Читаем Operazione Domani полностью

— Stai accusando Anita di falsificazione. La tua bugia più sfacciata.

— Non sto accusando Anita di niente. Ma non ho ricevuto denaro dalla famiglia.

Stavo accusando Anita, e lo sapevamo tutti e due. E forse accusavo anche Brian. Mi tornò in mente che Vickie, una volta, aveva detto che i capezzoli di Anita si inturgidivano solo davanti a un bel bilancio in attivo… e io le avevo risposto di chiudere il becco e non essere maligna. Ma anche qualcun altro aveva lasciato intendere che Anita fosse frigida a letto; una cosa incomprensibile per una Pa. In retrospettiva, era possibile che tutta quanta la passione di Anita fosse per la famiglia, per il suo successo finanziario, il prestigio pubblico, il potere in seno alla comunità.

Se era così doveva odiarmi. Non avevo distrutto la famiglia, ma la mia espulsione si era rivelata la prima tessera del collasso totale. Quasi immediatamente dopo la mia partenza, Vickie si era trasferita a Nukualofa, e aveva chiesto al suo avvocato di pensare al divorzio e agli alimenti. Poi Douglas e Lispeth avevano lasciato Christchurch, si erano risposati tutti e due e avevano intentato la stessa causa.

Un piccolo fatto confortante; seppi da Brian che i voti contro di me non erano stati sei a zero, ma sette a zero. Un miglioramento? Sì. Anita aveva deciso che si doveva votare in base al numero di quote possedute; gli azionisti di maggioranza (Brian, Bertie e Anita) avevano votato per primi, ed erano stati sette voti a sfavore, cioè la maggioranza che bastava a espellermi; dopo di che, Doug, Vickie e Lispeth si erano astenuti dal voto.

Un conforto davvero minimo, comunque. Non avevano messo in minoranza Anita, non avevano cercato di fermarla; non mi avevano nemmeno avvertita di quello che bolliva in pentola. Si erano astenuti; poi si erano messi in disparte e avevano lasciato che la sentenza venisse eseguita.

Chiesi a Brian dei bambini, e mi sentii rispondere seccamente che non erano affari miei. Poi mi informò che era molto occupato e doveva lasciarmi, ma io lo bloccai per un’altra domanda: che fine avevano fatto i gatti?

Lui parve sul punto di esplodere: — Marjorie, sei proprio senza cuore? Col tuo comportamento hai provocato tanto dolore, questa tragedia, e ti informi su un particolare insignificante come i gatti?

Trattenni l’ira. — Voglio saperlo, Brian.

— Credo li abbiamo mandati alla protezione animali. O forse alla facoltà di medicina. Addio! Non richiamarmi più.

— La facoltà di medicina… — Il Signor Sottoipiedi legato a un tavolo chirurgico mentre uno studente lo faceva a pezzi col bisturi? Non sono vegetariana, non intendo oppormi all’uso degli animali nella scienza e nell’insegnamento. Ma se proprio deve essere fatto, buon Dio che forse esisti da qualche parte, non permettere che accada ad animali che sono cresciuti convinti di essere umani!

Protezione degli animali o università, quasi sicuramente Signor Sottoipiedi e i gatti più piccoli erano morti. In ogni caso, se gli Sb fossero stati in funzione, avrei corso il rischio di tornare nel Canada Britannico per prendere il primo volo per la Nuova Zelanda, nell’assurda speranza di salvare il mio vecchio amico. Ma senza i mezzi di trasporto moderni, Auckland era più lontana di Luna City. Nemmeno la minima speranza…

Scavai in profondità nelle tecniche di controllo mentale e scacciai dal cervello le questioni irresolubili e scoprii che il Signor Sottoipiedi si stava ancora strusciando contro la mia gamba.


Sul terminale pulsava una spia rossa. Guardai l’ora, vidi che erano passate all’incirca le due ore che avevo stimato; la spia era, quasi certamente, Trevor.

Allora deciditi, Friday. Ti spruzzi gli occhi di acqua fredda e scendi e gli dai una possibilità di cercare di convincerti? Oppure gli dici di salire, lo porti subito a letto e piangi sulla sua spalla? Per prima cosa, intendo. Di sicuro adesso non ti senti libidinosa… ma affonda la faccia in un’armoniosa, calda spalla maschile, e butta fuori tutto quello che provi, tra un po’ ne avrai voglia. Lo sai. Si ritiene che le lacrime femminili siano un potente afrodisiaco per molti uomini, e la tua esperienza lo conferma. (Criptosadismo? Machismo? Chi se ne frega? Funziona.)

Invitalo su. Fai portare il vino. Magari mettiti un po’ di rossetto, cerca di apparire sexy. No, al diavolo il rossetto; tanto non resisterebbe molto. Invitalo su; portalo a letto. Ritrova l’allegria facendo del tuo maledetto meglio per rallegrare lui. Mettici tutta te stessa!

Mi stampai un sorriso in faccia e risposi al terminale.

E mi trovai a parlare con la voce del robot dell’hotel. — Abbiamo una scatola di fiori per voi. Possiamo mandarli su?

— Certo. — (A prescindere da chi o cosa li manda, una scatola di fiori è sempre meglio di un pugno nello stomaco.)

Il montacarichi ronzò poco dopo. Andai ad aprire e tirai fuori un pacco grande quanto una bara per bambini. Lo misi a terra e lo aprii.

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