Sapeva che Sexton l'aspettava con ansia per essere esaurientemente aggiornato sulla situazione del PODS. Purtroppo, comprendeva anche che lui l'aveva abilmente strumentalizzata quella sera, e lei detestava sentirsi manovrare. Le aveva nascosto alcune cose, ma il problema era sapere
«Cinque minuti» disse ad alta voce, per rinsaldare la propria determinazione.
Si diresse allo sgabuzzino delle scorte, alzò libraccio e passò la mano sulla cornice della porta. Una chiave cadde rumorosamente a terra. Il personale delle pulizie del palazzo Philip A. Hart era costituito da dipendenti statali che parevano evaporare ogni volta che c'era uno sciopero di qualunque genere, lasciando quel bagno senza carta igienica e assorbenti a volte per intere settimane. Le donne dell'ufficio di Sexton, stufe di accorgersene quando avevano già le mutande abbassate, avevano preso l'iniziativa di procurarsi la chiave per le "emergenze".
"Come quella di stasera, per esempio."
Aprì lo sgabuzzino.
Era pieno di scope, spazzoloni, e scaffali stipati di carta igienica. Il mese precedente, Gabrielle cercava delle salviette quando aveva fatto un'inaspettata scoperta. Non riuscendo ad arrivare allo scaffale più alto, aveva usato il manico di una scopa per far cadere un rotolo, ma inavvertitamente aveva urtato un pannello del soffitto. Quando si era arrampicata per risistemarlo, si era stupita nell'udire la voce del senatore Sexton.
Chiarissima.
A giudicare dall'eco, aveva capito che il senatore stava parlando da solo chiuso nel bagno privato dell'ufficio, che evidentemente era separato dallo sgabuzzino delle scorte soltanto da pannelli mobili di cartongesso.
A quel punto, tornata nel ripostiglio per questioni ben più importanti della carta igienica, scalciò via le scarpe, si arrampicò sullo scaffale, spostò il pannello del soffitto e si sollevò sulle braccia. "Alla faccia della sicurezza nazionale" pensò, chiedendosi quante leggi statali e federali stesse per infrangere.
Calandosi dal soffitto del bagno di Sexton, appoggiò il piede sul freddo lavandino di ceramica e poi a terra. Trattenendo il fiato, entrò nell'ufficio privato del senatore.
I tappeti orientali erano morbidi e caldi.
107
A cinquanta chilometri di distanza, un nero elicottero d'attacco Kiowa sorvolava veloce le cime dei pini nani del Delaware. Delta-Uno controllò le coordinate inserite nel sistema di navigazione automatico.
Anche se il meccanismo di trasmissione di bordo usato da Rachel e il cellulare di Pickering erano criptati per proteggere il contenuto delle comunicazioni, la Delta Force aveva intercettato la telefonata, interessata non al
Delta-Uno era sempre molto divertito all'idea che quasi tutti gli utenti di cellulari ignoravano che ogni volta che facevano una telefonata un posto di ascolto governativo, se ne aveva voglia, poteva individuare la loro posizione in qualunque punto della Terra con uno scarto di tre metri: un piccolo problema che le aziende produttrici di cellulari omettevano di pubblicizzare. Quella sera, ottenuto l'accesso alle frequenze di ricezione del cellulare di William Pickering, la Delta Force non aveva avuto difficoltà a rintracciare le coordinate delle sue telefonate in arrivo.
Delta-Uno era ormai a trenta chilometri dall'obiettivo, sulla rotta più diretta. «Ombrello pronto?» chiese a Delta-Due, addetto al radar e al sistema di controllo dell'armamento.
«Affermativo. Aspettiamo di arrivare entro gli otto chilometri.»
"Otto chilometri." Delta-Uno doveva portare il velivolo dentro lo schermo radar del suo obiettivo per poter usare le armi del Kiowa. Di certo a bordo della
Sul ponte della
Forse diretto a Newark.