi tiro indietro davanti a bestialità del genere (e quella sarebbe stata meno sgradevole di Rocky Rockford), ma lo faccio solo per dovere, non per piacere. Se e quando cambierò abitudini sessuali, sarà con qualcuno che mi piace e che rispetto.
Mi avvicinai di più a Georges, lo presi per il braccio. — Non ci siamo mai separati da che mamma sul suo letto di morte mi ha chiesto di prendermi cura di lui. — Aggiunsi: — Punto e basta! — Una frase che significa poco ma risolve molte situazioni. Tutti e due assumemmo un’aria imbronciata e testarda.
Il tizio che si chiamava Morrie guardò me, poi Georges, e sospirò: — All’inferno. Vienici dietro, sorellina. Però tieni il becco chiuso e stai alla larga.
Sei punti di controllo più tardi, a ciascuno dei quali venne fatto un tentativo per sbucciarmi, fummo introdotti alla Presenza. La mia prima impressione del Capo della Confederazione John Tumbril fu che era più alto di quanto avessi creduto. Poi decisi che era la mancanza del copricapo di piume a fare la differenza. La seconda impressione fu che era ancora più scialbo di quanto lo mostrassero fotografie, cartoni animati e immagini sui terminali; e non cambiai più opinione. Come tanti altri uomini politici prima di lui, Tumbril aveva trasformato la sua spiccata, singolare bruttezza in una risorsa politica.
(La bruttezza è una necessità per un capo di stato? Ripensando alla storia, non riesco a trovare un solo uomo bello che abbia fatto molta strada in politica, bisogna tornare fino ad Alessandro il Grande, ma quello era partito avvantaggiato: suo padre era re.)
In ogni caso, «Warwhoop» Tumbril aveva l’aria della rana che cerca di sembrare rospo e non ci riesce per un soffio.
Il Capo si schiarì la gola. —
Georges ribatté immediatamente: — Signore, devo presentare una lamentela molto seria! Quell’uomo…
Tumbril guardò Morrie, guardò me, tornò a guardare il suo parassita. — È vero?
Morrie asserì di non averlo fatto, ma che se anche lo avesse fatto sarebbe stato perché pensava che fossero quelli gli ordini di Tumbril, e comunque pensava che…
— Tu non devi pensare — sentenziò Tumbril. — Parlerò con te più tardi. E perché la lasci in piedi? Dalle una sedia! Ma devo proprio pensare io a tutto?
Dopo che mi fui seduta, il Capo riportò l’attenzione su Georges. — Oggi avete fatto un Gesto Coraggioso. Sissignore, un Gesto Molto Coraggioso. La Grande Nazione della California è Fiera di aver cresciuto Figli del Vostro Calibro. Come vi chiamate?
Georges gli diede il proprio nome.
— Payroll è un Fiero Nome Californiano, signor Payroll. Un nome che splende nella nostra Nobile Storia, dai rancheros che hanno abbattuto il Giogo Spagnolo ai Coraggiosi Patrioti che hanno abbattuto il Giogo di Wall Street. Vi spiace se vi chiamo Georges?
— Niente affatto.
— E tu puoi chiamarmi Warwhoop. Ecco la Maestosa Gloria della nostra Grande Nazione Georges. Tutti noi siamo Uguali.
Intervenni io: — Questo vale anche per le persone artificiali, Capo Tumbril?
— Eh?
— Stavo chiedendo delle persone artificiali come quelle che producono a Berkeley e Davis. Sono uguali anche loro?