Quando la luce argentea l’ebbe completamente illuminata, la roccia finì la sua metamorfosi e si trasformò in un vecchio malconcio, con la faccia scolpita dalle rughe, una barba canuta di straordinaria lunghezza e pesanti catene strette intorno ai polsi e alle caviglie. Nihal trattenne il respiro. Conosceva quell’uomo, perché l’aveva salvata e curata dai briganti. Il vecchio della grotta era Megisto.
20
Discesa agli inferi.
Il vecchio sorrise a Nihal. «Complimenti per le trappole, non ti credevo capace di tanto. Suppongo che tu sia riuscita a liberare il tuo amico...»
Nihal rimase senza fiato: l’idea di essere stata per giorni nelle mani di un uomo del Tiranno le fece accapponare la pelle. «Megisto...» mormorò.
Il vecchio non smise di sorridere. «Già, Megisto. Il rinnegato, il maledetto, l’antico sterminatore di ninfe...» La ragazza continuava a guardarlo, ammutolita.
Megisto si sedette con calma sull’erba. «Non so come, ma sentivo che ci saremmo rivisti. Ebbene? Sei forse venuta a sdebitarti perché ti ho salvato la vita?» disse con ironia.
Nihal scosse il capo in segno di diniego.
«Già, lo immaginavo. E allora, a che cosa debbo l’onore della tua visita?»
Nihal era ancora turbata, ma si sforzò di assumere un’espressione sicura. «So che conosci la magia del Tiranno» disse, guardando il vecchio in volto. «Ho bisogno del tuo aiuto per contrastare un suo incantesimo.»
A quelle parole Megisto cambiò espressione e i suoi occhi divennero da benevoli a severi. «E perché?»
Nihal esitò. «Perché... perché sono un Cavaliere di Drago e combatto contro il suo esercito.»
Il vecchio gettò una rapida occhiata a Oarf. «Se sei venuta per questo, puoi anche andartene. Non ho intenzione di rivelare nulla di ciò che mi ha condotto a un destino simile.»
Nihal si tolse il mantello e restò con gli abiti da battaglia, il corpetto nero e i pantaloni di cuoio. La spada le pendeva al fianco e scintillava nel buio. «Lascia almeno che ti racconti tutta la storia.»
Il vecchio la scrutò. Nihal odiava quando qualcuno la guardava così. Dopo qualche interminabile istante, lo vide scrollare le spalle. «E sia, starti a sentire non mi costa niente» sospirò Megisto, poi incrociò le gambe sotto di sé. Ora la guardava con aria assorta, in attesa.
Nihal gli parlò a lungo di Dola, dell’armatura che si riparava da sola, della lancia che aveva trapassato la sua corazza di cristallo nero. «Mi ha quasi uccisa, Megisto» concluse. Si aspettava che il vecchio dicesse qualcosa, ma lui continuò a guardarla senza espressione. «Insomma, voglio sapere come posso batterlo.»
Il vecchio trasse un respiro profondo. «Mi dispiace. Non posso aiutarti.»
«Non puoi o non vuoi?»
«Perché desideri sconfiggere quell’uomo?» chiese Megisto.
«Che domanda! Perché è un nemico. È il capo dell’esercito contro cui combatto.»
«Perché desideri sconfiggere quell’uomo?» chiese di nuovo Megisto, incurante della risposta.
La ragazza perse le staffe. «Te l’ho appena detto! Perché sono un Cavaliere di Drago!»
«Quello che ti spinge è un altro sentimento» disse Megisto. Scosse la testa. «Tu ti vuoi vendicare, Nihal.»
«Per me è un nemico come tutti gli altri! Io...»
«Vuoi vederlo implorare pietà» la interruppe il vecchio.
«Non è vero!»
«E quando sarà ferito ai tuoi piedi...»
«No!»
«Vuoi tagliargli la gola e guardare il suo sangue inzuppare il terreno. E quando sarà morto riderai e sentirai che la tua vendetta è compiuta.»
«Non è come dici!» urlò Nihal.
«Non mentire!» tuonò il vecchio.
Nihal lo guardò con gli occhi spalancati, persi.
Quando il vecchio riprese a parlare, aveva un tono grave e solenne. «So che sei in buona fede, Nihal, lo so. Ma nel tuo cuore c’è una bestia appena assopita. Il suo sonno è leggero, credimi. Quando quell’uomo sarà a terra davanti a te, la bestia si desterà e ti mangerà il cuore.»
«Io non sono più quella di prima...» mormorò Nihal, quasi parlasse a se stessa.