«La tua coscienza volerà.» Con le mani, Akesuk formò due ali, le fece muovere e sorrise. «Ma tu sei stato via per tanto tempo e sei un po' fuori esercizio. Forse hai bisogno di un intermediario che ti confidi quello che vede lo spirito uccello.»
«Parli per enigmi.»
«È un privilegio degli sciamani.»
Un uccello volò sopra di loro.
«Un gabbiano di Ross», rise Akesuk. «Sì, tu sei proprio fortunato, Leon! Lo sapevi che ogni anno migliaia di bird watcher vengono qui da ogni parte del mondo proprio per vedere questo gabbiano? È così raro… No, non ti devi preoccupare, davvero. Gli spiriti ti hanno mandato un segnale.»
Più tardi, quando s'infilarono nei loro sacchi a pelo, Anawak rimase sveglio ancora un po'. Il sole notturno illuminava le pareti della tenda. Una volta sentì il grido della guardia: «
E forse l'avrebbe aiutato uno sciamano.
24 maggio
Frost
Come al solito, Stanley Frost era di opinione diversa.
Secondo le valutazioni delle industrie estrattrici di materie prime, i principali giacimenti di metano si trovavano nel Pacifico, lungo la costa occidentale nordamericana, di fronte al Giappone, nel mare di Okhotsk, nel mare di Bering e ancora più a nord, nel mare di Beaufort. Nell'Atlantico, gli Stati Uniti ne avevano la maggior parte davanti alla porta di casa. C'erano grandi giacimenti nei Caraibi e al largo del Venezuela, forti concentrazioni nella zona dello stretto di Drake, tra America meridionale e Antartico. Si sapeva anche degli idrati norvegesi e altrettanto nota era l'esistenza di giacimenti nel Mediterraneo orientale e nel mar Nero.
Soltanto la costa nordoccidentale dell'Africa ne.era quasi completamente priva. E in special modo la zona delle Canarie.
E Frost non se ne capacitava.
Perché là, dagli abissi saliva acqua fredda satura di nutrimento per il fitoplancton, che a sua volta era la causa principale della pescosità eccezionale delle Canarie. A partire da quegli elementi, nelle Canarie si sarebbe dovuta rilevare una gran quantità di idrati; ovunque si presentasse una notevole varietà di vita organica, prima o poi, negli abissi marini, si formava il metano: era una cosa inevitabile.
Il problema delle Canarie era che i resti decomposti degli esseri viventi non potevano depositarsi. Dato che quelle isole erano nate milioni di anni prima dai vulcani, si ergevano, verticali come torri, dal fondale marino: Tenerife, Gran Canaria, La Palma, Gomera e Hierro. Tutte crescevano dal fondale a una profondità fra i tre chilometri e i tre chilometri e mezzo, guglie di roccia vulcanica su cui i sedimenti e i resti organici scivolavano anziché depositarsi. Ecco perché la cartografia corrente mostrava, nella zona delle Canarie, l'assenza di giacimenti di metano. Cosa che, secondo Stanley Frost, costituiva il primo errore.
In secondo luogo, lui presumeva che i coni vulcanici, sulla cui punta si ergevano le isole, non fossero verticali, come in genere si sosteneva. O, meglio, erano verticali, sì, però non lisci e perpendicolari come le pareti di una casa. Frost si era occupato abbastanza a lungo della formazione e dello sviluppo dei vulcani per sapere che anche il cono più verticale mostrava crinali e terrazze. Era quindi pienamente convinto che, intorno alle isole, ci fosse una gran quantità di metano e che fino a quel momento nessuno avesse guardato con attenzione. Quegli idrati non si sarebbero presentati in grandi blocchi, ma in una fitta rete di vene tra il pietrisco. In ogni caso, il metano doveva essere immagazzinato sui crinali ricoperti di sedimenti.