Prese un ascensore e arrivò al ventitreesimo piano nel giro di pochi secondi. Quando la porta dell'ascensore si aprì, corse come un fulmine nel corridoio, passò tra due tecnici dall'aria sbalordita, e corse ancor più veloce verso la sala delle comunicazioni.
Nella grande sala pulsava la rete che teneva uniti i diversi rami di Poppy. Di là tutto il sistema del Piano riceveva linfa e vigore.
Walton aprì una porta laterale, sulla quale era scritto "Centrale", e si trovò di fronte a quattro tecnici indaffarati intorno a una complicatissima ricevente che ronzava come un gatto placido.
— Dov'è quel messaggio dallo spazio? — domandò al giovane tecnico che gli venne incontro.
— Continua a giungere, signore. Lo ripetono in continuazione. Stiamo cercando di scoprire la loro posizione per mezzo della triangolazione. Devono essere vicini all'orbita di Plutone.
— Al diavolo Plutone. Dov'è il messaggio?
Qualcuno gli porse una striscia di carta. C'era scritto: — Chiamiamo la Terra. Chiamata urgente, massima urgenza, assoluta precedenza. Comunicheremo soltanto con "D.F. FitzMaugham".
— È tutto? — domandò Walton. — Non c'è una firma, non c'è il nome dell'astronave?
— Proprio così, signor Walton.
— Bene. Si metta subito in contatto con loro e invii un messaggio di risposta — disse, rivolgendosi al tecnico che lo aveva accolto. — Dica loro che FitzMaugham è morto e che io sono il suo successore. Faccia il mio nome.
— Sì, signore.
Cominciò a girare nervosamente per tutto il laboratorio, mentre i tecnici lavoravano per spedire il messaggio nel vuoto cosmico. Le comunicazioni spaziali erano un campo che sbalordiva e intimidiva Walton, il quale guardò i tecnici come se fossero stati dei semidei, mentre loro erano intenti al lavoro.
Il tempo passò.
— Sa che qualche astronave si trova in quel settore? — domandò a qualcuno.
— No, signore. Non aspettavamo nessuna chiamata, a eccezione di quella di Lang da Venere… — Il tecnico impallidì, rendendosi conto di avere commesso una gaffe, e rimase impietrito.
— Non si preoccupi — lo rassicurò Walton. — Io sono il direttore, non ricorda? So tutto di Lang e di quello che sta facendo.
— Certo, signore.
— Sta arrivando una risposta, signore — disse un altro dei tecnici senza nome e senza volto. — Eccola. — Walton diede un'occhiata.
Il messaggio diceva: "Salve, Walton. Richiediamo ulteriore identificazione, prima di fare rapporto, McL".
Un brivido di soddisfazione percorse Walton, alla vista delle iniziali alla fine del messaggio. "McL". Poteva trattarsi soltanto di McLeod… e "questo" poteva significare una sola cosa: l'astronave interstellare era ritornata dal suo viaggio di esplorazione!
Walton si rese conto, un po' depresso, che questo significava, probabilmente, anche che gli esploratori non avevano scoperto nessun pianeta di tipo terrestre tra le stelle dell'universo. Nella corrispondenza dell'archivio, McLeod aveva scritto a FitzMaugham che l'astronave sarebbe ritornata dopo un anno se non avesse avuto successo nella sua ricerca. Ed era passato circa un anno.
Si rivolse ai tecnici, e disse: — Spedite questo messaggio di risposta: McLeod, Nairobi, X-72. Congratulazioni! Walton.
I tecnici si rimisero al lavoro, lasciando Walton immerso nei suoi tristi pensieri. I macchinali che si vedevano tutt'intorno avevano un aspetto imponente e austero, che non contribuiva di molto a sollevare gli spiriti. Gli strumenti facevano "tic-tic", ronzavano e miagolavano e sibilavano, e lui cercava di captare, tra questi rumori, qualche brano di conversazione, senza avere molto successo nelle sue fatiche.
Dopo un periodo che gli parve un'ora, Walton vide di nuovo il tecnico.
— Sta arrivando un nuovo messaggio, signore. Lo stiamo decodificando con la maggiore rapidità possibile, proprio in questo momento.
— Fate presto — disse Walton. L'orologio indicava che erano le 14 e 29. Erano passati solo venti minuti da quando era sceso nel laboratorio.
Un foglio di carta gli fu messo bruscamente sotto il naso, da qualche altro tecnico anonimo e, probabilmente, addirittura invisibile. Walton si mise a leggere ansiosamente il messaggio.
Salve, Walton, qui McLeod. Lieti di annunciarle che l'astronave sperimentale X-72 sta tornando a casa con tutti gli uomini in ottime condizioni, dopo una sensazionale crociera di un anno tra le stelle della Via Lattea. Mi sento come Ulisse che ritorna a Itaca, solo che il viaggio non è stato così difficoltoso.
Immagino che questo le interesserà: abbiamo trovato un pianeta, delizioso e abitabile, nel sistema di Procione. Nessuna forma di vita intelligente, e un clima incredibilmente buono. Peccato che il vecchio FitzMaugham non abbia potuto vedere con i suoi occhi il nostro ritorno.
Arrivederci a presto. McLeod.