Il suo sguardo balenò sulla nostra prima linea, soffermandosi rapidamente sulle sagome immobili di Tanya e Kate.
In quell’attimo capii che Caius non aveva mai sottovalutato il legame di una vera famiglia. Era
La pace innaturale di quell’incontro traballava già peggio di un elefante su una fune. Se lo scontro fosse iniziato, non ci sarebbe stato modo di fermarlo. Sarebbe cresciuto fino a che uno dei due contendenti fosse stato annientato del tutto. Nella fattispecie, noi. Caius lo sapeva.
E anche Edward.
«Fermatele!», gridò Edward, precipitandosi ad afferrare per un braccio Tanya, mentre lei saltava verso il sorridente Caius con un folle grido di rabbia cruda. Non riuscì a scrollarsi di dosso Edward solo perché Carlisle le aveva stretto le braccia intorno alla vita.
«È troppo tardi per aiutarla», rifletté pressante mentre lei si dibatteva. «Non dargli quello che vuole!».
Trattenere Kate fu più difficile. Gridando senza parole come Tanya, si lanciò nel primo passo dell’attacco che sarebbe finito con la morte di tutti. Rosalie era la più vicina a lei ma, prima che potesse bloccarla, Kate se la scrollò di dosso con tanta violenza da scaraventarla a terra. Emmett prese Kate per il braccio e la scagliò giù, poi arretrò barcollando, con le ginocchia che cedevano. Kate si rialzò in piedi, sembrava inarrestabile.
Garrett le si avventò addosso, atterrandola di nuovo. La strinse con le braccia, serrando le mani intorno ai propri polsi. Vidi gli spasmi che gli percorrevano il corpo mentre lei gli dava la scossa. Lui alzò gli occhi al cielo, ma non mollò la presa.
«Zafrina», gridò Edward.
Lo sguardo di Kate si fece vacuo e le sue grida si trasformarono in gemiti. Tanya smise di fare resistenza.
«Ridammi la mia vista», sibilò Tanya.
Disperatamente, ma con tutta la delicatezza di cui ero capace, resi lo scudo ancora più attillato intorno alle scintille dei miei amici, togliendolo piano a Kate e cercando, nello stesso tempo, di mantenerlo intorno a Garrett, creando una pellicola sottile fra loro.
Allora Garrett riprese il controllo, tenendo ferma Kate sulla neve.
«Se ti lascio alzare, mi atterri di nuovo, Katie?», le sussurrò.
Per tutta risposta lei ringhiò, dibattendosi ancora come una forsennata.
«Ascoltatemi, Tanya, Kate», disse Carlisle in un sussurro lieve ma partecipe. «Al momento, vendicarla non serve a niente. Irina non vorrebbe vedervi sprecare così la vostra vita. Pensate a quello che state facendo. Se li assalite, moriremo tutti».
Tanya, le spalle incurvate per il dolore, si appoggiò a Carlisle. Kate finalmente restò immobile. Carlisle e Garrett continuarono a consolare le due sorelle con parole troppo pressanti per sembrare di conforto.
Tornai a rivolgere l’attenzione agli sguardi fissi che calavano pesanti sul nostro momento di confusione. Con la coda dell’occhio vedevo che Edward e tutti gli altri, esclusi Carlisle e Garrett, avevano di nuovo assunto la posizione di guardia.
Lo sguardo più truce di tutti arrivava da Caius, che fissava incredulo Kate e Garrett a terra sulla neve. Anche Aro li guardava e sul viso gli si leggeva un’espressione incredula. Sapeva di cosa era capace Kate. Aveva sentito la sua potenza nei ricordi di Edward.
Capiva cosa stava succedendo ora? Capiva che il mio scudo era cresciuto in forza e capacità di penetrazione ben più di quanto Edward mi sapeva capace? O pensava che Garrett avesse sviluppato una propria forma d’immunità?
Il corpo di guardia dei Volturi non era più sull’attenti: erano accucciati, pronti a lanciare il contrattacco appena avessimo agito.
Dietro di loro, quarantatré testimoni assistevano con espressioni molto diverse da quelle che avevano quando erano entrati nella radura. La confusione si era trasformata in sospetto. L’uccisione di Irina, veloce come la luce, li aveva scossi. Che male aveva fatto?
Senza la reazione immediata su cui Caius aveva contato per distogliere l’attenzione dal suo gesto sconsiderato, i testimoni dei Volturi si ritrovavano a chiedersi cosa stesse succedendo. Aro guardò di sfuggita alle sue spalle mentre lo osservavo e il volto tradì un barlume di contrarietà. Il suo bisogno di pubblico si era ritorto contro di lui.
Sentii Stefan e Vladimir mormorare esultanti per il disagio di Aro.
Lui ovviamente era preoccupato di mantenere la sua patina di correttezza, come avevano detto i rumeni. Ma non credevo che i Volturi ci avrebbero lasciati in pace solo per salvarsi la reputazione. Dopo aver finito con noi, sicuramente erano pronti a massacrare i loro testimoni. Provai una pietà strana e repentina per la massa di sconosciuti che i Volturi si erano portati dietro perché ci vedessero morire. Demetri avrebbe dato la caccia a tutti finché anche loro non si fossero estinti.