D’altronde era stato Trevor a parlare per primo della moglie, no? Ripassai mentalmente la scena; sì, esatto.
Dopo pranzo ritrovò un pizzico di buonumore. Gli stavo dicendo di tornare lì dopo il suo appuntamento di lavoro, perché intendevo fermarmi all’Hilton per stare comoda e poter fare in santa pace chiamate via satellite (vero), e che forse avrei passato lì la notte (sempre vero), per cui torna e chiamami e scenderò a prenderti nell’atrio (
Lui rispose: — Chiamerò prima così potrai buttare fuori quell’uomo, ma salirò direttamente. Inutile fare il viaggio due volte! Comunque farò portare su lo champagne, non lo terrò fra le braccia.
— Fermo un attimo — dissi. — Tu non mi hai ancora spiegato i tuoi criminosi scopi. Io ti ho promesso solo un’occasione equa per cercare di vendermi la tua merce. Nell’atrio. Non nella mia camera da letto.
— Marjorie, sei una donna difficile.
— No, tu sei un uomo difficile. Io so cosa faccio. — Un satori improvviso mi disse che lo sapevo sul serio. — Cosa ne pensi delle persone artificiali? Ti piacerebbe che tua sorella ne sposasse una?
— Ne conosci una che accetterebbe? Mia sorella sta crescendo coi denti un po’ lunghi. Non potrà permettersi di essere schizzinosa.
— Non cercare di svicolare.
— Cosa penserebbero i vicini? Marjorie, come sai che non lo abbia già fatto? Hai visto la foto di mia moglie. Le creature sintetiche sono le mogli migliori, in orizzontale o in verticale.
— Concubine, vuoi dire. Non è necessario sposarle. Trevor, tu non sei sposato a una Pa e non sai niente di loro, se non i miti popolari… Se no non parleresti di creature sintetiche quando l’argomento sono le persone artificiali.
— Sono lurido, strisciante e infido. Ho usato il termine a sproposito, per non farti sospettare che sono un Pa.
— Idiozie! Non lo sei, o me ne sarei accorta. E tu probabilmente andresti a letto con una persona artificiale, ma non ti sogneresti mai di sposarla. Ma questa è una discussione inutile. Aggiorniamola. Mi occorrono un paio di ore. Non sorprenderti se il terminale della mia stanza sarà occupato. Registra un messaggio e consolati con un buon drink. Io scenderò appena possibile.
Mi registrai alla reception e salii; non all’appartamento nuziale (in assenza di Georges, quella deliziosa stravaganza mi avrebbe resa triste) ma a una stanza estremamente graziosa con un letto soffice ed enorme: un lusso che avevo ordinato spinta dal profondo sospetto che le smorzate (quasi inesistenti) doti di Trevor come propagandista di se stesso lo avrebbero comunque fatto finire lì. Quel porco difficile.
Scacciai il pensiero e mi misi all’opera.
Chiamai il Vicksburg Hilton. No, il signore e la signora Perreault se n’erano andati. No, non avevano lasciato nessun indirizzo. Spiacentiii!
Anch’io, e la voce sintetica del computer non mi era di conforto. Chiamai l’università McGill a Montréal e persi venti minuti a «scoprire» che sì il dottor Perreault era cattedratico presso quella università, ma al momento si trovava all’università di Manitoba. L’unico fatto nuovo fu che il computer di Montréal sintetizzava sia in inglese sia in francese senza problemi, e rispondeva sempre nella lingua dell’interlocutore. Molto in gamba, questi banditi dell’elettronica; troppo in gamba, secondo me.
Provai il codice di Janet (Ian) a Winnipeg, venni informata che il loro terminale era stato scollegato dietro loro richiesta. Mi chiesi come mai, il giorno prima fossi riuscita a ricevere i notiziari sul terminale del buco. «Scollegato» significava che venivano respinte solo le chiamate in arrivo? Quell’arcano era forse il segreto meglio custodito della rete internazionale computer?
Alla sede di Winnipeg dell’Anzac rimbalzai da una parte all’altra del computer destinato ai passeggeri; alla fine, una voce umana ammise che il capitano Tormey era in ferie per l’emergenza e per l’interruzione dei voli per la Nuova Zelanda.
Il codice di Auckland di Ian rispose solo con musica e con l’invito a lasciare un messaggio; il che non mi sorprese, dato che Ian non sarebbe rientrato lì finché i semibalistici non fossero tornati in attività. Speravo solo di poter trovare Betty e/o Freddie.
Come si poteva arrivare in Nuova Zelanda con gli Sb fuori servizio? Non in groppa a un cavalluccio marino; sono troppo piccoli. Le grandi navi da carico a propulsione Shipstone accettavano passeggeri? Ne dubitavo; non erano attrezzate. Non avevo sentito da qualche parte che alcune erano addirittura prive di equipaggio?