Charlie continuò tranquillamente. «Anch’io ho fatto dei calcoli. Se la cabina fosse stata sigillata ermeticamente, ci sarebbe voluta mezz’ora per far morire asfissiati due uomini per mancanza d’ossigeno. In pratica sono stati loro stessi a produrre anidride carbonica durante la respirazione. Vede però, non sono morti a causa del biossido di carbonio, e la cabina dell’ascensore non è sigillata ermeticamente. In basso c’è quell’apertura di cui parlavo poco prima, e in alto delle prese di ventilazione. Immaginiamo che quando i due entrano per qualche ragione nel piccolo ascensore e chiudono la porta, la cabina sia qui, al primo piano. Naturalmente nella cabina c’è dell’aria calda, e appena cominciano a scendere la ventilazione entra in funzione. L’aria fredda del pozzo dell’ascensore comincia a sostituire l’aria calda, e la piacevole aria calda comincia a salire portando con sé l’ossigeno. Quando siamo entrati alla cabina, abbiamo provato tutti e tre le stesse sensazioni: un senso di umidità, di freddo, di oppressione. Poi abbiamo aperto la porta e siamo usciti. Ritornando al mio ragionamento, invece, prima che la cabina arrivi nel seminterrato l’aria è stata cambiata un paio di volte. L’aria pulita è uscita completamente ed è entrata solo aria viziata. Normalmente questo fatto non si nota nemmeno, dal momento che aprendo la porta entra immediatamente dell’aria pulita. Ipotizziamo invece che quella volta la porta non si sia aperta, e che la cabina si rimasta ferma in una sacca d’aria particolarmente nociva, con una concentrazione molto alta di biossido di carbonio e molto bassa di ossigeno. Lei sa cosa sono le sacche di anidride carbonica, di aria viziata, le concentrazioni di aria contaminata?»
L’espressione di Dwight era cambiata, non sembrava più impaziente, annoiata o tollerante. Il capitano annuì e il suo sguardo si fece più penetrante. «Sì, i minatori, i sommozzatori, gli speleologi conoscono bene l’eventualità di imbattersi in sacche d’aria come quelle.»
«E i vigili del fuoco» aggiunse Charlie cupamente. «Se si entra in un grande palazzo di una qualsiasi città e lo scantinato non è stato utilizzato da qualche tempo, be’, allora si capisce cosa può accadere. Insomma, è esattamente una di quelle sacche che si è formata nel pozzo di quell’ascensore. Il biossido di carbonio rimane in basso perché è più pesante, gli elementi più leggeri in alto, ma pur sempre nocivi.»
«Buon Dio!» esclamò Constance sommessamente. «Quei poveretti!»
«Già» disse Charlie quasi bruscamente. «E così restano intrappolati nell’ascensore. Il calore stesso del loro corpo crea una sorta di corrente ascensionale sufficiente ad annullare l’effetto delle prese d’aria, che in realtà aggravano la situazione perché la pesante miscela di biossido di carbonio viene spinta dentro dal basso, mentre l’aria più pulita esce dall’alto. Ogni minuto che passa consumano circa settecento centimetri cubi di ossigeno, e producono da cinquecento a seicento centimetri cubi di anidride carbonica.» Il tono della sua voce era divenuto del tutto inespressivo, quasi meccanico. «S’imparano queste cose per essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione durante un incendio, quando ci si domanda se le persone all’interno della sacca d’aria sono ancora vive, se stanno respirando, se l’ossigeno si è esaurito.» Charlie s’interruppe all’improvviso, poi riprese il discorso. «A ogni modo, nel momento in cui Gary e Rich si sono resi conto che avrebbero potuto morire, probabilmente era troppo tardi per fare qualcosa. Innanzitutto dopo solo un paio di minuti si viene assaliti dallo sconforto, dal mal di testa, e poi da una particolare condizione emotiva che prima mi avevano solo descritto ma che adesso posso testimoniare, uno stato che assomiglia al risveglio da un incubo, quando ci si rende conto che bisogna muoversi ma si è incapaci di individuare le parti del corpo per farlo. Sono sufficienti cinque minuti al massimo, dopodiché è troppo tardi. Subentrano il collasso, la perdita di coscienza, e tutto accade molto velocemente.»
Dwight cominciò a dire qualcosa ma poi rinunciò, come se si fosse reso conto che in quel momento Charlie non doveva essere interrotto, che stava arrivando a mettere a fuoco qualcosa che nessun altro era riuscito a vedere.