Ci vollero cinquantotto minuti. Walton aspettò in un ufficio spoglio e austero, in qualche punto imprecisato della Prigione, mentre i tecnici della lobotomia stavano aprendo la corteccia del cervello di Di Cassio. Ormai Walton non aveva più dubbi, non aveva più esitazioni. Era finalmente arrivato a considerarsi semplicemente quello che era: un uomo che eseguiva un compito sgradevole ma necessario, e nell'esecuzione di quel compito doveva comportarsi come un semplice robot. Niente più.
Alle diciannove e cinquanta Martinez si presentò davanti a Walton. Il viso del capo della Sicurezza era privo di espressione.
— È fatta. Di Cassio è stato ridotto a un mucchietto di ossa e di gelatina pigolante. Non gradirei assistere a un'altra operazione del genere troppo presto.
— Può darsi che sia necessario — disse Walton. — Se Di Cassio non fosse quello giusto, intendo procedere in fila, uno dopo l'altro, fino al centesimo, se è necessario. Uno di loro ha trattato con Fred. Uno di loro deve sapere dove si trovano i documenti di Lamarre.
Martinez scosse stancamente il capo. Fissava Walton con una specie di ammirazione contenuta.
— No. Non ci sarà bisogno di altre lobotomie. Abbiamo tirato fuori tutto da Di Cassio. La trascrizione dovrebbe arrivare entro pochi minuti.
Mentre l'ufficiale stava parlando, una lampada si accese sul condotto di arrivo, e dal tubo pneumatico uscì un pacco. Walton si alzò, impaziente, ma Martinez gli fece segno di stare al suo posto.
— Questo è il mio territorio, signor Walton. La prego di avere pazienza.
Con lentezza esasperante, Martinez aprì il pacco, ne estrasse alcuni fogli scritti in caratteri minutissimi, e annuì. Li porse a Walton.
— Ecco. Legga lei stesso. È la registrazione della conversazione tra suo fratello e Di Cassio. Credo che sia quello che lei cercava.
Walton accettò i fogli, nervosamente, e cominciò a leggere:
Di Cassio: "Che cos'ha lei?"
Fred Walton: "Un siero dell'immortalità. La vita eterna. Mi capisce bene, immagino. Uno scienziato di Poppy ha inventato il siero, e io ho rubato i suoi appunti dall'ufficio di mio fratello. La formula è completa".
Di Cassio: "Buono! Eccellente lavoro. Buono, buono! Eccellente. Immortalità, ha detto?"
Fred Walton: "Proprio così. Ed è l'arma che possiamo usare per scalzare Roy dal suo posto. Dovrò semplicemente dirgli che farà meglio a togliersi di mezzo, altrimenti noi distribuiremo liberamente il siero all'umanità, e lui si toglierà di mezzo. È un'idealista… gli occhi pieni di stelle, e idiozie del genere. Non avrà mai il coraggio di resistere".
Di Cassio: "Ma questo è meraviglioso. Lei, naturalmente, ci manderà la formula del siero, perché noi possiamo custodirla".
Fred Walton: "Che io sia dannato se farò una cosa simile. Terrò quegli appunti esattamente dove devono stare… dentro la mia testa! Ho distrutto tutti i libri e gli appunti e ho ucciso lo scienziato. L'unico che conosce il segreto è il suo affezionatissimo Fred. Questo serve soltanto a impedire un doppio gioco da parte sua, Di Cassio. Non che io non mi fidi di lei, mi capisce, vero?
Di Cassio: "Fred, ragazzo mio…
Fred Walton: "Niente, niente, lasciamo stare questa roba. Lei mi ha dato mano libera. Non tenti di interferire, adesso".
Walton si lasciò sfuggire i fogli, che caddero al suolo. Aveva le dita intorpidite.
— Mio Dio — disse, piano. — Mio Dio!
Gli occhi penetranti di Martinez fissarono prima Walton, poi i fogli sparsi al suolo.
— Che succede? Lei aveva ragione, no? Le debbo ancora una volta delle scuse, signor Walton. Per fortuna lei ha Fred in sua custodia no?
— Ma non ha letto l'ordine che le ho mandato?
Martinez ridacchiò, una risata cupa.
— Be', sì… l'autorizzazione per il Sonno Felice. Ma pensavo che fosse solo un modo di evitare la scarcerazione… voglio dire… suo "fratello" amico?
— Non è stato un trucco — disse Walton. — Quello era un ordine per il Sonno Felice, sicuro e solido come nient'altro. E intendevo realmente quello che ho scritto. A meno di qualche errore, Fred è entrato nella camera a gas quattro ore fa. E — disse Walton — ha portato con sé la formula di Lamarre.
Solo nel suo ufficio, nel Cullen Building oscurato dalla notte, Walton guardò il suo riflesso distorto che lo irrideva dalla finestra opacizzata. Sulla sua scrivania c'era un foglio di carta, sul quale era scritto l'elenco di coloro che avevano ricevuto il Sonno Felice con il turno delie quindici.
Frederic Walton era il quarto nome della lista. Questa volta non c'erano stati errori.
Walton ripensò agli eventi degli ultimi nove giorni. Una delle prime cose di cui si era reso conto, all'inizio di quel drammatico periodo, era stato il fatto che il direttore di Poppy aveva poteri di vita e di morte sull'umanità. Padrone della vita, padrone della morte.