Non mi sento affatto calmo e di buon carattere. Vorrei picchiare qualcuno.
Il consulente che parla non dice nulla più di quello che abbiamo già letto nell'articolo. Non può spiegare il metodo, non sa a chi bisognerebbe rivolgersi per avere ulteriori schiarimenti. Non sa nemmeno che la compagnia per la quale lavoro ha acquistato il protocollo di ricerca. Forse non lo sa. Io non dico niente.
Dopo la riunione gli altri desiderano restare e parlare del nuovo procedimento, ma io me ne vado in fretta. Voglio andare a casa e pensare a Marjory senza Emmy attorno. Non voglio pensare a Marjory come ricercatrice. Voglio pensare a lei seduta accanto a me nell'automobile, al suo profumo, ai riflessi di luce nei suoi capelli e anche a come tira di scherma.
È più facile pensare a Marjory mentre faccio pulizia alla mia automobile. Tolgo il coprisedile di pelle di pecora e lo scuoto bene; lo stendo sul cofano e spolvero i sedili con una spazzola, poi passo l'aspirapolvere sul pavimento. Il rumore dell'apparecchio mi disturba, ma così si fa più presto e non respiro tanta polvere. Pulisco il parabrezza dall'interno, facendo attenzione agli angoli, poi i finestrini e gli specchietti. I negozi vendono prodotti speciali per pulire le macchine, ma il loro odore mi dà la nausea, perciò adopero solo uno straccio e acqua.
Rimetto il coprisedile a posto e lo assicuro bene. Adesso la mia automobile è tutta pulita, pronta per la domenica mattina. Per andare in chiesa prendo l'autobus, ma mi rallegra pensare alla mia macchina pulita e in abito da festa per la domenica.
Faccio la doccia in fretta, poi vado a letto e penso a Marjory. Nei miei pensieri lei si muove ininterrottamente eppure sta sempre immobile. Le espressioni sul suo viso permangono abbastanza a lungo perché io possa interpretarle. Quando mi addormento, lei mi sorride.
4
Dalla strada Tom guardava Marjory Shaw e Don Poiteau attraversare il cortile. Lucia pensava che Marjory si stesse affezionando a Lou Arrendale, e invece eccola lì insieme a Don. Va bene che Don le aveva tolto di mano lo zaino, ma… se lui non le piaceva, perché non se l'era ripreso?
Sospirò, facendosi scorrere una mano tra i capelli piuttosto radi. Lui adorava la scherma, gli piaceva avere allievi, ma il peso dei continui intrighi del gruppo, i suoi complicati intrecci di simpatie e antipatie, lo stancavano sempre più man mano che avanzava negli anni. Avrebbe voluto che la casa sua e di Lucia fosse un posto in cui i giovani potessero raggiungere il loro pieno potenziale fisico e morale, ma certe volte gli pareva di avere intorno una masnada di eterni adolescenti. Presto o tardi tutti ricorrevano a lui con i loro lamenti, i loro rancori, le loro sensibilità offese.
Oppure andavano da Lucia: per lo più le donne. Le sedevano accanto fingendo d'interessarsi ai suoi ricami o alle sue fotografie, e sfogavano le loro pene. Lui e Lucia passavano ore a discutere quello che andava succedendo, quale appoggio dare a chi ne aveva bisogno, come porgere aiuto senza assumersi responsabilità troppo gravose.
Mentre Don e Marjory si avvicinavano, Tom notò che lei era irritata. Don, al solito, non se ne accorgeva: parlava in fretta agitando avanti e indietro lo zaino della ragazza nel suo entusiasmo per quanto le andava dicendo. Quei due erano un perfetto esempio di ciò che accadeva continuamente, pensò Tom. Prima di sera, era certo che avrebbe saputo da Marjory cos'aveva fatto Don per mandarla in collera, e da Don avrebbe sentito che Marjory non aveva per lui un briciolo di comprensione.
— Lui deve tenere per forza le sue cose sempre esattamente allo stesso posto — stava dicendo Don.
— Perché è ordinato — rispose Marjory. Il tono duro della sua voce faceva capire che era molto irritata. — Non ti piace l'ordine?
— Non mi piace l'ossessione — disse Don. — Tu, mia cara, sei versatile: parcheggi sia da una parte che dall'altra della strada e porti abiti diversi. Lou porta gli stessi vestiti una settimana via l'altra… puliti, certo, ma insomma… e quanto alla fissazione su dove riporre le sue cose…
— Tu le hai messe al posto sbagliato e Tom te le ha fatte togliere, non è vero? — chiese la ragazza.
— Già, perché se no Lou ci sarebbe rimasto male — disse Don in tono imbronciato. — Non è giusto…
Tom vedeva benissimo che Marjory avrebbe voluto sgridare Don. Anche lui. Ma sgridare Don non serviva mai a niente. Per otto anni Don aveva avuto una brava e buona ragazza che aveva cercato di instillargli un po' di giudizio, però alla fine aveva dovuto rassegnarsi.
— Anche a me piace che l'ambiente sia in ordine — intervenne Tom cercando di parlare con calma. — È tutto molto più semplice quando ognuno sa dove trovare le sue cose. E poi, lasciare la propria attrezzatura un po' qua e un po' là può essere ossessionante quanto volerla sempre allo stesso posto.