Quella traiettoria avrebbe portato l'aereo a sei chilometri dalla
"Sei chilometri. Sei chilometri e mezzo."
Il pilota lasciò andare il respiro, rilassandosi.
A quel punto, successe una cosa stranissima.
«Ombrello inserito» gridò Delta-Due, alzando il pollice dal seggiolino del controllo armamento sul lato sinistro del Kiowa. «Sbarramento, modulazione del rumore e impulso di copertura tutti attivati e inseriti.»
Delta-Uno, ricevuta l'imbeccata, virò secco a destra, mettendo il velivolo sulla rotta diretta verso la
«È certo meglio delle balle di carta stagnola!» gridò Delta-Due.
Delta-Uno era pienamente d'accordo. L'accecamento dei radar era stato inventato nella Seconda guerra mondiale da un ingegnoso aviatore britannico che durante le incursioni lanciava dall'aereo balle di fieno rivestite di carta stagnola. I radar tedeschi individuavano tanti punti rifrangenti che non sapevano a cosa sparare. Da allora, la tecnica era stata perfezionata.
Sul Kiowa, il cosiddetto "ombrello", l'apparato di disturbo dei radar, era una delle più micidiali armi da combattimento elettronico. Trasmettendo una cortina di rumore di fondo nell'atmosfera, su una data serie di coordinate di superficie, il Kiowa poteva eliminare occhi, orecchie e voce dell'obiettivo. Pochi istanti prima, tutti gli schermi radar a bordo della
"Isolamento perfetto. Non hanno difese."
I loro obiettivi erano riusciti a fuggire dalla banchisa di Milne in modo fortunoso e astuto, ma non avrebbero avuto una seconda possibilità. Rachel Sexton e Michael Tolland avevano commesso un errore madornale scegliendo di allontanarsi dalla costa. La peggiore decisione che avessero mai preso.
Alla Casa Bianca, Zach Herney, stordito dal sonno, sedeva sul letto con il telefono in mano. «Adesso? Ekstrom vuole parlarmi
«Sì, signor presidente» disse il responsabile delle comunicazioni. «Un'emergenza, dice.»
108
Corky e Xavia erano chini sullo strumento elettronico che misurava il contenuto di zirconio nei condri, quando Rachel seguì Tolland nella stanza adiacente al laboratorio. L'oceanografo accese un computer; evidentemente c'era qualcos'altro che voleva controllare. Mentre lanciava la procedura di avvio, Tolland si voltò verso Rachel come per dire qualcosa, ma poi si bloccò.
«Che c'è?» Rachel era sorpresa dell'attrazione fisica che provava per quell'uomo, anche in mezzo a una simile emergenza. Avrebbe voluto chiudere fuori tutto quanto e restare con lui, solo per un minuto.
«Ti devo le mie scuse» esordì Tolland, con un'espressione piena di rimorso.
«Per cosa?»
«Sul ponte, gli squali martello. Trascinato dall'entusiasmo, a volte dimentico che il mare può incutere paura agli altri.»
Sola con lui, Rachel si sentiva un'adolescente sulla porta di casa con un nuovo boyfriend. «Non c'è problema, sul serio. Grazie del pensiero, comunque.» Dentro di sé percepiva che Tolland desiderava baciarla.
Dopo un attimo, lui distolse gli occhi, intimidito. «So che vuoi tornare a terra, quindi dobbiamo metterci al lavoro.»
«Per il momento» rispose lei con un sorriso.
«Per il momento» ripeté Tolland, prendendo posto davanti al computer.
Rachel sospirò, alle sue spalle, assaporando l'intimità di quel piccolo laboratorio. Osservò Tolland consultare una serie di file. «Che fai?»
«Controllo la banca dati, in cerca di grandi pidocchi oceanici. Voglio vedere se trovo fossili marini preistorici somiglianti a quelli rinvenuti nel meteorite della NASA.» Selezionò una pagina di ricerca sormontata da una scritta a lettere maiuscole: PROJECT DIVERSITAS.
Scorrendo i vari menu, Tolland spiegò il piano. «Diversitas è sostanzialmente un indice continuamente aggiornato di biodati oceanici. Quando un biologo marino individua una nuova specie o un fossile oceanico, può suonare il corno e condividere la sua scoperta caricando dati e foto in una banca dati centrale. Poiché ogni settimana si aggiungono tanti dati nuovi, questo è il solo modo per mantenere aggiornata la ricerca.»
«Quindi adesso vai sul web?»