Adesso stanno parlando di tornei, di chi ha vinto, di chi ha perso, di chi era l'arbitro e di come la gente si comportava. Non riesco a registrare i nomi, non conosco quella gente. Il mio sguardo passa da Marjory a Simon a Tom a Lucia a Max e a Susan, cercando di seguire chi sta parlando e quando, ma non riesco ad anticipare quando uno sta per fermarsi e un altro sta per cominciare, anche perché ogni tanto ci sono delle pause e talvolta qualcuno comincia quando un altro sta ancora parlando.
Gradualmente comincio a notare che tutti s'interrompono quando parla Simon e lasciano a lui l'iniziativa della conversazione. Simon non interrompe quasi mai, ma nessuno interrompe lui. Uno dei miei insegnanti diceva che la persona che parlava indicava la persona che doveva parlare dopo di lei guardandola. A quell'epoca io di solito non potevo notare dove guardasse qualcuno a meno che non vi soffermasse gli occhi a lungo. Adesso invece posso seguire gli sguardi. Simon guarda quasi tutti. Max e Susan guardano sempre prima Simon. Tom guarda Simon la metà del tempo; Lucia circa un terzo del tempo.
Ma tutto succede molto in fretta, e io non capisco come loro possano insieme partecipare alla conversazione e al tempo stesso seguire tutte le interazioni.
Mi rendo conto che Marjory mi guarda e sento un gran calore al viso e al collo. Le voci degli altri si confondono e perdo la concentrazione. Vorrei nascondermi nell'ombra, ma non c'è ombra. Abbasso gli occhi. Cerco di ascoltare la sua voce, però lei non parla molto.
A un certo punto Simon dice che deve andare e si alza. Si alzano anche Tom e Max. Anch'io. Simon stringe la mano a Tom e dice: — Mi sono divertito. Grazie per l'invito.
Tom dice: — Sei sempre il benvenuto.
Max tende la mano e dice: — Grazie per essere venuto, è stato un onore.
Simon gliela stringe e dice: — Anche per me.
Io non so se porgere la mano o no, ma Simon me la porge e io la stringo, benché sia un gesto che non mi piace: è così privo di senso. Poi dice: — Grazie, Lou, sono stato lieto d'incontrarmi con te.
— Anch'io — dico.
Simon mi dà un colpetto al braccio col dito. — Spero che tu cambi idea a proposito dei tornei — dice. — È stato un piacere.
— Grazie — dico io.
Mentre Simon esce, Max dice: — Anch'io devo andare — e Susan si alza. Devo andare anch'io. Li guardo: i loro visi sembrano tutti amichevoli, ma così sembrava anche il viso di Don. Se uno di loro fosse in collera con me, come farei a capirlo?
Giovedì abbiamo avuto la prima riunione informativa con i dottori, e abbiamo potuto rivolgere loro domande. Ci sono due dottori, Ransome con i suoi capelli grigi e ricciuti e Handsel, con capelli neri lisci che sembrano incollati alla sua testa.
— Il trattamento è reversibile? — domanda Linda.
— Be'… no. Gli effetti che produce sono stabili.
— Così se non ci piacessero non potremmo ritornare alla nostra personalità normale?
Le nostre personalità non sono normali, tanto per cominciare, ma io non lo dico. Linda lo sa quanto me: forse stava scherzando.
— Ehm… no, probabilmente. Ma non vedo perché…
— Perché dovremmo volerlo? — dice Cameron. Ha il viso teso. — A me piace come sono adesso. Non so se mi piacerà quello che diventerò.
— Non dovrebbe essere molto diverso — spiega Ransome.
Ma ogni differenza è una differenza. Io non sono la stessa persona che ero prima che Don cominciasse a perseguitarmi. Non solo ciò che lui ha fatto, ma i miei incontri con gli agenti di polizia mi hanno cambiato. Ho saputo cose che prima non sapevo, e la conoscenza cambia la gente. Alzo una mano.
— Sì, Lou — dice Ransome.
— Non capisco in che modo il trattamento possa
— Sì, ma tu… la tua personalità… rimarrà la stessa, almeno all'incirca. Ti piaceranno le stesse cose, avrai le stesse reazioni…
— E allora il cambiamento a
— Io ho impiegato tanto tempo per imparare a sopportare il sovraccarico degli stimoli — dice Dale. — E se poi uno degli effetti del trattamento sarà che non riuscirò a registrare le cose che dovrei? — Il tic all'occhio sinistro è più accentuato che mai.
— Non credo che avverrà nulla di simile — risponde il dottore. — I primatologi hanno constatato solo cambiamenti positivi nell'interazione sociale.
— Io non sono un maledetto scimpanzè! — Dan sbatte la mano sul tavolo.