Il siero di una vescica non provoca dolore, ma io ho provato che, quando lo si aspira dalla vescica e lo si mette a contatto col vetro, produce kinina, la quale, se il liquido viene reimmesso nella vescica, sicuramente provoca dolore. Iniettando kinina ai primi sintomi di ticopsia che precedevano i miei tre ultimi viaggi, fui in grado di soffrire di veri attacchi di emicrania, e per la prima volta, sentii quei tre olmi stormire al vento.
Finalmente ho concluso la prima fase del mio lavoro e ora mi trovo a dover affrontare il problema di effettuare lo spostamento temporale di una notevole massa fisica, e cioè del mio corpo. Prevedo che sia necessario un enorme potenziamento degli impulsi nervosi, e ho la sgradevole sensazione di dover cercare una qualche scappatoia alle Leggi di Kirchoff.
Tuttavia sono pieno di fiducia. Devo cercare però di mantenervi calmo per non provocare un altro viaggio. L’eccitazione infatti è tradizionalmente uno dei fattori che provocano l’emicrania. Ho letto da qualche parte un appunto del patriota francese, dottor Edward Liveing, che, nel 1873, diceva: “…È convinzione comune che non è da tutti poter godere impunemente del piacere di assistere a certe rappresentazioni teatrali dove la gloria della Francia viene quotidianamente celebrata con rumori e fumo…".
E dopo altri tre anni:
Il superamento delle Leggi di Kirchoff è stato in fondo più facile del previsto (se si prende in considerazione la quarta dimensione diventano possibili tante cose), ma avevo sottovalutato molto le spese. La vendita della casa e dei mobili mi ha fruttato solo una piccola parte della somma necessaria. Per fortuna sono riuscito a persuadere Hetty e Tougher a modificare l’accordo stipulato quasi otto anni fa e a rilevare la mia compartecipazione nell’azienda. Sono preoccupati per me, specialmente Hetty, ma credo di essere riuscito a convincerli che sono sano tanto di mente che di corpo. Hetty è invecchiata molto e fuma troppo.
Kate, mia adorata, questa è l’ultima volta che mi rivolgo a te scrivendo su questo taccuino. Ormai non è molto lontano il tempo, in cui ne sfogheremo insieme le pagine se, fino a quel momento, cara, fino a quel momento…
Breton aspettò che calasse la sera, prima di recarsi nel parco.
Parcheggiò la vecchia Buick a qualche centinaio di metri dall’ingresso della Cinquantesima Strada e passa qualche minuto a controllare l’equipaggiamento. Prima di tutto, il cappello. L’aveva messo sul sedile posteriore, e pareva un qualunque vecchio cappello un po’ sformato, se non ci fossero stati i lampi di luce arancione che di tanto in tanto saettavano al suo interno. Lo prese, se lo sistemò in testa con cura, e impiegò qualche istante a collegare i cavi che scendevano dalla fascia interna, con gli altri che sporgevano dal colletto della camicia. Quando ebbe terminato di collegarli, sollevò il bavero dell’impermeabile e provò a muoversi. L’intrico di cavi sfregava sulla pelle, graffiandogliela, ma gli permetteva una completa libertà di movimento. Poi si occupò del fucile. Quando aveva svuotato la casa, al momento di venderla, aveva ritrovato l’arma nell’armadio dello scantinato e l’aveva portata nell’appartamento preso in affitto. Dopo averlo spolverato, aveva scoperto che il percussore si era incastrato (non ricordava più come fosse successo) e l’aveva portato da un armaiolo perché lo rimettesse in sesto. La linea snella del fucile era rovinata dal grosso mirino a raggi infrarossi che vi aveva aggiunto, per poter vedere al buio. Breton tirò fuori dalla tasca le munizioni e caricò l’arma con gesti misurati. Mise il proiettile in canna per non rischiare di perder tempo all’ultimo momento.
Rimase seduto immobile alcuni minuti finché fu sicuro che non ci fosse nessuno nei paraggi. Era passata quasi una settimana dall’ultimo viaggio, e lui aveva la sensazione che quello fosse il momento giusto. Le vene gli pulsavano per l’eccitazione (uno dei fattori determinanti degli attacchi di emicrania) e l’attività elettrica del suo cervello era superiore al normale, provocando un senso di esultante tensione. Il cambiamento quasi psichedelico delle percezioni, ben noto a chi soffre di emicrania e che compare ai primi sintomi di un attacco, influenzava la sua coscienza, circondando gli oggetti intorno a lui di un alone di… tristezza, pericolo incombente, intossicazione. Appena fu sicuro che non c’era nessuno nei paraggi, Breton scese dall’auto, nascose il fucile sotto l’impermeabile e lo tenne fermo, reggendolo attraverso l’apertura della tasca interna. La brezza notturna lo assalì da tutte le parti, esplorando il suo corpo come le dita di un cieco, mentre camminava goffamente a causa del fucile nascosto.