Читаем Shadrach nella fornace полностью

— E allora? Dove vuole arrivare, dottore? Il vivaio di organi non è un posto allegro? Questo lo sapevo. Ma è un modo efficiente di mantenere in vita gli organi in attesa di essere trapiantati. Non è meglio riciclare organi piuttosto che sprecarli?

— E trasformare un uomo innocente in uno zombie? Una creatura il cui unico scopo è quello di essere un magazzino vivente per organi di ricambio?

— Buckmaster non è innocente.

— E di cosa sarebbe colpevole?

— È colpevole di aver mal giudicato. È colpevole di essere stato sfortunato. È uscito il suo numero, dottore. — Avogadro, alzandosi, posa la mano con delicatezza sul braccio di Shadrach. — Lei è un uomo coscienzioso, non è vero, Herr Doktor? Buckmaster la riteneva un demone cinico, un servo senz’anima dell’Anticristo, e invece no, no, lei è una brava persona, capitata in un momento storico poco piacevole, e fa del suo meglio. Bene, dottore, io sono la stessa cosa. Cito le sue parole della notte scorsa: il senso di colpa è un lusso che non ci possiamo permettere. Amen! Ora vada. La smetta di preoccuparsi di Buckmaster. Buckmaster si è fregato da solo. Se lei sente la campana suonare, se lo ricordi, la campana sta suonando per lui, e questo non svilisce né lei né me in alcun modo, perché ci siamo già sviliti per quanto ci è stato possibile. — Il sorriso di Avogadro è caldo, quasi compassionevole. — Vada, dottore. Vada e si rilassi un po’. Io ho del lavoro da fare. Ho un’altra decina di sospetti da interrogare prima di cena.

— E il vero assassino di Mangu…

— Era Mangu stesso, nove a uno. Ma questo che importa? Continuerò a trovare il suo assassino e a interrogarlo e a consegnarlo al vivaio di organi, finché non mi verrà detto di fermarmi. Vada, adesso. Vada. Vada.

12

Il giorno seguente corre voce che tredici persone siano state spedite ai vivai, tra queste Buckmaster, il capo della congiura. Voci del genere sono spesso affidabili, in qualche modo, ma Shadrach Mordecai, continuando a trovare l’idea difficile da mandare giù, si spinge fino a fare un controllo nel registro centrale del personale per vedere dove si trovi Buckmaster. Batte sulla tastiera il codice del dipartimento d’ingegneria, ma il computer centrale gli dice che Buckmaster è stato trasferito al Dipartimento 111. Shadrach digita il nuovo codice, pur sapendo cosa aspettarsi; e, sì, Dipartimento 111 è un eufemismo per i vivai d’organi. Buckmaster fa ormai parte delle riserve umane. Trafitto nel grande foro occipitale, zap. Povero sciocco sfortunato.

Il dottor Mordecai decide di non sollevare l’argomento Buckmaster nel corso della sua visita mattutina al Presidente. Pare che non si possa fare molto per Buckmaster a questo punto. — Abbiamo sventato il complotto! — dichiara Gengis Mao con forza quando Shadrach entra nella stanza. — I colpevoli sono stati puniti. Abbiamo dato la risposta adeguata all’attacco contro il nostro regime. I principi della depolarizzazione centripeta non sono in discussione. — Una soddisfazione folle gli brilla negli occhi. Il suo corpo antico, collage vivente, pulsa di salute trionfante, con un riverbero che sotto la forma di un torrente di energia risorta percorre furioso i noduli telemetrici di Shadrach.

Shadrach fa dei prelievi di sangue, somministra medicine, controlla i riflessi; il Khan non gli presta più attenzione di quanta non ne presterebbe a un infermiere venuto a cambiare le lenzuola. A quanto pare è completamente preso dal moltiplicarsi di progetti per la divinizzazione di Mangu. Ci sono già dei primi disegni per dei monumenti a Mangu, e le tavole sono sparse dappertutto, cumuli disordinati sul letto del Presidente, sulle ginocchia ossute, ai due lati del corpo, per terra. Canticchiando una melodia monotona, Gengis Mao volta i documenti di qua e di là, annuendo, scribacchiando appunti sui margini, borbottando considerazioni a se stesso.

— Ah! Questo mi piace! — esclama con convinzione Gengis Mao. — Basato sul modello della Grande Piramide di Giza, ma grande il doppio. Statue di Mangu alte venti metri che spuntano da ciascuno dei quattro lati. Cosa ne dice? — Passa i disegni a Mordecai. — È un’idea di Ionigylakis. Cerca di partire dall’antichità e di apportarvi dei miglioramenti, come tutti d’altronde. Cosa gliene pare, Shadrach?

— Le statue, signore. Tendono a… mmm, spezzare la linea della piramide, non crede?

— E cosa c’è di male?

— Le piramidi sono così aggraziate — dice Shadrach. — Così compatte.

— La piramide pura e semplice è un concetto che ha fatto il suo tempo — replica deciso il Presidente. — Quel che mi piace in questo disegno è il contrasto fra le angolature, la pendenza della parete della piramide rispetto alla statua eretta che vi si contrappone, capisce? Mangu che sorge, verso l’alto, verso l’esterno, via dal centro… È centripeto, Shadrach! Lo vede?

— Centrifugo, direi, signore.

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