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Aro aveva una voce così consolante e affettuosa che per un attimo riuscì quasi a ingannarmi. Poi sentii Edward che digrignava i denti e, molto più indietro di noi, il sibilo indignato di Maggie davanti a quella menzogna.

«Mi chiedo se...», disse cauto Aro, apparentemente ignaro della reazione causata dalle sue parole. In modo inaspettato, spostò lo sguardo verso Jacob e, invece del disgusto con cui l’avevano guardato gli altri Volturi, osservò il lupo gigantesco con occhi pieni di una brama che non capivo.

«Non funziona così», disse Edward, con un tono aspro e improvvisamente privo di tutta l’attenta neutralità di prima.

«Era solo un pensiero come un altro», disse Aro, soppesando apertamente Jacob, poi con lo sguardo si spostò piano lungo le due file di licantropi dietro di noi. Qualsiasi cosa gli avesse mostrato Renesmee, aveva d’un tratto reso i lupi più interessanti.

«Non appartengono a noi, Aro. Non eseguono i nostri ordini in quel modo. Si trovano qui unicamente per volontà loro».

Jacob ruggì minaccioso.

«Però sembrano piuttosto affezionati a te», disse Aro, «alla tua giovane compagna e alla tua... famiglia. Sembrano fedeli». Con la voce accarezzò piano quella parola.

«La loro missione è proteggere vite umane, Aro. Questo ne facilita la coesistenza con noi, ma non con voi. A meno che non mettiate in discussione il vostro stile di vita».

Aro rise, allegro. «Era solo un pensiero come un altro», ripeté. «Sai bene come vanno le cose. Nessuno di noi è in grado di controllare del tutto i desideri inconsci».

Edward fece una smorfia. «So bene come funziona. Conosco anche la differenza fra quel tipo di pensiero e quello che nasconde un secondo fine. Non potrebbe mai funzionare, Aro».

Jacob girò l’enorme testa verso Edward e dai denti gli sfuggì un debole lamento.

«È molto affascinato dall’idea dei... cani da guardia», spiegò Edward mormorando.

Ci fu un attimo di calma tombale e poi l’enorme radura si riempì del suono dei ringhi furiosi che salivano dal branco.

Ci fu un latrato secco di comando — forse veniva da Sam, ma non mi girai a controllare — e quelle rimostranze vennero tacitate, facendo calare un silenzio inquietante.

«Immagino che ciò risponda alla mia domanda», disse Aro, ridendo di nuovo. «Questo gruppo ha scelto da che parte stare».

Edward emise un sibilo e si sporse in avanti. Gli afferrai il braccio, chiedendomi cosa, nei pensieri di Aro, potesse causargli una reazione così violenta, mentre Felix e Demetri si rannicchiarono all’unisono, in guardia. Con un nuovo cenno Aro li tranquillizzò. Si rilassarono, come pure Edward.

«Ci sono così tante cose di cui parlare», disse Aro, assumendo improvvisamente il tono di un uomo d’affari oberato di lavoro, «così tante cose da decidere. Se voi e il vostro protettore peloso mi volete scusare, cari Cullen, devo conferire con i miei fratelli».

37

Stratagemmi

Aro non raggiunse le guardie che, ansiose, lo attendevano sul lato nord della radura. Fece loro cenno di avvicinarsi.

Edward cominciò immediatamente a retrocedere, tirando per il braccio me ed Emmett. Arretrammo spediti, senza distogliere lo sguardo dalla minaccia che avanzava. Jacob fu più lento: aveva il pelo ritto sulle spalle e mostrava le zanne ad Aro. Mentre ci ritiravamo, Renesmee gli afferrò la coda; la teneva come un guinzaglio, costringendolo a restare con noi. Raggiungemmo la nostra famiglia nello stesso momento in cui i mantelli scuri tornarono a circondare Aro.

Restavano solo cinquanta metri a dividerci: la distanza che chiunque di noi poteva superare con un salto in una sola frazione di secondo.

Caius cominciò subito a litigare con Aro.

«Come fai ad accettare questa ignominia? Perché restiamo impotenti davanti a un crimine così scandaloso, coperto da un inganno tanto ridicolo?». Teneva le braccia rigide sui fianchi, le dita chiuse come artigli. Mi chiesi perché non si limitava a toccare Aro per comunicare la sua opinione. C’era già una divisione nei loro ranghi? Eravamo così fortunati?

«Perché è tutto vero», gli disse Aro calmo. «Ogni singola parola. Hai visto quanti testimoni sono pronti a confermare di aver visto crescere e maturare questa bambina miracolosa nel breve tempo in cui l’hanno conosciuta. Di aver percepito il calore del sangue che le pulsa nelle vene». Con un ampio gesto Aro indicò tutta la nostra schiera, da Amun a Siobhan.

Caius reagì in modo strano alle parole rasserenanti di Aro, sussultando lievemente nel sentire la parola "testimoni". La rabbia svanì dai suoi lineamenti, sostituita da una freddezza calcolatrice. Fissò i testimoni dei Volturi con espressione che sembrava vagamente... nervosa.

Anch’io fissai la marmaglia inferocita e vidi subito che non si poteva più descrivere come tale: la frenesia di agire si era trasformata in confusione. Fra la folla ribollivano conversazioni sussurrate che cercavano di dare un significato a quanto era accaduto.

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